Questo è l’appello dei medici e non che hanno a cuore la salute dei Calabresi.

Ricevo e pubblico quanto segue.

Al Dipartimento tutela della salute

Al commissario ad acta

Al Commissario straordinario AOPC e Mater Domini

Al Prefetto di Catanzaro

Esponenti della comunità medica professionale e osservatori esterni attenti alle vicende sanitarie sottoscrivono questo documento sull’emergenza determinata dalla infezione da Covid-19   nella nostra regione. 

A fronte di inutili tavoli regionali che vedono ricomparire “vecchi soloni” che hanno contribuito allo sfascio del sistema sanitario regionale ci permettiamo di avanzare qualche concreta proposta per la città di Catanzaro e per l’intera Calabria.

Il dipartimento alla salute propone la riattivazione di posti letto in ospedali quali Rogliano, Tropea, Melito, Paola, Gioia Tauro. 

E’ questa la scelta migliore ?

Pensiamo che la criticità della situazione richieda la responsabile mobilitazione delle migliori risorse umane e strutturali.

Non è forse la nostra città dotata di un policlinico universitario strutturalmente moderno che concentra valide professionalità?

In questa grave emergenza avremmo piacere che venissero proposte operative anche dal mondo accademico. 

La regione Lombardia aveva pensato di attivare 500 posti letti dedicati alla cura dei pazienti con Covid-19 presso la fiera di Milano e Bergamo ha dovuto riattivare a degenza la vecchia lavanderia. 

Possiamo prevedere una attivazione di un numero consistente di posti letto presso il Policlinico Mater Domini? 

Si tratterebbe di attrezzare immediatamente, con livelli differente di intensità,  gli enormi spazi disponibili al Policlinico universitario ( si tratta di oltre 300 posti letto!) per non parlare di una seconda unità coronarica e di una seconda Rianimazione mai attivate.

Sono spazi che possono, ove fosse necessario accogliere tutti i casi calabresi assicurando a tutti il miglior trattamento tramite una task force integrata delle due Aziende con infettivologi, virologi, pneumologi e rianimatori senza sovraccaricare gli spazi ormai angusti dell’ospedale Pugliese ma utilizzandone le pfrofessionalità.

La Calabria è una regione commissariata per quanto riguarda la sanità chiediamo che in questa fase di criticità si affronti l’emergenza integrando, finalmente, il sistema accademico nella rete della sanità regionale.

Questo è l’appello dei medici e non che hanno a cuore la salute dei Calabresi.

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Io resto a casa

Ormai il dado è tratto.

Vista l’aggressività del virus e la sua facilità di propagazione, il Consiglio dei Ministri ha esteso la quarantena a tutta l’Italia. Le merci viaggiano ancora e molte attività lavorative con le dovute precauzioni continuano.

Dobbiamo fare la nostra parte, e restare il più possibile a casa per non aggravare la situazione. Sono giorni questi di coraggio, gli operatori sanitari, i medici e tutti gli ospedali stanno dando il massimo per fronteggiare questa emergenza. Tante sono le dimostrazioni di solidarietà e le raccolte fondi create per sopperire alle risorse limitate ed in esaurimento.

Fioccano i video dei personaggi del mondo dello spettacolo, che incoraggiano a stare a casa, riscoprire la famiglia e ciò che si può fare insieme stando a casa. E di cose c’è ne sono veramente tante: studiare insieme, leggere dei libri e riscoprire il piacere di commentarli insieme, rispolverare i vecchi giochi da tavolo.

Imparare cose utili da fare a casa, fare tutto quello che a causa del poco tempo che il lavoro o altre attività che ci costringevano a stare via da casa a lungo abbiamo sempre rimandato. Possiamo inventare giochi nuovi con i nostri figli, o far giocare i nostri animali domestici un po’ di più.

La vita non si ferma solo perché dobbiamo passare più tempo a casa.

Con le moderne applicazioni possiamo fare anche attività fisica e qual si voglia sport adatto a noi e a ciò che abbiamo a casa.

Possiamo finalmente cucinare quel piatto complicato che ci piace così tanto e che mangiavamo solo a casa della nonna. Oppure iniziare a dipingere o disegnare e perché no anche scrivere un diario con i nostri pensieri o altro per allontanare l’ansia e la preoccupazione.

Possiamo prenderci cura di noi stessi, con scrub, maschere, creme e massaggi fai da te.

Possiamo finalmente chiamare o scrivere a quegli amici lontani e che vediamo una volta all’anno.

Insomma di cose da fare a casa se ne trovano veramente tante, basta sbizzarrire la propria fantasia ed attitudine.

Il mio pensiero ora va a tutti coloro che ogni giorno si impegnano seriamente, per sconfiggere il Coronavirus e che lottano in prima linea e ringrazio.

Grazie a tutti quelli che mandano avanti l’economia, nel rispetto delle norme di sicurezza, e che garantiscono l’approvvigionamento dei beni alimentari.

Infine grazie a chi responsabilmente resta a casa.

Vi lascio con una bellissima riflessione della Psicologa Francesca Morelli:

“Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte.

Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare…

In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l’economia collassa, ma l’inquinamento scende in maniera considerevole. L’aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira…

In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.

