Donne, corpo ed immagine tra Ottocento e Novecento

La GAM- Galleria d’Arte Moderna Comunale di Roma, sita in via Francesco Crispi 24 a pochi passi da piazza Barberini, ospita già dallo scorso 24 Gennaio la mostra DONNE. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione.

Questa esposizione rappresenta una sorta di mappa storico culturale sull’evoluzione della donna dal’Ottocento al Novecento, cambiamento del ruolo sociale e di conseguenza anche dell’immagine di cui essa stessa si riappropria, ridefinendone così i contorni e le varie sfumature. Non più oggetto, la donna ritorna ad essere soggetto sempre più libero della connotazione stereotipata a cui l’immaginario maschile l’aveva relegata.

La mostra, che si concluderà il 13 Ottobre prossimo, è una sorta di testimone che si consegna alle generazioni future attraverso le lotte intraprese per la conquista di quei diritti da sempre negati. Molto è stato fatto ma ancora lunga è la strada per un totale riconoscimento degli stessi, si pensi alla differenza salariale (più volte denunciata anche in Commissione Europea), alla impossibilità per molte di raggiungere i vertici della carriera, le quote rosa che non devono essere considerate come una concessione.

Secondo la genesi, nel mondo cattolico la donna nasce da una costola dell’uomo e quindi dovrebbe essere uguale e non inferiore ad esso. Tuttavia la storia è costellata da pregiudizi e consapevole asservimento della donna.

Questa mostra accompagna lo spettatore in una sorta di viaggio attraverso la storia, le lotte e le conquiste, dell’universo femminile, passando attraverso la rappresentazione che di essa, la pittura prima e poi il cinema, hanno delineato. Da semplice oggetto da ammirare, a soggetto attivo che si interroga sulla propria identità per giungere alla presa di coscienza del ruolo di donna autonoma e libera.

In mostra sono presenti circa 100 opere, tra dipinti, sculture, grafica, fotografia e video, di cui alcune esposte per la prima volta ed altre assenti da lungo tempo dalle scene espositive, tutte provenienti dalle collezioni d’arte contemporanee capitoline.

Questa esposizione aiuta a capire quali sono stati nel tempo i passaggi cruciali che hanno segnato la svolta, a volte musa ispiratrice altre volte maliziosa tentatrice, come testimoniano i pittori dell’Ottocento e le splendide pellicole cinematografiche che mostrano le prime dive dell’epoca moderna, donne consapevoli ed autonome, attrici del proprio destino come testimoniato dai documentari e video della Cineteca di Bologna e dell’Archivio dell’Istituto Luce-Cinecittà.

La Grande guerra rappresenta un passaggio cruciale per l’evoluzione del ruolo della donna nella società, i cambiamenti politici ed economici e la rottura dei valori tradizionali aprono la strada per una nuova donna.

Insieme alla donna cambia anche la famiglia, soprattutto a seguito delle nuove teorie psicologiche introdotte dagli studi di Freud che sovvertono il modo di vedere e vivere la famiglia.

La donna moderna è il risultato dell’inarrestabile cammino delle suffragette, delle singole donne (come Franca Viola) ed ancora delle lotte dei movimenti collettivi femminili tra cui l’UDI-Unione Donne Italiane, come testimoniano i numerosi documenti presenti in mostra provenienti da ARCHIVIA – Archivi Biblioteche Centri Documentazione delle Donne.

“Donna non si nasce, lo si diventa” come affermava Simone de Beauvoir , attiva sostenitrice dei movimenti a sostegno dei diritti delle donne, con il suo libro il Secondo Sesso (Francia 1949) diviene spunto di riflessione sull’essere donna e simbolo della contestazione degli anni 70.

A partire da aprile, fino alla conclusione della mostra, verranno organizzati degli incontri interdisciplinari (letture, performances, presentazioni, proiezioni, serate musicali e a tema) sulle tematiche affrontate dalla mostra.

Lungo il percorso espositivo sarà anche possibile apprezzare alcune delle opere di Fausto Pirandello, tra cui Il remo e la pala  proveniente dal Museo del Novecento di Milano.

La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Cineteca di Bologna, Istituto Luce-Cinecittà.

Per i possessori della MIC Card l’ingresso alla mostra è gratuito.

Si avvisa anche che la Galleria d’Arte Moderna Comunale dalla prossima primavera lancerà, sul suo sito web e sui social, un contest fotografico con l’hastag #donneGAM, con il quale il pubblico potrà inviare fotografie di donne protagoniste della propria storia famigliare. Tutte le fotografie saranno trasmesse in mostra, tramite un monitor, in un’area appositamente allestita.

