Ornella Vanoni nell’eternità

Ornella Vanoni non c’è più, si è spenta ieri sera all’età di 91 anni a causa di un malore.

Questa grande ed immensa artista, che si è guadagnata il posto d’onore tra i personaggi che hanno fatto la storia della canzone e della televisione Italiana, mancherà a tutti.

La sua storia bene o male la conosciamo tutti, chi invece ha voglia di saperne di più troverà tanto materiale e tante storie sopratutto nel libro della sua autobiografia “Vincente o perdente”.

Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di vederla dal vivo, ma è uno di quei personaggi che riusciva a parlare a cuore aperto andando dritto a toccarti l’anima. Per questa caratteristica raggiungeva comunque tutti, grazie al programma di Fabio Fazio, complice anche l’età e la sua ironia senza freni, ormai faceva parte della vita di ognuno di noi.

Strana a volte la vita, i suoi esordi nel programma “Fatti e fattacci” con Gigi Proietti e l’epilogo a “Che tempo che fa”, quasi dovesse chiudersi un cerchio.

In tanti l’hanno amata, in pochi l’hanno odiata, per quella sua necessità di vivere, di essere se stessa senza compromessi.

Molti sono gli artisti, suoi compagni di “viaggio” ed amici che in queste ore la stanno omaggiando con i loro messaggi.

Certi caratteri e personalità devono essere per noi un esempio positivo di come si debba apprezzare la vita in ogni istante anche quando fa più male, perché è in quei momenti che traiamo la forza per risollevarci ed andare avanti e conosciamo meglio noi stessi.

Se leggerete il suo libro capirete cosa intendo.

“Eternità, spalanca le tue braccia – Ornella Vanoni é là- accanto alla felicità che dorme”[tratto dal testo L’Eternità].

Foto: proprietà di @ornellavanoniofficialpage Instagram

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Leggi anche Vincente o perdente. Una splendente Ornella Vanoni.

Centenario di Andrea Camilleri: Mostra a Palazzo Firenze

Centenario Andrea Camilleri.
A palazzo Firenze una mostra tutta da scoprire

In occasione del centenario dalla nascita di Andrea Camilleri tante sono le iniziative organizzate in suo onore una di queste è: Scene, voci, accenti, scritture:
il teatro infinito di Andrea Camilleri.
Mostra a lui dedicata presso Palazzo Firenze a Roma, aperta dal 23/10/25, che inizialmente si sarebbe dovuta concludere il 9/11/25 ed ora prorogata al 17/11/25 (comunicazione del 7/11/25); quindi chiunque voglia conoscere un po più da vicino questa mente così prolifica ed acuta si affretti.

Per chi ha amato Camilleri attraverso i suoi libri, sopratutto quelli di Montalbano, è un’occasione unica ed emozionante vedere i suoi primi lavori, le letture che nutrivano e davano linfa alla sua creatività negli anni della gioventù.

Si può ammirare la scrivania e la macchina da scrivere dove creò i primi suoi libri, le bozze dattiloscritte con appunti e correzioni, i manifesti delle regie a cui a lavorato, le foto che lo ritraggono in vari momenti della sua vita, con l’immancabile sigaretta. Sono presenti anche alcune pubblicazioni dei suoi romanzi in lingua straniera a testimoniare la fama raggiunta.

Scriivania e macchina da scrivere di Andrea Camilleri

La cosa affascinante di Camilleri, oltre ad avere una particolare tecnica di scrittura creativa, che egli definì in qualche intervista a tela di ragno, era l’aver creato un linguaggio folcloristico a metà tra il dialetto siciliano e l’italiano, che potesse essere compreso da tutti, ma soprattutto rappresentativo a livello semantico e che risultasse anche ironico.

La mostra è curata dello storico della letteratura italiana Giulio Ferroni e realizzata dalla Società Dante Alighieri in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri.

L’esposizione, prodotta da Arthemisia, gode anche di un’audioguida con la voce di Marco Presta, uno degli allievi di Camilleri all’Accademia nazionale d’arte drammatica.

L’intento di questa mostra è quello di percorrere e svelare quanto sia stato coerente e profondo l’impegno culturale e artistico di Andrea Camilleri, dalla sua formazione giovanile alla consacrazione internazionale, senza trascurare il suo intenso impegno per il teatro, la radio, la televisione, la narrativa e l’arte visiva dalla metà del Novecento per approdare alle prime opere del nuovo secolo/millennio.

