Brecht Dance

Brecht Dance è uno spettacolo realizzato da Daniela Vitale ed Elena Gigliotti, che prende spunto dalle poesie di Brecht per dare corpo, movimento, suono e voce ai contenuti che veicola.

Una sorta di esercizio teatrale che porta l’attore ad affrontare un percorso di straniamento in cui consapevole di essere visto realmente, una volta staccatosi dal personaggio, dal palco stimola lo spettatore a riflettere sui temi trattati e non ad immedesimarsi in essi!

Questo del 2, 3 e 4 febbraio 2023, è stato un secondo assaggio, il primo è stato presentato a maggio 2021 ancora in tempo di covid all’interno di Atlantide e proseguirà arricchendosi di sempre nuovi contenuti e spunti di riflessione.

Ma come nasce la volontà di realizzare questo progetto? Tutto inizia in periodo di covid quando una comunità di artisti si incontra su piattaforme web, che diventano città virtuali (Atlantide ndr) all’interno delle quali si interrogano sul senso del proprio lavoro.

Da qui parte la decisione di dare vita sul sito produzionidalbasso, alla campagna ideata dagli attori Elena Gigliotti, Dario Aita e Daniela Vitale, finalizzata alla realizzazione dello spettacolo “Brecht Dance” che nasce come una pillola di senso, un’azione artistica in un tempo e uno spazio vivo, del quotidiano; una docu-performance, una terapia urbana collettiva.

Lo spettacolo è sicuramente di successo perché tocca temi attuali, attraverso interviste e testimonianze, va a sollecitare le coscienze che troppo spesso sono sopite da una quotidianità soporifera ed accomodante.

Daniela Vitale in Brecht Dance

Ciò che avviene durante lo spettacolo è un atto di amore e rispetto verso coloro che hanno affidato le loro testimonianze intrise di sogni, riflessioni e pensieri, si dona visibilità agli umili, troppo spesso negata da una società che non ama condividere e non si incontra, insomma che non è più comunità.

Complimenti a Daniela Vitale che porta in scena con coraggio una parte importante ed intima della propria esperienza, calca da sola l’intera scena con grazia ed un’energia prorompente usando ogni fibra del suo corpo.


Foto: locandina dello spettacolo e Mauro D’Agati

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Violenza sul lavoro a Soverato la storia continua

Soverato (Cz) – Continua la vicenda della ragazza che ieri ha postato sui social il video dell’aggressione, non solo verbale, subita dal datore di lavoro.

Dopo un tam tam sui social dove ha ricevuto sostegno ed offerte di lavoro, la vicenda prosegue dai carabinieri, dove è stata sporta regolare denuncia da entrambe le parti: datore di lavoro e dipendente.

Ognuno fornendo la propria versione dei fatti, secondo quanto riportato dal titolare, la ragazza aveva un regolare contratto di lavoro e si sarebbe presentata al ristorante rifiutandosi di iniziare il turno perché, secondo lei la paga ricevuta e che il titolare del ristorante ha dimostrato di averle corrisposto, non era adeguata al lavoro svolto, nonostante fosse quanto pattuito al momento della firma del contratto.

Da qui l’episodio tristemente noto sul quale farà luce l’attività investigativa dei carabinieri e la successiva valutazione dell’autorità giudiziaria per definire correttamente le responsabilità.

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Chi è Roberta Metsola, la nuova presidente del Parlamento Europeo?

Roberta Metsola è avvocata specializzata in diritto e politica europea, ha lavorato come addetta alla cooperazione legale e giudiziaria di Malta all’interno della Rappresentanza permanente di Malta presso l’Unione europea.

Attiva in politica fin da giovane: fu membro della formazione giovanile del Partito Nazionalista, il Moviment Zgħazagħ Partit Nazzjonalista, e dell’European Democrat Students, movimento giovanile del Partito Popolare Europeo, di cui è stata anche segretario generale.

Già candidata alle elezioni europee del 2004 e a quelle del 2009, ma senza essere eletta. Nel 2013 però ha preso il posto di Simon Busuttil, dimessosi per essere stato eletto al parlamento maltese.

Alle successive elezioni europee, del 2014 e del 2019, venne rieletta raccogliendo il più alto numero di voti del suo partito.