In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all’altro, arriva lo stop.

Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro. Sappiamo ancora cosa farcene?

In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.

In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel “non-spazio” del virtuale, del social network, dandoci l’illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.

Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?

In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l’unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunità, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.

Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.

Perché col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto. Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo.”

#iorestoacasa

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2020 La società ai tempi del coronavirus

Da più di un mese si sta affrontando, in più paesi, l’emergenza dovuta all’estrema rapidità con cui il COVID-19 (Coronavisrus) si sta diffondendo da individuo ad individuo.

Sono tanti i casi di contagio, molte purtroppo le persone con patologie pregresse che sono morte sfiancate dal Coronavirus.

Il sistema sanitario italiano, che sta affrontando in prima linea il contagio, sembra essere quasi giunto al collasso, come riportano le agenzie di stampa. Il governo attraverso i canali media, oltre a chiarire le basilari indicazioni da adottare in caso di raffreddore ed influenza, diffonde anche informazioni utili su come riconoscere i sintomi del Coronavirus e cosa fare se si pensa di essere stati contagiati.

Le scuole, le Università, i teatri ed alcuni luoghi ad alta affluenza di persone sono stati chiusi in tutta Italia, al nord dove è scoppiato il focolaio del Coronavirus già da fine febbraio, per ora fino al 15 Marzo. Ma la data potrebbe subire ulteriori cambiamenti.

Tante società hanno aperto l’iter per il telelavoro ai propri dipendenti, per poter contenere il contagio.

Più passano i giorni, più aumentano gli aggiornamenti sul virus, più si assiste a diversi modi di affrontare questo particolare periodo da parte delle persone. Sulla rete internet sono comparsi a valanga meme (vignette satiriche) e video ridicoli sull’argomento. Anche la Francia ha mandato in onda su Canal+ un video satirico sulla pizza al Coronavirus che ha fatto indignare tante persone, subito ritirato con tanto di scuse da parte dell’emittente all’Ambasciatore italiano a Parigi.

Purtroppo è anche aumentata la psicosi, le persone hanno fatto scorte di prodotti per l’igiene in modo più alto del dovuto e le mascherine per la protezione sono quasi del tutto esaurite. Non sono mancati anche gli sciacalli che si sono approfittati del momento di crisi ed hanno iniziato a rivendere questi prodotti al mercato nero o su internet a prezzi esagerati.

Supermercati presi d’assalto come per affrontare l’apocalisse, e come se non bastasse la psicosi si è manifestata prima con la paura nel recarsi nei ristoranti cinesi fino ad arrivare anche a sfogare la rabbia con violenza fisica nei confronti degli asiatici, come riportato dalla stampa.

La storia continua a ripetersi, la pura soprattutto in determinati contesti prende il sopravvento sulla ragione ed oggi appare amplificata dalla lente d’ingrandimento di internet e dalla rapida divulgazione effettuata dai mass media. Come molti hanno fatto notare, sembra quasi di rivivere il periodo del contagio della peste descritto dal Manzoni nei Promessi Sposi, le paure e gli errori di allora sono gli stessi di oggi.

Sembra una contraddizione in essere assistere ad un alto numero di contagi proprio in un epoca in cui l’informazione è a portata di tutti e quindi si dovrebbe prestare maggiore attenzione verso se stessi e verso il prossimo:

  • se si hanno sintomi influenzali rimanere a casa;
  • se invece si è raffreddati è buona prassi tossire e starnutire nei fazzoletti usa e getta o, in assenza, all’interno del gomito;
  • rimanere a dovuta distanza dagli altri per evitare di contagiarli,
  • lavarsi spesso le mani.Coronavirus come lavare le mani

Ma appare chiaro che l’amor proprio non sempre è al primo posto e così viene meno anche il rispetto verso il prossimo, verso coloro che sono immunodepressi per le ragioni più diverse, per gli anziani che già sono indeboliti da altre patologie ed bambini. Dovremmo pensare a loro in un momento come questo,  mostrando maggiore sensibilità e maturità ed evitare di diffondere il contagio.

Fin dove dobbiamo arrivare per renderci conto che dobbiamo sempre agire con coscienza ed usare la ragione?

Nel 1998 Dj Ax con gli Articolo 31 cantava una canzone dal titolo 2030 , in cui c’è un passaggio che ultimamente mi torna sempre alla memoria:

“Questo è l’anno 2030 qui chi pensa è in minoranza
Ma non ha importanza non serve più (uhu)
2030 l’indifferenza è una virtù
I cyber-nazi fanno uno show in TV
I liberatori picchiano barboni in nome di Gesù, (uhu)
L’inno nazionale suona tipo marcia funebre
Il sesso virtuale è più salubre in quanto che c’è
Un virus che si prende tramite il sudore
E in 90 ore si muore
L’HIV in confronto sembra un raffreddore
È un esperimento bellico sfuggito
E il risultato è che nessuno fa l’amore
E io sono fuorilegge in quanto di questo parlo
In quanto penso a quando questo
Potevamo anche fermarlo”

Ripensando a queste parole mi chiedo, stiamo aspettando che tutto questo diventi la realtà? Quando cambieremo rotta?

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