La mostra si chiude con gli ultimi anni e sopratutto con Conversazione su Tiresia, portato in scena dallo stesso Camilleri al teatro Greco di Siracusa, ultimo atto della sua carriera, quasi avvertisse che di lì a poco sarebbe morto, ma non concepito come un addio ma come un impegno per tutti a scoprire il vero valore dell’eternità e a ritrovarsi nello stesso posto fra cento anni per parlarne insieme.

La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 23 ottobre al 9 novembre 2025, con il seguente orario: dal lunedì al venerdì (ore 10:00-18:00), sabato e domenica (ore 10:00-14:00), mentre resterà chiusa sabato 1 e domenica 2 novembre.

Società Dante Alighieri

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Gravissimo atto intimidatorio ai danni di Sigfrido Ranucci

Durante la scorsa notte un ordigno è stato fatto esplodere sotto l’auto del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci.

Il giornalista si trovava presso la sua abitazione nel comune di Pomezia, quando l’ordigno è esploso. Il veicolo, che era parcheggiato davanti alla casa di Campo Ascolano, esplodendo ha danneggiando anche l’auto della figlia di Ranucci.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica.

Sul profilo X di Report si legge : “La Procura di competenza si è attivata per le verifiche necessarie ed è stato avvisato il Prefetto. La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”.

Solidarietà a Sigfrido Ranucci e famiglia.

Per ulteriori aggiornamenti: Rai

foto: Corriere Roma

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Il fascino degli anni Venti nelle foto di George Hoyningen Huene

Terminerà il prossimo 19 Ottobre l’interessante mostra dedicata agli anni Venti e realizzata grazie ad una ricca collezione di foto e video che compongono l’esposizione che celebra i 125 anni della nascita di George Hoyningen-Huene (1900-1968).

Il percorso espositivo realizzato presso Palazzo Braschi offre anche la possibilità di conoscere questo fotografo che fu uno dei pionieri, sia per quanto riguarda le fotografie dedicate ai divi del cinema che per quanto riguarda i cataloghi e riviste di moda, come Vogue e Harper’s Bazaar.

Osservare le protagoniste ed i protagonisti degli anni Venti, per chi ne apprezza lo stile, suscita emozioni contrastanti, che vanno dalla fascinazione dovuta alla ricchezza degli abiti, alle linee comunque pulite e classiche, ad una sorta di angoscia esercitata da alcuni ritratti dove il chiaroscuro conferisce un’aura tridimensionale, quasi mistica ai soggetti.

Questa suggestione riporta alla memoria il film Sunset Bulevard di Billy Wilder, ambientato proprio nell’epoca che segna il passaggio dal cinema muto a quello sonoro, dove il protagonista subisce il fascino di questa diva decaduta ed ossessionata dai fasti del suo passato. L’attrice è sempre al centro della scena e circondata da una luce molto particolare, che grazie al chiaro scuro ne definisce il carattere. Da una parte emerge il fascino con l’illuminazione che la colpisce e definisce, dall’altre trasmette uno stato di inquietudine a causa del dramma che si compirà e che viene conferito dalle ombre (create sempre grazie agli effetti dell’illuminazione) che subito la circondano rendendola cupa.

Le opere esposte sono suddivise in 10 sezioni ed esaltate dalle splendide sale di Palazzo Braschi, gli stupendi pavimenti in marmo formano un tappeto sopra il quale si ergono 100 fotografie, con stampe al platino che mettono in risalto lo stile raffinato del fotografo, sottolineandone l’uso innovativo delle tecniche di stampa e le influenze artistiche che ne segnarono il lavoro.

Nelle varie sale si possono ammirare i diversi aspetti che caratterizzarono gli anni Venti ed i loro protagonisti più celebri immortalati per sempre dall’obiettivo di Hune. Così potremo rivivere i famosi balli al suono delle musica jazz palcoscenico privilegiato di Josephine Baker (la cui foto è stata scelta per rappresentare la mostra nel manifesto). Si potranno vedere le sperimentazioni fotografiche volte a celebrare l’arte classica così capitelli di colonne si fondono a corpi scultorei creando la suggestione che tutto sia di marmo.