Successivamente, il 12 novembre 2020, viene eletta prima vicepresidente vicaria del Parlamento europeo, sostituendo l’irlandese Mairead McGuinness, dimessasi dopo la nomina a commissario europeo.
È la prima maltese a diventare vicepresidente.
L’11 gennaio 2022 subentra come Presidente del Parlamento europeo ad interim dopo la scomparsa di David Sassoli e successivamente, il 18 gennaio, viene eletta Presidente del Parlamento europeo con 458 voti.

Foto: Rainews

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La cultura che posto ha in Italia?

Recentemente Danilo Rossi, prima viola alla Scala di Milano, ha inviato ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera un’accorata lettera in cui si domanda quale posto abbia la cultura in Italia.

Di seguito si riporta quanto scritto nella lettera.
“Carissimo, dopo una estate stracolma di allori sportivi, medaglie, campionati europei vinti, l’autunno é il periodo dei grandi concorsi internazionali musicali. Al Concorso Pianistica Chopin di Varsavia l’Italia ha ottenuto il quinto premio con Leonora Armellini, 29 anni e il secondo premio con Alexander Gadjiev 27 anni. Al concorso violinistico Paganini di Genova invece l’Italia con Giuseppe Gibboni 20 anni ha vinto il Primo Premio assoluto, cosa che non succedeva da 24 anni. In nessun giornale nazionale e in nessuna TV nazionale é stata data questa notizia. Inoltre nessun politico con ruoli istituzionali importanti, dalla cultura alla scuola all’università, ne ha parlato. Mi risulta che i vincitori di medaglie varie, olimpiche o tornei, dal tennis al volley, vengono invitati dal Presidente del Consiglio o addirittura dal Presidente della Repubblica. La cultura al primo posto? Se fosse veramente così questi straordinari giovani sarebbero su tutti i giornali e su tutte le televisioni e sarebbero già stati invitati dalle più alte cariche dello Stato. Invece nulla di tutto questo è accaduto. Quindi in realtà siamo il terzo mondo culturale? Mi piacerebbe avere un riscontro a questa mia domanda. La ringrazio.

P. S. Aggiungo anche che pochi giorni fa l’Accademia Bizantina, ensemble italiano di musica barocca ha vinto ai Grammy il premio come seconda miglior orchestra al mondo! Anche in questo caso, silenzio totale!

Con stima.
Danilo Rossi
Prima viola Solista Orchestra Teatro alla Scala di Milano”.

Viste queste parole ed appreso quanti successi l’Italia abbia ottenuto in molti campi, non solo nello sport, e viste le recenti drastiche disposizioni attuate durante il momento più difficile della pandemia nei confronti del mondo dello spettacolo, il quale ha subito un duro colpo; anche noi ci domandiamo: La cultura che posto ha in Italia?

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Buon compleanno Italia Nostra

Quest’anno Italia Nostra compie Sessantasei anni dalla sua fondazione e attività di protezione dei beni culturali italiani.

Nata nel lontano 1955 in pieno boom economico, durante gli anni della ricostruzione, dalla volontà di un gruppo di intellettuali che sentì la necessità ed il dovere di proteggere la memoria storica e culturale del paese dall’urbanizzazione selvaggia e dal cieco interesse economico.

Tante sono state le battaglie intraprese da Italia Nostra a protezione del patrimonio artistico dell’Italia, se ancora oggi abbiamo una memoria storica, edifici e monumenti di grande pregio che definiscono la nostra identità culturale lo dobbiamo al loro impegno.

In occasione di questa ricorrenza e sopratutto come biglietto di presentazione ai più giovani, è stato divulgato un interessante documentario realizzato dal settore Educazione al Patrimonio Culturale di Italia Nostra e dalla Compagnia Velia di Cecchini Officine Teatrali, in occasione dei Sessant’anni di Italia Nostra, che ripercorre le tappe più rilevanti della storia associativa, che spiega anche quali battaglie sono state affrontate e quali ancora oggi sono sul tavolo delle trattative.

Grazie al loro modo di vedere le città con il loro monumenti ed edifici storici, nonché il paesaggio circostante, oggi siamo in grado di poter vivere ed interagire con esse, infatti non le percepiamo come città museo belle da vedere e contemplare, ma come beni paesistici parte integrante delle nostre vite.

