Lo scorso 2 Novembre ci ha lasciati il grande Gigi Proietti. La scia di incredulità, dispiacere e lacrime che la notizia della sua morte ha lasciato dietro di se, rappresenta il grande valore che Gigi Proietti era riuscito a costruire.
Non credo di sbagliare dicendo che tutti aspettavamo con ansia i suoi lavori, che fossero fiction, film o show, lui sapeva coinvolgerti con la classe e l’eleganza dei grandi artisti.
Gigi Proietti sapeva dimostrare un profondo rispetto per ciò che faceva ed aveva anche un grande senso di responsabilità nei confronti del suo pubblico.
Un cavaliere, un uomo galante.
Gigi Proietti era una garanzia di successo per ogni lavoro, se c’era il suo nome in cartellone o nel programma allora eri sicuro di vedere un buon prodotto. Si presentava al pubblico con il suo folgorante sorriso, catturava l’attenzione con le sue movenze e riempiva gli animi con la sua sconfinata cultura.
Ha detto bene chi ha scritto che Roma piange il suo ultimo Rugantino, ma a piangere non è stata solo Roma ma l’Italia intera.
Dal 2 novembre siamo tutti un po’ orfani, privati dell’antica grazia e di quella completezza che caratterizzava artisti come lui.
In tanti gli hanno reso omaggio come potevano, al Tufello, quartiere di Roma dove era nato, è stato realizzato un enorme murale dipinto dallo street artist romano Lucamaleonte, su iniziativa della Regione Lazio e della società giallorossa attraverso la Fondazione Roma Cares.
Inoltre dopo l’intitolazione a Proietti del Silvano Toti Globe Theatre, dall’Associazione culturale Fellini arriva la proposta, indirizzata alla sindaca, di dedicargli un museo che sia anche Casa della romanità.
Scrivere in suo ricordo è stato difficile dopo tutte le parole meravigliose che sono state dedicate a lui durante la celebrazione laica del 5 Novembre, presso il suo Globe Theatre dai suoi amici, colleghi e ed allievi. Ma un blog di cultura come questo non poteva glissare su una simile notizia.
Luigi Proietti è nato a Roma il 2 novembre 1940 ed è deceduto 2 novembre 2020
Lascia la moglie Sagitta Alter e le figlie Carlotta e Susanna
Qui la sua bibliografia
Grazie Gigi per l’immenso patrimonio che ci hai lasciato.
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