Come non soffermasi sulle linee pulite e caratterizzanti degli abiti di Coco Chanel, anche essa immortalata dal fotografo, non manche una sezione di riguardo per la moda mare ancora pienamente attuale e che spesso ritorna sulle passerelle contemporanee.

Ma Huene non è stato solo fotografo di moda e dei divi del cinema, ha anche coltivato la propria passione partecipando a diversi viaggi dove tornano sempre le suggestioni visive create dal bilanciamento tra luce e ombra, così anche se non si vede, la presenza della piramide si intuisce grazie all’estendersi della sua ombra sul terreno.

Insomma chi ha un po’ di tempo passi da palazzo Braschi in questi ultimi giorni per ammirare i fasti di un passato che reso immortale dalle foto di George Hoyningen-Huene.

La mostra è stata realizzata e curata da Susanna Brown (già curatrice del Victoria & Albert Museum di Londra).

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzata da CMS.Cultura, con il patrocinio del Ministero della Cultura e dell’Institut Français Italia in collaborazione con l’Archivio George Hoyningen-Huene (Stoccolma, Svezia)

Per maggiori informazioni consultare il link

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Diane Keaton. Ultimo saluto del mondo dello spettacolo ad una grande attrice

Il mondo dello spettacolo dice addio a Diane Keaton, che si è spenta all’età di 79 anni. “Un’attrice di grande talento, anche se lei non se ne rendeva conto” così la ricorda Jane Fonda su Instagram.

Diane Keaton, si è fatta apprezzare come musa di Woody Allen, ma ha saputo farsi spazio nel mondo dello star system hollywoodiano riuscendo ad interpretare ruoli differenti, dando sempre carattere ai suoi personaggi.

Tutti quanti almeno una volta abbiamo, riso, pianto o saltato di gioia grazie alle sue interpretazioni; ruoli che interpretava con passione facendone emergere tutti colori delle emozioni.

Ciò che però cattura sempre l’attenzione è quel suo sorriso generoso ed al contempo timido, imbarazzato, di chi ancora non si è abituato alla propria fama, ma che riesce comunque a incantare lo spettatore.

Molte colleghe hanno voluto omaggiarla con parole di stima e sincero affetto, ciò rafforza l’immagine di Diane Keaton come una persona di enorme valore non solo sul piano professionale ma anche su quello personale.

La Keaton è stata una delle prime attrici ad uscire dagli schemi rigidi imposti dal mondo dello spettacolo che volevano attrici sempre perfette in tutto, ha saputo essere diversa ed autentica, aprendo la strada ad un nuovo modo di recitare. Per questo motivo come dice Meryl Streep “Diane non se ne va davvero.”; ma continuerà a vivere in tutte le donne ed attrici che oseranno essere vere.

Per conoscere meglio Diane Keaton leggi anche la sua biografia

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Immagine: proprietà di Diane Keaton fonte profilo Instagram @diane_keaton

Addio a Franco Santopolo

Appresa ieri sera la notizia della scomparsa di Franco Santopolo, agronomo ed intellettuale poliedrico catanzarese. Doveroso per me spendere qualche parola a ricordo di chi ho conosciuto durante i corsi di storia e di aggiornamento sui cambiamenti ambientali, in un ambiente ricco e prolifero di dibattiti e ricerca di innovazione qual’è la Suola interdisciplinare cosmopolita.

Purtroppo non ho fatto in tempo a conoscerlo di persona, in qualche modo la sua scomparsa mi ha molto toccato. Forse per quel misterioso meccanismo che si crea quando delle vite si incontrano e si conoscono anche solo attraverso la lettura di articoli o lo scambio di opinioni, o il far parte di una stessa realtà dove si è condiviso un percorso e ci si propone di portare avanti le stesse battaglie.

Mancherà il suo contributo attivo come esperto della natura; grazie alle sue competenze era molto apprezzato e stimato in ogni ambiente, per il suo acume e la sua capacità di vedere oltre gli schemi rigidi della disciplina.

