Salutato il 2018, anche se in tanti già si sono preparati per tempo, giunti nel 2019 si apre l’era della fatturazione elettronica.
La fatturazione elettronica, in termini semplicistici, serve all’agenzia delle entrate per avere un maggiore controllo sugli scambi economici in Italia e dunque evitare l’evasione fiscale.
Già dai primi servizi dei telegiornali ad essa dedicati si intuiscono le difficoltà di approccio a questo nuovo strumento.
I programmi, di per se non sono difficili da utilizzare, sono però lenti, ed in più in alcuni manca una sezione dove compaiono le conferme di ricezione delle fatture inviate.
Insomma il caos, il delirio di questi primi giorni lavorativi dell’anno porta tanti rallentamenti negli uffici; si possono facilmente riconoscere gli “homo flexsus” , coloro che passano le ore piegati sulla scrivania lavorando con i programmi di fatturazione elettronica, dagli “homo erectus” che invece hanno una mansione diversa.
Sui mezzi pubblici poi gli stralci di conversazione che si possono captare sono sempre inerenti a questo argomento, “una volta inserita la fattura ci sono 10 giorni di tempo per inviarla” “no il nostro sistema non so, l’addetta è un’altra ragazza”.
Cosa ancora più brutta, spiacevole meglio, è che la gente ormai è sempre più annoiata, scontenta e parla solo di lavoro, soldi, tasse. Si certo sono argomenti sempre presenti da anni, ma negli ultimi 3 anni si sente parlare sempre più spesso di questi argomenti.
Che tristezza, sono sempre più lontani gli anni cui si vedevano persone serene, visi sorridenti e distesi; ormai siamo tutti in preda a spasmi da ulcera.
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