Spesso diamo per scontato ciò che abbiamo intorno perché fa ormai parte del nostro vissuto, ma non dobbiamo dimenticare il lavoro di chi ha permesso che questo fosse possibile. Un‘associazione lungimirante che già negli anni Sessanta aveva visto la necessità di abbandonare il carbone fossile (il petrolio) perché in esaurimento oltre che inquinante, per cercare energie alternative e di lunga durata come il solare. Oggi la lotto continua contro la volontà di imporre l’eolico, che non solo non é in grado di sopperire alle necessità dell’intero paese, ma anche invasivo e deturpante sul piano paesaggistico.

Le generazioni che verranno dovranno essere in grado di lottare affinché la memoria storica rappresentata dai paesaggi e dal patrimonio artistico italiano non venga cancella a favore degli interessi economici del momento, ma perduri nel tempo.

Nel video tra i personaggi che hanno fondato Italiana Nostra emerge il nome di Desideria Pasolini dall’Onda, recentemente scomparsa, dopo un secolo e un anno di vita culturalmente molto intenso. Autentica protagonista dell’ambientalismo italiano e della tutela del nostro patrimonio, fu anche presidente di Italia Nostra dal 1998 al 2005, ma è stata per anni attivissima anche nell’Adsi-Associazione Dimore Storiche Italiana.

Con lei se ne va l’ultima firmataria dell’atto del 1955, sottoscritto anche da Umberto Zanotti Bianco, Elena Croce, Pier Paolo Trompeo, Giorgio Bassani, Luigi Magnani Rocca e Hubert Howard.

Italia Nostra ha voluto renderle omaggio ricordando le parole che Pasolini dall’Onda ha speso in una lunga intervista pubblicata sul Bollettino di Italia Nostra nel 2013, in cui ella ricorda le tante battaglie ma soprattutto spiega le finalità innovative e rivoluzionarie che erano alla base dell’idea associativa: “A differenza delle altre realtà che già esistevano noi siamo stati la prima associazione di volontari che voleva proteggere tutto il patrimonio culturale nella sua interezza. Avevamo cioè una visione nuova “globale”: non volevamo solo proteggere quel determinato castello, quella villa o quel monumento, ma tutto il loro contesto e l’ambiente. Così facendo abbiamo reso pubblico il concetto di territorio. Adesso tutti ne parlano, ma a quell’epoca no. Sentivamo il dovere di conoscerlo e salvarlo”.

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Once upon a time… Rasiglia

Questo racconto potrebbe iniziare con “C’era una volta” perché il luogo che sto per descrivere ha tutti gli attributi per entrare nel mondo delle fiabe: piccolo, lontano dalla città, circondato dalla natura e dall’acqua.

Dunque come tutte le fiabe che si rispettano val la pena iniziare con una poesia, ma questa in partisolare è stata scritta proprio per questo paese da Luciano Cicioni: Ruscelletti sussurranti Allettanti melodie Scendon freschi e spumeggianti In un dedalo di vie! Giulia intensa e misteriosa Lentamente al cuor ti piglia Il pensier sereno posa_ Ah! Dolcissima Rasiglia!

Rasiglia specchi d’acqua

Proprio come la poesia racconta, Rasiglia è un piccolo e dolce paese, termine che si adatta alla perfezione a questo bomboniera che si sviluppa lungo il costone della montagna, a 600 metri di altitudine, nella conformazione tipica ad anfiteatro.

Sovrastata dall’antica roccaforte, che ancora si erge in tutta la sua maestosità, il paese ha la tipica struttura del borgo medievale, anche se purtroppo distrutto dal terremoto del 1997 è stato poi ricostruito con rispetto ed armonia del territorio e delle strutture originali, anche se poco è rimasto di autentico i segni del passato sono sempre presenti. Gli sforzi fatti dagli abitanti per mantenere viva la memoria storica sono ripagati dalla grande affluenza di turisti.

Nel XIV secolo data la sua posizione Rasiglia rappresentava un punto strategico per il controllo della valle del Menotre ed era inoltre vicina ad un importante snodo commerciale tra Roma e la Marca Anconitana, per questo la famiglia Trinci decise di stabilire alcune sue proprietà, tra cui alcune case, un molino ed una gualchiera. Nel Seicento la posizione di Rasiglia e la facilità di riferimento dell’acqua garantirono il proliferare di attività artigianali, tra cui la tessitura di cui i posso no ancora oggi ammirare telai e cardatori, perfettamente conservati.