Così lo ricorda Il proff. Piero Bevilacqua (ideatore della sopracitata scuola) sul quotidiano La Nuova Calabria : “Dotato di una straordinaria memoria, era in grado di connettere i fenomeni naturali più diversi, spaziando genialmente dalla botanica all’entomologia, dalla chimica alla biologia. Ma Franco era anche un cultore delle scienze umanistiche, un lettore appassionato di testi letterari, e un autore prolifico di scritti di saggistica  sociologica e politica, di poesia, di letteratura, pubblicati autonomamente o su riviste. Negli ultimi anni era stato un costante collaboratore della rivista Albatros.

Pur provenendo da studi tecnici, aveva sin da ragazzo manifestato un interesse entusiastico per i fenomeni letterari del Novecento. Erano i primi anni ’60, quando, insieme ad altri giovani catanzaresi, pubblicò su un foglio d’avanguardia una brillante intervista a Pier Paolo Pasolini che si trovava in visita a Catanzaro. Da lì prese avvio la formazione di un piccolo gruppo di entusiasti in formazione, che diedero vita al circolo culturale “Piero Gobetti”, arrivando a pubblicare due numeri di una rivista che si intitolava, nientemeno, Il Manifesto, in omaggio, ovviamente, al celebre testo di Marx ed Engels del 1848. Facevano parte di quel gruppo giovani che avrebbero fatto strada nel campo degli studi e delle arti, oltre che delle professioni. Da Gianni Amelio a Mario Alcaro, da Giulio Jannuzzi a Marcello Furrjolo, da Nicola Ventura a Nuccio Marullo, a tanti altri che in questo momento di emozione non rammento. “

La sua scomparsa come si può vedere ha toccato molte persone, sia del monto intellettuale che politico catanzarese. Era molto attivo anche nelle battaglie portate avanti da Italia Nostra sezione Catanzaro, alle quali contribuiva non sono con le sue competenze, ma sopratutto con l’ottimismo e la motivazione di chi lotta per ciò in cui crede.

Chi lo ha conosciuto dovrà fare tesoro del suo esempio e continuare a lottare con vigore le battaglie che di qua a venire ci aspettano.

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Addio a Pippo Baudo

Nato a Militello il 6 giugno del 1936, ci lascia all’età di 89 anni Pippo Baudo, storico presentatore del Festival Sanremo, Novecento, Fantastico ed altri programmi dove la musica ed i loro autori erano al centro della scena.

Per molti Pippo Baudo è stato e resterà il volto della televisione italiana più conosciuto e noto, molti sono i programmi che ha condotto e che lo hanno visto protagonista delle evoluzioni della televisione italiana.

Come ha scritto Fulvio Giuliani, nominare Pippo Baudo è come ripercorre il viale dei ricordi, ricordi che ci vedono tutti seduti davanti alla Tv a vedere il programma canoro nazionale, chi con la famiglia, chi con gli amici, ad ammirare le star italiane ed internazionali in quel mondo fatto di luci e colori.
Per molti è stato uno shock non vederlo più condurre il Festival di Sanremo e doversi abituare a continui cambi di registro e conduzione, ma come diceva lo stesso Pippo “ The show must go on”. E fu proprio con queste parole che si sancì il cambio di passo nel modo di fare televisione e di condurre.

In un mondo che ormai corre frenetico e che non ti permette più il tempo di metabolizzare i cambiamenti, sempre più frequenti e repentini in ogni ambito, perdere una figura come Pippo Baudo significa perdere un’altra parte di quella generazione di professionisti, intelligenti e colti che sapevano entrare nelle case delle persone in punta di piedi, che con coraggio si misuravano con star internazionali e novità senza mai essere arroganti.

Un mostro sacro della Tv, difficile da sostituire, che ha saputo condurre il cambiamento del mondo televisivo con disinvoltura lasciando un’impronta indelebile in ognuno di noi.

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Dare la vita di Michela Murgia

Questo di Michela Murgia è il primo libro con il quale sono riuscita finalmente a conosce l’autrice, le sue battaglie e chi era veramente, senza passare dai filtri televisivi o social. Questo libro, pubblicato postumo, permette di riflettere su argomenti delicati e molto importanti grazie a spunti di pensiero differenti.

Argomenti, come il significato queer e la gestazione per procura, che meritano la giusta attenzione, con la giusta profondità, lontani dai “bla bla bla” superficiali e superficializzanti della politica.

