Come anticipato nel precedente articolo, anche quest’anno RGB Light Experience, vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022 , torna a Roma con la sua quinta edizione.
Le sue luci torneranno a fare compagnia ai romani che vorranno recarsi nei siti che ospiteranno la kermesse.
Nel precedente comunicato stampa erano state indicate le Torri Ligini all’Eur, come sito che avrebbe ospitato la data finale del progetto, purtroppo però a causa di intoppi, non chiariti nel nuovo comunicato stampa, la nuova sede che ospiterà la data di chiusura del 22 Dicembre p.v. è stata sostituita con la Rampa Prenestina di Via Teano, altezza civico 223.
Il complesso è stato costruito come magazzino per il Teatro dell’Opera. Cambiò in parte destinazione alla fine degli anni ‘60 e venne adattato a scuola. Negli anni ’70, nei piani superiori, ha ospitato la funzione residenziale accogliendo famiglie di sfrattati. Al momento la parte circolare è abbandonata, per questo è stata selezionata e potrebbe essere perfetta per un Museo della Luce.
Ricordiamo che per questa edizione sono state selezionate 18 opere di luce site specific e che, diversamente dagli anni passati in cui le opere erano fisse, quest’anno saranno movimentate, grazie a camion attrezzati, all’interno dei 4 siti selezionati per ospitare le installazioni di RGB. Le opere saranno fruibili dalle 18:30 fino all’orario di blocco imposto dalla normativa vigente, saranno visibili sia dai pedoni che da chi passa in auto o con i mezzi pubblici, sia dalle finestre degli appartamenti che in diretta streaming sui canali social di RGB.
Definito, inoltre, il calendario di La necessità di modificare l’esistente, un ciclo di incontri con manager, docenti e artisti, che prevede anche laboratori per i più piccoli e workshop intensivi rivolti a chi vuole approfondire la conoscenza della light art e dell’arte digitale.
Il 20 Dicembre parte il primo appuntamento, Naturare, che coinvolgerà tutti gli artisti in programma per RGB Light Experience 2020. Giorno 21 Dicembre, ci saranno due appuntamenti per Luce trasversale, alle ore 10:30 con i docenti Isa Helena Tiburcio dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Gisella Gellini del Politecnico di Milano, il manager Mauro Annunziato di ENEA e gli artisti Diego Repetto e Flavia Tritto; la sera alle 20 ci sarà il secondo appuntamento, Whisper Talk, un insieme di conversazioni via radio a cura di Carlo Infante/Urban Experience.
La giornata del 22 Dicembre sarà dedicata a Riflessioni per un nuovo paesaggio urbano notturno, con gli interventi del docente de La Sapienza Stefano Catucci, degli artisti Daniele Spanò e Federico Petrei di DELTAPROCESS e di Elettra Bordonaro, fondatrice di Light Follows Behaviour.
Le giornate del 28, 29 e 30 Dicembre saranno dedicate a Luce e interattività: progettazione e physical computing, un ciclo formativo curato da Fab Lab Ostiense.
Per i più piccoli ci sarà il laboratorio didattico Scratch. Videoarte per bambini, organizzato da Fab Lab nei giorni del 28 e 29 Dicembre.
In periodi come quello che stiamo vivendo adesso, dove si evitato gli assembramenti ed i luoghi chiusi, gli amanti dell’arte possono approfittare della nuova edizione di RGB Light Experience per godere della bellezza delle opere anche solo durante una passeggiata. Dal 19 al 22 Dicembre 2020 la capitale sarà illuminata da 18 opere di luce site specific, che coloreranno e ridisegneranno alcuni quartieri di Roma, dando l’impressione di essere in un museo a cielo aperto.
RGB Light Experience è un festival di light art, urban light e video-mapping, che punta a creare un nuovo rapporto fra uomo e città aprendo nuovi scenari che ridisegnano la città. Deve i suoi natali all’associazione LuciOmbre srl che dal 2009 si occupa di produrre, organizzare e realizzare eventi, sia culturali che privati, e di progettare e sviluppare allestimenti museali ed espositivi, con particolare attenzione alla scenotecnica ed all’illuminazione artistica. Dal 2015 sotto la direzione di Diego Labonia portano a Roma le opere di luce di diversi artisti visivi e light designer nazionali ed internazionali.