A parte la triste parentesi dovuta ai rastrellamenti nazifascisti durante la seconda guerra mondiale, a causa dei quali furono deportati due abitanti del paese; Rasiglia ha potuto godere di una florida economica sopratutto dal 1945 al 1980.

Ciò che colpisce di Rasiglia e che l’ha resa famosa come la “Piccola Venezia dell’Umbria” sono i corsi d’acqua costruiti per poter sfruttare appieno la corsa idrica generata dalla sorgente Capovena.

Il Borgo è veramente graziosa, possiede una forza che catalizza l’attenzione a ti porta a continuare a girare da un punto all’altro per non lasciare nessun’ angolo inesplorato. La cucina è quella tipica umbra e può essere gustata nei piccoli ristoranti ed osterie sparsi per il borgo.

La nuova veste di Rasiglia ha portato anche la nascita di alcuni eventi culturali, di questi si ricordano: Rasiglia, Paese presepe, dal 26 dicembre al 6 gennaio; Penelope a Rasiglia, il telaio tradizionale, che si tiene il primo fine settimana di giugno compatibilmente con le altre festività nazionali.

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Questo è l’appello dei medici e non che hanno a cuore la salute dei Calabresi.

Ricevo e pubblico quanto segue.

Al Dipartimento tutela della salute

Al commissario ad acta

Al Commissario straordinario AOPC e Mater Domini

Al Prefetto di Catanzaro

Esponenti della comunità medica professionale e osservatori esterni attenti alle vicende sanitarie sottoscrivono questo documento sull’emergenza determinata dalla infezione da Covid-19   nella nostra regione. 

A fronte di inutili tavoli regionali che vedono ricomparire “vecchi soloni” che hanno contribuito allo sfascio del sistema sanitario regionale ci permettiamo di avanzare qualche concreta proposta per la città di Catanzaro e per l’intera Calabria.

Il dipartimento alla salute propone la riattivazione di posti letto in ospedali quali Rogliano, Tropea, Melito, Paola, Gioia Tauro. 

E’ questa la scelta migliore ?

Pensiamo che la criticità della situazione richieda la responsabile mobilitazione delle migliori risorse umane e strutturali.

Non è forse la nostra città dotata di un policlinico universitario strutturalmente moderno che concentra valide professionalità?

In questa grave emergenza avremmo piacere che venissero proposte operative anche dal mondo accademico. 

La regione Lombardia aveva pensato di attivare 500 posti letti dedicati alla cura dei pazienti con Covid-19 presso la fiera di Milano e Bergamo ha dovuto riattivare a degenza la vecchia lavanderia. 

Possiamo prevedere una attivazione di un numero consistente di posti letto presso il Policlinico Mater Domini? 

Si tratterebbe di attrezzare immediatamente, con livelli differente di intensità,  gli enormi spazi disponibili al Policlinico universitario ( si tratta di oltre 300 posti letto!) per non parlare di una seconda unità coronarica e di una seconda Rianimazione mai attivate.

Sono spazi che possono, ove fosse necessario accogliere tutti i casi calabresi assicurando a tutti il miglior trattamento tramite una task force integrata delle due Aziende con infettivologi, virologi, pneumologi e rianimatori senza sovraccaricare gli spazi ormai angusti dell’ospedale Pugliese ma utilizzandone le pfrofessionalità.

La Calabria è una regione commissariata per quanto riguarda la sanità chiediamo che in questa fase di criticità si affronti l’emergenza integrando, finalmente, il sistema accademico nella rete della sanità regionale.

Questo è l’appello dei medici e non che hanno a cuore la salute dei Calabresi.

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2020 La società ai tempi del coronavirus

Da più di un mese si sta affrontando, in più paesi, l’emergenza dovuta all’estrema rapidità con cui il COVID-19 (Coronavisrus) si sta diffondendo da individuo ad individuo.

Sono tanti i casi di contagio, molte purtroppo le persone con patologie pregresse che sono morte sfiancate dal Coronavirus.

