Qualche giorno fa guardavo la prima puntata di una Pallottola nel cuore 3, con il maestro Gigi Proietti, in una sequenza della puntata Paola Minaccioni si sfogava con Francesca Inaudi sulla sua condizione: donna matura, fidanzata e in carriera ma ancora senza figli. Accennava al fatto che si sentisse vuota, come se non avesse costruito ancora nulla proprio perché non aveva figli.
A mio avviso, parlando in generale, già solo il fatto di avere una carriera avviata e soddisfacente dona ad una persona un buon bagaglio alle spalle, perché puntando su se stessi passo dopo passo si è costruito, una personalità, una carriera e di conseguenza relazioni sociali. Perché buttare via tutto questo? Non è ugualmente importante e faticoso per un individuo?
In quel contesto e in tanti altri, come mi è capitato di notare, il concetto del costruire nella donna viene sempre associato alla vita familiare, quando ormai ai giorni nostri, ben sappiamo che sono tanti e più disparati gli obiettivi costruttivi che una persona, donna o uomo che sia, si prefigge.
Parliamoci chiaro, non critico l’idea in se di voler costruire una famiglia, perché è un valore importante, ma il cercare di demonizzare sempre ciò che devia dal prevedibile avvicendarsi del nasco, cresco, studio, lavoro, mi sposo e faccio dei figli. Non sempre le cose seguono quest’ordine e non è giusto recriminare chi la vita ha riservato uno scenario diverso.
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