Quest’anno, dunque, si svolgerà la quinta edizione che diversamente dalle precedenti presenterà modalità di fruizione rinnovate ed adeguate nel rispetto delle vigenti normative anti Covid-19. Diversamente dagli anni passati in cui le opere erano fisse, quest’anno saranno spostate, grazie a camion attrezzati, all’interno dei 4 siti selezionati per ospitare le installazioni di luce. Le opere saranno fruibili dalle 18:30 fino all’orario di blocco imposto dalla normativa vigente, saranno visibili sia dai pedoni che da chi passa in auto o con i mezzi pubblici, sia dalle finestre degli appartamenti che in diretta streaming sui canali social di RGB.
La locandina realizzata per l’evento dall’artista Mariano Peccinetti, mostra l’uomo che volge lo sguardo in modo contemplativo alla natura, così come vuole il tema di questo anno Naturare, che ha l’aspirazione di capovolgere il concetto secondo cui l’uomo è al centro della natura ed iniziare a pensare il genere umano come una piccola parte di diversi sistemi vivi ed interconnessi, i cui equilibri sono oggi gravemente pregiudicati, proprio a causa dell’intromissione umana.
Le opere previste per questo festival della luce sono 18, ognuna con un significato preciso:
Attive da anni nel campo teatrale e musicale come scenografe e light designer, Chiara Patriarca e Francesca Cecarini hanno firmato Giardino di cemento armato realizzato con l’ausilio di morbide luci policrome arricchite da sonorità a volte vibranti ed a volte delicate; il collettivo Deltaprocess ha realizzato Overflow che rappresenta l’evoluzione spaziale di una muffa sulla mappa del Pigneto, opera realizzata attraverso mappe psico-geografiche e la tecnica della deriva di Guy Debord; l’artista olandese Hinrich Gross con l’opera Groninger Tiles riflette sulla natura dei pixel.
Tutto tatto a perdere dell’artista internazionale Lino Strangis è dedicata alla perdita dei contatti umani in tempi di pandemia; Y.K. L’altra metà del cielo dedicata all’artista Yves Klein dall’architetto ed artista Diego Repetto accompagnato da Gianni Maroccolo, compositore e produttore indipendente. Ellissi 2.0 che abbraccia astronomia, matematica, pittura e cinema, è uno dei tanti interventi realizzati per l’evento dall’attrice, videomaker, regista e performer Simona Verrusio.
Le artiste Lea Brugnoli e Anna Torrazza, madre e figlia hanno firmato l’opera Dissolvenze che si aggiunge ai loro lavori sul precinema; Luca Cataldo per RGB ha realizzato Legame, opera incentrata sulle modalità simboliche che legano il mondo vegetale a quello animale; Luca Mauceri con il collettivo MediaMash Studio ha firmato l’opera Crescerà l’erba sulle nostre città che riflette sull’interazione tra uomo e natura all’interno di un contesto metropolitano.
I creativi di Quadro Quantico hanno realizzato Data Storming dove un flusso caotico di dati riesce ad armonizzarsi accanto al volo degli uccelli nel cielo, trasformandosi così in un quadro digitale che invade lo spazio pubblico modificandone la percezione; simile è l’opera del Collettivo L4R, Concrete Walls, un mosaico della Natura che vuole ridefinire i muri cittadini e attivare il processo della contemplazione; Daniele Spanò invece con Fino a qui mette a confronto un teatro e una piazza proponendo così una riflessione sull’architettura come superficie che separa lo spazio interno da quello esterno; Su un concetto simile si basa l’opera di Olga Tuzova e Lorenzo Pagella, Teatri d’Italia, che propone una carrellata malinconica sui teatri vuoti che, in questo periodo in cui la pandemia ne ha obbligato la chiusura, si appropriamo della strada per andare in scena davanti ad un pubblico reale. Un’altra loro opera selezionata per questa rassegna è La Vita prima e dopo, chiaro riferimento al profondo stravolgimento causato dalla pandemia.
Segni di Luce è una raccolta in loop dei migliori lavori di light painting del collettivo di fotografi e performer I light; Raw Flows (Dancing Bodies Chainge the World) , realizzata dall’artista barese Flavia Tritto, è una raccolta di 4 video installazioni sull’andamento delle waveform RGB (oscilloscopio digitale) risultanti da sequenze video, i cui protagonisti ballano in luoghi differenti fino a fondersi con l’ambiente circostante incitando al movimento senza vincoli e liberatorio volto a connettersi con se stessi ed il mondo.
L’artista francese Jeremy Oury presenta l’opera performativa Emersive, che attraverso componenti video e audio spazia tra griglie e frattali evocando, con l’ausilio di registrazioni d’archivio, il contributo apportato dalle scoperte scientifiche e tecnologiche alla società; Simone Palma e Raffaele Settembre, artisti attivi nel campo teatrale, che con l’opera Attraversamenti#02 propongono una riflessione sulla identità e la percezione di sé
I luoghi designati ad ospitare queste opere di luce, sono luoghi dalle storie differenti e con differenti peculiarità, ciò che li accomuna è essere dei luoghi sospesi, stretti tra la perdita di identità e una continua condizione di precarietà causata da un caotico sviluppo urbanistico.