Il sistema sanitario italiano, che sta affrontando in prima linea il contagio, sembra essere quasi giunto al collasso, come riportano le agenzie di stampa. Il governo attraverso i canali media, oltre a chiarire le basilari indicazioni da adottare in caso di raffreddore ed influenza, diffonde anche informazioni utili su come riconoscere i sintomi del Coronavirus e cosa fare se si pensa di essere stati contagiati.

Le scuole, le Università, i teatri ed alcuni luoghi ad alta affluenza di persone sono stati chiusi in tutta Italia, al nord dove è scoppiato il focolaio del Coronavirus già da fine febbraio, per ora fino al 15 Marzo. Ma la data potrebbe subire ulteriori cambiamenti.

Tante società hanno aperto l’iter per il telelavoro ai propri dipendenti, per poter contenere il contagio.

Più passano i giorni, più aumentano gli aggiornamenti sul virus, più si assiste a diversi modi di affrontare questo particolare periodo da parte delle persone. Sulla rete internet sono comparsi a valanga meme (vignette satiriche) e video ridicoli sull’argomento. Anche la Francia ha mandato in onda su Canal+ un video satirico sulla pizza al Coronavirus che ha fatto indignare tante persone, subito ritirato con tanto di scuse da parte dell’emittente all’Ambasciatore italiano a Parigi.

Purtroppo è anche aumentata la psicosi, le persone hanno fatto scorte di prodotti per l’igiene in modo più alto del dovuto e le mascherine per la protezione sono quasi del tutto esaurite. Non sono mancati anche gli sciacalli che si sono approfittati del momento di crisi ed hanno iniziato a rivendere questi prodotti al mercato nero o su internet a prezzi esagerati.

Supermercati presi d’assalto come per affrontare l’apocalisse, e come se non bastasse la psicosi si è manifestata prima con la paura nel recarsi nei ristoranti cinesi fino ad arrivare anche a sfogare la rabbia con violenza fisica nei confronti degli asiatici, come riportato dalla stampa.

La storia continua a ripetersi, la pura soprattutto in determinati contesti prende il sopravvento sulla ragione ed oggi appare amplificata dalla lente d’ingrandimento di internet e dalla rapida divulgazione effettuata dai mass media. Come molti hanno fatto notare, sembra quasi di rivivere il periodo del contagio della peste descritto dal Manzoni nei Promessi Sposi, le paure e gli errori di allora sono gli stessi di oggi.

Sembra una contraddizione in essere assistere ad un alto numero di contagi proprio in un epoca in cui l’informazione è a portata di tutti e quindi si dovrebbe prestare maggiore attenzione verso se stessi e verso il prossimo:

  • se si hanno sintomi influenzali rimanere a casa;
  • se invece si è raffreddati è buona prassi tossire e starnutire nei fazzoletti usa e getta o, in assenza, all’interno del gomito;
  • rimanere a dovuta distanza dagli altri per evitare di contagiarli,
  • lavarsi spesso le mani.Coronavirus come lavare le mani

Ma appare chiaro che l’amor proprio non sempre è al primo posto e così viene meno anche il rispetto verso il prossimo, verso coloro che sono immunodepressi per le ragioni più diverse, per gli anziani che già sono indeboliti da altre patologie ed bambini. Dovremmo pensare a loro in un momento come questo,  mostrando maggiore sensibilità e maturità ed evitare di diffondere il contagio.

Fin dove dobbiamo arrivare per renderci conto che dobbiamo sempre agire con coscienza ed usare la ragione?

Nel 1998 Dj Ax con gli Articolo 31 cantava una canzone dal titolo 2030 , in cui c’è un passaggio che ultimamente mi torna sempre alla memoria:

“Questo è l’anno 2030 qui chi pensa è in minoranza
Ma non ha importanza non serve più (uhu)
2030 l’indifferenza è una virtù
I cyber-nazi fanno uno show in TV
I liberatori picchiano barboni in nome di Gesù, (uhu)
L’inno nazionale suona tipo marcia funebre
Il sesso virtuale è più salubre in quanto che c’è
Un virus che si prende tramite il sudore
E in 90 ore si muore
L’HIV in confronto sembra un raffreddore
È un esperimento bellico sfuggito
E il risultato è che nessuno fa l’amore
E io sono fuorilegge in quanto di questo parlo
In quanto penso a quando questo
Potevamo anche fermarlo”

Ripensando a queste parole mi chiedo, stiamo aspettando che tutto questo diventi la realtà? Quando cambieremo rotta?

