Addio a Francesco Nuti

Francesco Nuti è morto ieri 12/6/23 dopo una vita per la maggior parte passata a combattere contro i problemi legati all’incidente domestico occorso nel 2006 che lo portò ad essere ricoverato al Policlinico Umberto I per un ematoma cranico che lo mandò in coma.

Una vita tra alti e bassi, difficoltà nel saper gestire gli insuccessi.

Attore e regista, il successo arriva negli anni ’80 con quel tipo di commedia romantica dal “retrogusto amaro” che ha avuto grande presa sugli autori comici delle generazioni successive.

Con la sua leggerezza e la marcata cadenza dialettale che dava ai suoi personaggi, Nuti è riuscito a conquistare i box office grazie a commedie brillanti dai toni vagamente surreali come: Io, Chiara e lo Scuro, Casablanca, Casablanca, Tutta colpa del paradiso, Stregati, Caruso Pascoski di padre polacco, Willy Signori e vengo da lontano, ancora Donne con le gonne, pellicola di grande successo che negli anni 1991/92 fu su tutti campione di incassi, fu anche il periodo di maggior successo per la sua carriera, in quanto non solo ne fu sceneggiatore e regista ma anche interprete e protagonista al fianco della bellissima Carole Bouquet.

Il suo esordio fu però nel cabaret, i cui monologhi si scriveva da solo; durante una sua esibizione venne notato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci che lo coninvolsero nel gruppo I Giancattivi, e sotto la direzione di Benvenuti lavorò per la prima volta nel cinema in Ad ovest di Paperino (1981), una rielaborazione delle opere del terzetto.
Con il trio partecipò anche a diverse trasmissioni televisive di successo, ricordiamo, Non stop (1977-78) del regista Enzo Trapani su Raiuno.

Da qui inizia la carriera solista prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi.

Il blackout arriva nel negli anni ’90 quando i consensi per i suoi lavori non sono paragonabili ai precedenti, da qui la depressione, l’abuso di alcol ed il tentato suicidio; l’epilogo con l’incidente del 2006 che lo allontana definitivamente dal palcoscenico.

Ma noi preferiamo ricordarlo quando ancora i suoi demoni non l’avevano oscurato.

Donne con le gonne

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Si chiude il capitolo storico su Berlusconi

Arriva oggi, 12/06/23, la notizia della morte di Berlusconi, avvenuta dopo l’ultimo ricovero per problemi ematici.

In tanti hanno espresso cordoglio alla famiglia e stupore per la sua scomparsa.

La notizia rimbalza sui media di tutto il mondo per il ruolo avuto in abito politico ed industriale.

Berlusconi, amato ed odiato per i suoi eccessi, nel bene e nel male ha contribuito a scrivere un capitolo importante della storia dell’Italia, è stato una personalità forte ed accentratrice, concentrando su di se i fari dell’opinione pubblica di Italia e del mondo. È riuscito a governare l’Italia in modo del tutto personale stravolgendo la politica interna, ha saputo intrattenere ottime relazioni in ambito di politica estera, sopratutto agli inizi della sua carriera.

Abile oratore, ha aperto la strada ad un nuovo modo di fare Comunicazione (gli studi di scienze della Comunicazione sono nati a seguito di richieste di queste figure nelle sue aziende e per la sua personale propaganda), la tv privata è stata da lui introdotta per la prima volta in Italia nel 1980, mentre già nel 1964 la sua azienda ha iniziato a costruire quella che poi divenne Milano-2.

In quanto a lungimiranza e spirito imprenditoriale Berlusconi, che fu insignito Cavaliere del lavoro nel 1977, è sempre stato preso ad esempio ed anche oggetto di studio in diverse discipline, la giornalista Ida Dominianni ha anche scritto un libro sulla sua controversa figura e discesa al potere (Il trucco-Futura edizioni).

Come tutti gli uomini di successo, la sua figura è sempre stata molto discussa, tante sono le ombre che lo circondano e che lo hanno portato ad essere al centro di indagini e battaglie legali, incominciando dall’inchiesta di “mani pulite“, che lo vide coinvolto in quanto vicino a Bettino Craxi, per finire al Rubygate.

Nel 1994 quando Berlusconi entrò in politica e vinse le elezioni tentò anche di coinvolgere Di Pietro e Davigo (i pm che avevano aperto l’inchiesta di “mani pulite”) nel tentativo di poter manipolare l’inchiesta a suo favore, proponendo la carica di ministro dell’interno al primo e di ministro della giustizia al secondo, ma entrambi rifiutarono.

Silvio Berlusconi è il politico contemporaneo rimasto più a lungo in carica nel ruolo di Presidente del consiglio (il primo dal 1994 al 1995, due consecutivi dal 2001 al 2005 e dal 2005 al 2006 e, infine dal 2008 al 2011), secondo solo a Benito Mussolini e Giovanni Giolitti.

È stato anche il primo ad aver rivoluzionato la campagna elettorale, presentando la sua candidatura a tutti gli italiani (violando la privacy) inviando per posta alle abitazioni private di tutta Italia il suo curriculum con lettera di presentazione. Un vero e proprio opuscolo che spiegava anche il suo programma elettorale, una novità che ha fatto la differenza rispetto agli avversari, la scelta del colore azzurro ed il tono colloquiale e rassicurante sono riusciti a conquistare la fiducia di gran parte degli italiani portandolo alla vittoria.

Imputato in oltre venti procedimenti giudiziari, dopo la condanna definitiva per frode nel 2013 a 4 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per due anni, decaduta la sua carica da senatore si è ritirato dalla scena politica italiana, cessando di essere anche un parlamentare.

Solo nel 2018, decadendo l’interdizione dai pubblici uffici, è stato eletto al parlamento europeo alle elezioni del 2019. Anche il 2022 è stato per lui un anno proficuo che lo ha visto entrare nuovamente in senato a seguito della vittoria delle politiche del 25 settembre nel collegio uninominale di Monza.

Le scelte fatte per i format dei suoi canali televisivi, se da una parte hanno portato innovazione portando a conoscenza di tutti ciò che succedeva dall’altra parte del globo in termini di produzioni televisive e innovazioni tecnologiche, dall’altra hanno introdotto una certa mercificazione della donna e volgarità nei programmi televisivi che hanno fatto scempio degli sforzi fatti dalla tv pubblica in precedenza.

Il suo modo di fare politica inoltre ha spazzato via l’attenzione al benessere dei cittadini concentrando tutti gli sforzi verso politiche personali, di cui ancora oggi vediamo le conseguenze.

È stato presidente del Milan per 31 anni.

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