Michela Murgia pone degli interrogativi importanti sulla società che cambia (sempre che si permetta che cambi) e le leggi che dovrebbero essere fatte per regolamentare e normare ciò che sta cambiando per evitare eccessi ed orrori.

Consiglio vivamente la lettura di Dare la vita anche ai più scettici, a coloro che la pensano diversamente da lei, perché gli interrogativi che si pone non riguardano una minoranza ma tutti.

Sono interrogativi da cui traspare una persona molto attenta al prossimo e responsabile, molto più di quanto in questi anni abbia fatto la politica.

Bisogna continuare a parlare di questi argomenti finché non si giungerà a delle leggi che le regolamenteranno riconoscendone l’esistenza.

Edizione: Rizzoli

Testo: Dare la vita

Autore: Michela Murgia

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Son qui m’ammazzi di Francesco Piccolo

Qualche mese fa sono stata alla chermess di Libri come all’Auditorium parco della musica di Roma, per una piacevolissima presentazione, quella del libro di Francesco Piccolo: Son qui m’ammazzi.

Adesso dopo aver letto il libro posso dire di essere rimasta sorpresa.

Partiamo per gradi. Il libro è un insieme di racconti analitici sul monto della cultura maschilista nella letteratura, ogni capitolo tratta un Romanzo italiano, che quasi tutti noi ci siamo ritrovati a leggere tra i banchi di scuola.

Quando si è ragazzi e soprattutto guidati dagli insegnati quello su cui ci si sofferma nell’approccio ad un libro è sempre il periodo storico, il modo in cui si viveva in quegli anni e cosa lo scrittore espone con quel racconto, mai viene preso in considerazione il modo in cui i personaggi maschili vengono descritti, né come essi pensano, né come si comportano.

Grazie a Francesco Piccolo, tramite una scrittura molto leggera e piacevole, facciamo un viaggio in quelle che sono purtroppo le fondamenta della cultura italiana, una cultura maschista violenta, spesso in modo subdolo, arrogante e piccina.

Una cultura però che tramite la letteratura ha avuto modo di lavorare silente sulle generazioni che hanno letto questi libri.

Perché in questi libri il modo di pensare e di essere di questi protagonisti sembra quasi giustificato dal contesto, ma grazie all’analisi di Francesco Piccolo ci accorgiamo che non c’è nulla da giustificare, che determinati atteggiamenti sono violenti, spesso solo nei pensieri o nel modo di usare le parole, non arrivano a mettere in pratica il desiderio di violenza ma non lontani dai protagonisti dell’attuale cronaca nera che ci racconta ogni giorno di donne uccise per mano di uomini violenti e che in realtà non sanno vivere e stare al mondo.

Edizione: Einaudi

Testo: Son qui m’ammazzi

Autore: Francesco Piccolo

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Vincente o Perdente. Una splendente Ornella Vanoni

Questa biografia di Ornella Vanoni è una carezza per l’anima.

Un regalo inaspettato che viene da parte di una donna sorprendentemente normale nella sua straordinarietà.

La sua storia attraversa numerosi eventi e personaggi del panorama storico ma soprattutto culturale.

Ci offre uno sguardo generoso e amorevole anche verso quei percorsi più tortuosi della vita che spesso, lì per lì, ci incupiscono e rabbuiano.

Ci fa comprendere come ogni vita anche quella che pensiamo essere la più elevata di tutte, che troppo spesso a torto vediamo come semplice e senza ostacoli, sia invece come tante altre piena di fatica, di delusioni e tanto coraggio nel viverla.

Non voglio fare spoiler, ma va detto che il racconto si presenta come una piacevole chiacchierata tra Ornella Vanoni ed il suo interlocutore, Pacifico, che la ascolta pazientemente come farebbe un terapeuta. Il linguaggio usato è fluido ed immediato, senza però tralasciare la cura nella scelta delle parole.

Con questo libro Ornella Vanoni dimostra di essere arrivata in un’età in cui ci si assolve per la vita vissuta e si fa pace con se stessi, e si rivolge alla se bambina con tenerezza, senza ammonimenti, anzi in modo rassicurante, con quello sguardo di complicità e supporto che ci può essere tra nonna e nipote.


Grazie per questo bel regalo che ci hai voluto fare Ornella.

Vincente o Perdente di Ornella Vanoni con Pacifico

La Nave di Teseo – Oceani

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