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Gutenberg Calabria. Premio Andersen 2019

Catanzaro- Oggi inizia ufficialmente la 17esima edizione della Fiera del libro, della multimedialità e della musica, organizzata dall’Associazione Gutenberg Calabria.

Questa edizione, che coinvolge cinque province della Regione con in calendario 150 incontri e ospita 60 autori, non è priva di sorprese, infatti è accompagnata da un’importante riconoscimento l’assegnazione del 38esimo Premio Andersen come “Protagonisti della Cultura per l’infanzia 2019”.

Premio Andersen 2019 al Gutenberg Calabria

“Per essere da sedici anni un progetto capace di crescere nel tempo, all’insegna delle idee, della passione e della competenza. Per aver messo al centro, partendo dalle scuole, l’importanza e la valenza educativa del libro. Per la capacità di rappresentare al meglio le non comuni potenzialità creative e il fermento culturale di una terra non facile come la Calabria” questa la motivazione espressa dalla Giuria per l’assegnazione del Premio Andersen.

Un grande traguardo per questo progetto nato dalle idee e dalla determinazione di Armando Vitale, presidente dell’Associazione Gutenberg Calabria e della Fondazione Imes, quando ancora era dirigente scolastico del liceo classico Galluppi di Catanzaro, che ha saputo trasmettere la stessa attenzione al progetto anche all’attuale dirigente scolastica Elena De Filippis, affiancata dalla referente del progetto regionale Gutenberg Ragazzi, Rosetta Falbo, che ritirerà il premio Andersen il 25 maggio presso Palazzo Ducale a Genova, proprio nel giorno in cui a Catanzaro si chiuderà questa edizione del Gutenberg.

Progetto Gutenberg Calabria 2019

Questo anno la Fiera del libro di Calabria, promossa dall’associazione Gutenberg Calabria e Fondazione Imes con il liceo classico Galluppi di Catanzaro alla guida,  ha come tema “Dedalo Icaro”, due metafore che rappresentano il valore della lettura e della cultura più in generale come strumento per uscire da ogni forma di labirinto.

A guidare al di fuori di questo labirinto, per rimanere all’interno della metafora, saranno autori di rilevanza nazionale tra i quali, Giovanni Impastato, Giuseppe Lupo, Mauro Bonazzi, Lisa Ginzburg, Luca Simonetti e Pif; non mancheranno scrittori calabresi come Carmine Abate, Domenico Dara, Piero Bevilacqua e Mimmo Gangemi.

Come tradizione, questa kermesse vede confermata la Sezione Ragazzi con 21 autori in cartellone; la sezione Off con workshop, laboratori e dibattiti incentrati su diversi temi di attualità, sopratutto l’ambiente, nello specifico dedicato alla figura di Greta Thunberg attuale portavoce delle nuove generazioni e agli insegnamenti di Papa Francesco.

“Ricca e partecipata con decine di scuole calabresi, associazioni, biblioteche che animeranno giornate intense – come espresso da Armando Vitale lo scorso 15 Maggio in conferenza stampa e riportato dal Corriere Calabria – il Progetto Gutenberg ha il suo ancoraggio primario nei libri, pretende che si legga il più possibile prima di discutere con gli autori. Quello che offriamo ai nostri ragazzi è la linfa dei libri: dobbiamo insegnare ai ragazzi ad essere autonomi nel pensare». L’intento di Armando Vitale, sempre come riporta il Corriere Calabria, è di riuscire a creare una scuola “che non sia subalterna al mercato del lavoro, una scuola viva in cui ci sia spazio: siamo per una scuola che non venga trasformata in una camera iperbarica, ricca di batteri positivi».

Per maggiori informazioni sugli appuntamenti in programma visitate il sito, la pagina Facebook o il profilo Instagram del Gutenberg Calabria.

 

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Donne, corpo ed immagine tra Ottocento e Novecento

La GAM- Galleria d’Arte Moderna Comunale di Roma, sita in via Francesco Crispi 24 a pochi passi da piazza Barberini, ospita già dallo scorso 24 Gennaio la mostra DONNE. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione.