Questi luoghi hanno radici profonde nella cultura romana e negli anni sono diventati il simbolo del degrado urbano e dell’uso sconsiderato del bene pubblico. Questa loro caratteristica li ha resi perfetti per accogliere questo festival, tre di questi siti sono scelte storiche di RGB e fanno parte dei quartieri Pigneto e Torpignattara, Le Torri Ligini che affacciano sul laghetto dell’Eur, fanno il loro ingresso per la prima volta questo anno e saranno illuminate per la serata conclusiva dell’evento.
Questo festival porta con se un messaggio politico forte così come espresso dal direttore artistico Diego Labonia: “L’Umanità agisce in modo invasivo e irresponsabile, egoistico e arrivistico, illudendosi di governare il mondo naturale e ignorando le responsabilità che ha nei confronti di esso. È necessario introdurre un cambiamento rapido e radicale: abbiamo la responsabilità di prenderci cura della Natura, questo è il pensiero che deve governare le nostre azioni quotidiane, facendoci ispirare dalle visioni degli artisti. Come possiamo, attraverso l’arte, ‘Naturare’ l’impatto dell’azione dell’intera Umanità e metterla in armonia con la Natura?” La risposta sta nel trasformare un azione effimera, definita nello spazio e nel tempo, in qualcosa di permanente che abbia un valore nel tempo.
Per coloro che volessero approfondire la conoscenza della light art e dell’arte digitale è stato pensato il programma La necessità di modificare l’esistente, un ciclo di incontri con manager, docenti e artisti, laboratori per bambini, e workshop, che partiranno il 20 dicembre per concludersi il 30 dicembre.
Di seguito i luoghi del festival:
Parco Giordano Sangalli | 19 dicembre viale dell’Acquedotto Alessandrino
Il Parco Giordano Sangalli si trova in Viale dell’Acquedotto Alessandrino ed è uno dei tre parchi pubblici del quartiere di Tor Pignattara. L’area dell’Acquedotto fu interessata nel corso del ‘900 da fenomeni massicci di speculazione edilizia e di edilizia spontanea. Immigrati dal sud Italia ma anche sfollati del centro durante il periodo fascista costruiscono le loro case addossandole proprio all’Acquedotto. Una volta abbattute, hanno lasciato spazio all’attuale parco Sangalli.
Parcheggio Pavoni-Pigneto |20 dicembre Tra via del Pigneto e via Luigi Pavoni
L’area parcheggio Pavoni/Pigneto rappresenta quello che può accadere quando si costruisce senza nessuna progettazione urbanistica, ma lasciando semplicemente spazio al mero accostamento casuale di palazzi alti quattro volte le costruzioni già esistenti. La casualità ha dunque creato una bruttura: cinque muri ciechi fanno da scenario in questo incastro di colate di cemento, creando una “naturale” zona parcheggio.
Sopraelevata Tangenziale Est | 21 dicembre via Prenestina, altezza civico 52
È il tratto sopraelevato sulla via Prenestina della Tangenziale Est, una strada ad alto scorrimento progettata dall’architetto Kenzo Tange negli anni ‘60 ma già prevista dal piano regolatore del 1909, nata per unire la parte settentrionale e meridionale della città. La sopraelevata della tangenziale Est è stata una scelta azzardata, un’idea di inizio ‘900 che aveva tutte le possibilità di svilupparsi nel migliore dei modi ma che è finita per insinuarsi tra gli immobili costruiti dopo la speculazione edilizia del dopoguerra, creando così scenari urbani che sono sempre stati associati al degrado.
Nate nel 1961 negli ampi spazi dell’EUR e mantenendo le linee dettate dall’architettura razionalista, dopo esser state la sede di alcuni uffici del Ministero delle Finanze, le Torri Ligini non hanno avuto vita facile: per decenni il simbolo del degrado, dell’incuria e del cattivo utilizzo del bene pubblico sono cadute in disuso fino ai giorni nostri. Molti progetti di recupero si sono susseguiti dagli anni ‘90 in poi ma nessuno è stato realizzato.
Questo Blog è una dolce tisana calda al sapore di Libertà d'espressione!🍵 Assapora gli intensi aromi di sane informazioni; un mix di Cultura, Arte, Cucina, Attualità, Fitness, Ecologia, Viaggi e tanti altri contenuti...Il thè è pronto, ti aspetto!