Lago di Bolsena e dintorni

Durante le belle giornate che ancora regala l’autunno, sbalzi da inquinamento a parte, ci si può ancora concedere il piacer di effettuare delle escursioni al di fuori della propria città.

La meta questa volta è il Lago di Bolsena, un posto inaspettato circondato da numerosi paesi ricchi di storia, dislocati sia sul crinale dei monti Volsini, tra cui Montefiscone, dai cui si può godere una spettacolare vista sull’intero lago, sia sulle rive come: Capodimonte; Bolsena, che ha dato il nome al lago; Marta, principale e attivo porto dei pescatori; Valentano, con il suo ampio panorama dominante la conca del lago; Gradoli, su uno sperone di tufo dentro il recinto craterico; Grotte di Castro, con la sua struttura medioevale; San Lorenzo Nuovo, conosciuto per la pianta urbanistica tipica del Settecento.

Si parte con la visita di Montefiascone che si trova a 590 metri sul livello del mare, è uno dei colli più alto dei Monti Volsini e domina la sponda sudorientale del lago di Bolsena. Il borgo è stato edificato in epoca medievale, entrò a far parte dei domini della Chiesa nel VIII secolo, divenendo un importante centro politico economico.

Chiesa di S FlavianoLa chiesa che attira più attenzioni è sicuramente quella di S. Flaviano, eretta tra XI e XII secolo, si contraddistingue per la sua particolare struttura a due piani sovrapposti, la parte inferiore, di origine incerta, fu edificata sulle rovine di un precedente tempio, fu poi ricostruita nel 1032, a seguito delle incursioni barbariche, la parte superiore è composta da tre navate, come quella inferiore, ed ha ingresso separato. Questa chiesa fu molto importate perché situata sulla rotta del commercio, ha da sempre attirato l’attenzione di viandanti e sopratutto della Chiesa, infatti qui sono state inumate nel 1113 le spoglie del vescovo tedesco Johannes Defuk.

Dopo aver assistito all’incoronazione di Enrico V ad imperatore del Sacro Romano Impero per mano di Papa Pasquale II,  durante il viaggio di ritorno da Roma il vescovo si era fermato a Montefiascone attirato dal vino locale, noto ancora oggi come Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, e qui rimase. Alla sua morte il fedele servo ne curò la sepoltura facendo incidere sulla lapide di peperino grigio, l’iscrizione in latino: «Est est est pr nim est hic Jo De Fuk do meus mortuus est» (Est est est propter nimium est hic Johannes De Fuk dominus meus mortuus est) ovvero “Per il troppo EST! qui giace morto il mio signore Johannes Defuk”. Ancora oggi in occasione in occasione della rievocazione storica del vino EST EST EST si ha l’usanza di sparger alcune gocce sulla tomba del vescovo.

Difficile stabili con esattezza quali siano le origini del Montefiascone, si sa che era il colle dove sorgeva il “Fanum Voltumnae”, luogo sacro dove i Lucumoni delle dodici città etrusche confederate si riunivano. Per alcuni studiosi il nome deriva da mons faliscum, in quanto i Falisci si erano stabiliti nella zona dopo la distruzione perpetrata dai Romani ai danni delle loro città. Ma la zona iniziò ad essere abitata solo dopo le invasioni barbariche, quando gli abitanti preferirono le zone alte in grado di dominare le valli e avvistare eventuali minacce.  Alla fine del primo secolo, così come per Viterbo e altre zone, anche Montefiascone entrò a far parte dei possedimenti della Chiesa.

Grazie alla posizione privilegiata, fu sempre oggetto di contese, fortificato e nel 1207 posto a difesa delle terre di proprietà di Innocenzo III, quando la Chiesa stava valutando di rientrare in Italia dal suo esilio ad Avignone, nel 1353 fu inviato il cardinale Albornoz, con il compito di riaffermare l’autorità della Chiesa e trasformò il Castello della Rocca (noto oggi come Rocca dei Papi) nella centrale operativa più temibile dell’esercito Pontificio. Fu Papa Urbano V, nel 13569, a conferire a Montefiascone il rango di Città dotandola di diocesi; successivamente il porgo conobbe un breve periodo di declino che terminò nel 1600,  grazie alla lungimiranza del cardinale Marco Antonio Barbarigo che la riportò agli antichi splendori.

Dai giardini della Rocca dei Papi si staglia un panorama incredibilmente spettacolare su tutta la Tuscia, dai Monti Cimini e dalla Tolfa, al monte Amiata e al monte Argentario, da Viterbo e dalla Conca d’oro di Montefiascone, una  valle ricca di appezzamenti coltivati, allo splendore del Lago di Bolsena con le sue isole.

Chiesa di S MargheritaMontefiascone è un borgo ricco di monumenti visitabili, oltre a quelli già accennati, si ricorda il Duomo noto come Cattedrale di Santa Margherita, iniziata nel 1519 e ultimata a termine nel Seicento, la cui imponente cupola è seconda per dimensioni solo a quella di S. Pietro in Roma.

La chiesa romanica di Sant’Andrea, edificata nel secolo XI, si nota per la sua semplicità. Quanto entrate al vecchio borgo alzate lo sguardo e soffermatevi sulla Porta Aldrovandi, passaggio obbligato, e sul Palazzo comunale.

I mesi estivi, sopratutto Agosto, sono ricchi di sagre ed eventi eno-gastronomici come l’importante Fiera del vino dove si  espone e commerciano i migliori prodotti di tutto il territorio, tra cui il locale “Est! Est! Est!”, l’Aleatico di Gradoli o la Cannaiola di Marta.