Questa esposizione rappresenta una sorta di mappa storico culturale sull’evoluzione della donna dal’Ottocento al Novecento, cambiamento del ruolo sociale e di conseguenza anche dell’immagine di cui essa stessa si riappropria, ridefinendone così i contorni e le varie sfumature. Non più oggetto, la donna ritorna ad essere soggetto sempre più libero della connotazione stereotipata a cui l’immaginario maschile l’aveva relegata.

La mostra, che si concluderà il 13 Ottobre prossimo, è una sorta di testimone che si consegna alle generazioni future attraverso le lotte intraprese per la conquista di quei diritti da sempre negati. Molto è stato fatto ma ancora lunga è la strada per un totale riconoscimento degli stessi, si pensi alla differenza salariale (più volte denunciata anche in Commissione Europea), alla impossibilità per molte di raggiungere i vertici della carriera, le quote rosa che non devono essere considerate come una concessione.

Secondo la genesi, nel mondo cattolico la donna nasce da una costola dell’uomo e quindi dovrebbe essere uguale e non inferiore ad esso. Tuttavia la storia è costellata da pregiudizi e consapevole asservimento della donna.

Questa mostra accompagna lo spettatore in una sorta di viaggio attraverso la storia, le lotte e le conquiste, dell’universo femminile, passando attraverso la rappresentazione che di essa, la pittura prima e poi il cinema, hanno delineato. Da semplice oggetto da ammirare, a soggetto attivo che si interroga sulla propria identità per giungere alla presa di coscienza del ruolo di donna autonoma e libera.

In mostra sono presenti circa 100 opere, tra dipinti, sculture, grafica, fotografia e video, di cui alcune esposte per la prima volta ed altre assenti da lungo tempo dalle scene espositive, tutte provenienti dalle collezioni d’arte contemporanee capitoline.

Questa esposizione aiuta a capire quali sono stati nel tempo i passaggi cruciali che hanno segnato la svolta, a volte musa ispiratrice altre volte maliziosa tentatrice, come testimoniano i pittori dell’Ottocento e le splendide pellicole cinematografiche che mostrano le prime dive dell’epoca moderna, donne consapevoli ed autonome, attrici del proprio destino come testimoniato dai documentari e video della Cineteca di Bologna e dell’Archivio dell’Istituto Luce-Cinecittà.

La Grande guerra rappresenta un passaggio cruciale per l’evoluzione del ruolo della donna nella società, i cambiamenti politici ed economici e la rottura dei valori tradizionali aprono la strada per una nuova donna.

Insieme alla donna cambia anche la famiglia, soprattutto a seguito delle nuove teorie psicologiche introdotte dagli studi di Freud che sovvertono il modo di vedere e vivere la famiglia.

La donna moderna è il risultato dell’inarrestabile cammino delle suffragette, delle singole donne (come Franca Viola) ed ancora delle lotte dei movimenti collettivi femminili tra cui l’UDI-Unione Donne Italiane, come testimoniano i numerosi documenti presenti in mostra provenienti da ARCHIVIA – Archivi Biblioteche Centri Documentazione delle Donne.

“Donna non si nasce, lo si diventa” come affermava Simone de Beauvoir , attiva sostenitrice dei movimenti a sostegno dei diritti delle donne, con il suo libro il Secondo Sesso (Francia 1949) diviene spunto di riflessione sull’essere donna e simbolo della contestazione degli anni 70.

A partire da aprile, fino alla conclusione della mostra, verranno organizzati degli incontri interdisciplinari (letture, performances, presentazioni, proiezioni, serate musicali e a tema) sulle tematiche affrontate dalla mostra.

Lungo il percorso espositivo sarà anche possibile apprezzare alcune delle opere di Fausto Pirandello, tra cui Il remo e la pala  proveniente dal Museo del Novecento di Milano.

La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Cineteca di Bologna, Istituto Luce-Cinecittà.

Per i possessori della MIC Card l’ingresso alla mostra è gratuito.

Si avvisa anche che la Galleria d’Arte Moderna Comunale dalla prossima primavera lancerà, sul suo sito web e sui social, un contest fotografico con l’hastag #donneGAM, con il quale il pubblico potrà inviare fotografie di donne protagoniste della propria storia famigliare. Tutte le fotografie saranno trasmesse in mostra, tramite un monitor, in un’area appositamente allestita.

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Due sorelle e una stanza di libri

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