La Fiera fa da apripista a varie altre manifestazioni, come  In Cantina con Defuk, percorso eno-gastronomico nelle vecchie cantine, spettacoli e concerti serali all’aperto, e   il Corteo Storico che rievoca la leggenda del vino Est!Est!!Est!!!.

Il Lago di Bolsena si trova nel alto Lazio, al confine con Umbria e Toscana, rientra nel complesso vulcanico Vulsinio ed è quinto per dimensioni in Italia. Da Capodimonte, il piccolo centro abitato che domina le sponde del lago è possibile effettuare una visita guidate a bordo di un battello, da qui si possono facilmente ammirare sia l’Isola Bisentina dove sono ospitate numerose chiese ormai sconsacrate e l’Isola Martana, famosa per essere stata la dimora della Regina Amalasunta.

Isola BisentinaL’isola Bisentina è caratterizzata da una natura quasi incontaminata, tra i folti ed antichi boschi di leccio (pianta autoctona) si possono scorgere i numerosi monumenti tra cui la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo del Vignola che risalta per la sua imponente cupola; il convento Francescano; il tempietto di Santa Caterina, conosciuto come la Rocchina, caratterizzato dalla pianta ottagonale del Sangallo e costruita su un colombario etrusco eretto su uno sperone di roccia a picco sul lago.

La nota cappella del Crocifisso che al suo interno custodisce affreschi del ‘400 ed infine la cosiddetta orribile Malta dei Papi, il carcere a vita per ecclesiastici colpevoli d’eresia, la cui strutture si limita ad una buia e piccola cella sita nel interno di una collina, il cui unico punto di luce arriva da piccola botola sita a 20 metri d’altezza. Il battello permette di vedere anche il lato Ovest, il Monte Tabor a Nord, gli strapiombi rocciosi ad Est e il verdeggiante lato meridionale.

Per quanto riguarda la cronistoria dell’isola, poche sono le tracce lasciate da etruschi e romani, ma i monumenti presenti sono la prova di precedente attività urbana; a partire dal IX secolo infatti le popolazioni iniziarono a rifugiarsi qui per scampare alle incursioni saracene, mentre verso la metà del 1200 il sito divenne proprietà dei signori di Bisenzio, che a causa di incomprensioni con gli isolani la abbandonarono dopo avergli dato fuoco.

Fu Papa Urbano IV a riconquistare l’isola nel 1261, ma purtroppo fu nuovamente distrutta nel 1333 da Ludovico il Bavaro, accusato d’eresia e scomunicato dal Papa. Nel 1400 sotto la proprietà dei Farnese conobbe un periodo di grande prosperità e visitata da numerosi Papi; successivamente nel 1635 durante il governatorato del duca di Castro, Odoardo Farnese, il quale determino la completa distruzione di Castro a seguito dell’inasprimento dei rapporti con la chiesa.

Dopo questo ultimo triste capitolo della storia, l’Isola Bisentina e l’isola Martana tornarono di proprietà della chiesa, per poi essere cedute a proprietà private.

MartanaPer quanto riguarda l’Isola Martana, che affaccia di fronte al abitato di Marta ad una distanza di circa 2 km, ha una caratteristica forma a mezza luna dovuta allo sprofondamento nel lago dell’altra metà del cratere vulcanico. La parte Nord dell’isola è caratterizzata da una ripida parete a strapiombo sul lago, invece la parete Sud essendo meno scoscesa favorisce la crescita di lecci ed ulivi.

Due sono gli episodi della della tradizione popolare che contraddistinguono l’isola, una vuole che nel 410 d.C. vi fossero nascoste le spoglie di Santa Caterina per sottrarle alle invasioni barbariche, l’altra invece si svolge durante il dominio dei Goti, qui venne segregata ed uccisa la regina Amalasunta per mano di un sicario ingaggiato dal di lei cugino e consorte Teodato per avidità e potere.  I primi cenni storici dell’isola Martana risalgono ad una bolla papale del 852 d.C. in riferimento al convento di S. Stefano, ivi costruito. Questo convento ha ospitato vari ordini di monaci: i Benedettini, gli Agostiniani e i Paolotti, ma già nel 1459, era ormai deserto.

Nel IX secolo la popolazione che si era qui rifugiata creo un comune dipendente, ma nel 1254 a seguito della nomina a podestà del conte Guittone di Bisenzio, la popolazione che non lo gradiva in poco tempo iniziò ad abbandonare l’isola, da qui in poi le sorti dell’sola Martana seguono quelle della vicina isola Bisentina. L’isola ora appartiene ad una società elettrica che la gestisce e controlla gli sbarchi sull’isola. 

Capodimonte, che come detto sorge sulle rive del lago, fa parte del comune dell’Isola Bisentina e si contraddistingue per il ricco turismo degli appassionati del lago. Si trova a m 334 sul livello del mare ed è distante 25 km a Nord-Ovest da Viterbo.Capodimonte

Lo sguardo viene subito catturato dall’imponente Rocca Farnese, che con la sua pianta ottagonale rappresenta il monumento più importante. La cittadina ha un attrezzato porto per barche a vela e a motore ed una spiaggia sempre affollata, questo ed un territorio ricco di storia la rendono una meta del turismo estivo.
La sua morfologia si deve all’intensa attività vulcanica della catena vulsinea, che cessò durante l’era quaternaria antica, il paesaggio è prevalentemente formato da colline che arrivano ad un massimo di 150 m dal livello del lago.

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