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Pubblicità specchio di un’epoca

Come da una pubblicità si possa capire la società per cui è stata realizzata

In questi giorni passa in televisione lo spot della Golden Lady, luminoso, bello, dinamico, accattivante ed onirico.

La cosa non è passata inosservata, destando in me la curiosità di analizzarla.

Il core di questa campagna Golden Lady, #conlemiegambe, è quello positivo di sostenere le donne a puntare sui propri sogni e realizzarli anche se l’impresa risulta stancante e dura, ovvero tutta in salita.

La campagna del 2017 (clicca qui per vederla) raccoglieva esperienze diverse (una donna in carriera, una mamma e una ragazza alle prese con le scelte della propria età), un miscellaneo di ruoli possibili in cui una donna può ritrovarsi; invece, quella di questo anno  propone la vita di una modella.

Lo spot si apre con una ragazza che ogni giorno affronta un nuovo inizio di giornata. Se ci basiamo solo sul testo, ossia la voce narrante, abbiamo a che fare con una ragazza dalla forte volontà, decisa, che sa bene ciò che vuole e sa che se si impegna può fare qualunque cosa. Guardando le immagini del video, abbiamo davanti la vita di una modella, che passa da uno shooting fotografico ad uscite con gli amici, dalla palestra alle sfilate. Non proprio la vita di tutte le donne.

Questa scelta sembra alquanto insolita per definire la promessa di questa campagna: “con il mio prodotto puoi fare ciò che vuoi anche diventare una modella”, concetto non proprio scontato, visto che per diventare modella bisogna prima di tutto bisogna avere una certa tipologia di fisico e non basta indossare dei collant o dei leggins a marchio Golden Lady per diventarlo. Sul perché scegliere un prodotto a marchio Golden Lady, la campagna torna sul piano della realtà: “basta scegliere bene e puntare su chi ci sostiene”, in tal caso il prodotto dovrebbe garantire questo sostegno e la possibilità di fare tutto con le proprie gambe.

Tornando al core della campagna, realizzare i propri sogni, forse la scelta di questo tipo di professione appare più chiara se guardiamo meglio la società odierna, le giovanissime sono sempre più portate a vedere questa professione come una strada percorribile, inoltre si lega forse di più all’attuale mondo delle fashion blogger (vedi Chiara Ferragni che è diventata testimonial di diverse marche). Sicuramente vedendo la protagonista dello spot si nota che il pubblico di riferimento sono le ragazze in età di Università, giovani donne che non hanno superato i 30.

Insomma, questa appare una scelta sicura per l’azienda produttrice, ma è anche sintomo purtroppo che ancora oggi determinate carriere rimangono appannaggio maschile.

Guardando allo spot dello scorso anno (2017 ndr.), rimanendo nell’ambito dei sogni da realizzare, c’è da aspettarsi che nelle prossime campagne compaiano anche le altre tipologie di carriera affrontate. Si potrebbe anche ricorrere ad altri spunti: chi sogna di vincere l’oro olimpico in qualche disciplina sportiva; chi desidera scoprire la cura di qualche malattia; chi vorrebbe vincere il premio Pulitzer; chi diventare scrittrice di successo; chi riuscire a raggiungere i vertici aziendali. Piccole gocce d’acqua nel mare di esempi a cui si può fare riferimento se parliamo di sogni delle donne.

Ma se vogliamo rimanere con i piedi per terra, guardando alla situazione in Italia, forse le giovani donne di oggi sognano anche solo di riuscire ad ottenere un posto di lavoro che gli permetta di affrancarsi dalla propria famiglia, iniziando ad essere indipendenti e portare così il proprio contributo a chi per anni le ha sostenute.

Perché, parliamoci chiaro, oggi non c’è nulla di più onirico della sicurezza economica e copertura sanitaria.

Dietro spot di questo tipo c’è tanto lavoro da parte di psicologi ed analisti di mercato; oggi giorno per diventare aziende di successo e vendere i propri prodotti ci vuole molto impegno e studio, perché la popolazione dei consumatori è sempre più consapevole dei propri bisogni e non abbocca più alle esche pubblicitarie ad occhi chiusi (ovviamente parliamo di un pubblico adulti e non più facilmente influenzabile).

Tuttavia le pubblicità come questa cercano di captare questi bisogni, ad esempio “compro questo prodotto perché mi sento così, poco importa se la realtà è un’altra, l’importante è che ci credo io”, qui sta racchiusa la moderna società dell’io sempre più incentivata dall’industria del commercio e no.

Questo è solo uno dei motivi alla base delle politiche di mercato fatte in Italia, gli acquisti impulsivi diminuiscono, diminuendo così i guadagni, e di conseguenza le aziende hanno escogitato manovre interne che le proteggono durante le vendite, mentre il consumatore è sempre più esposto a rischi, sopratutto per quanto concerne gli acquisti online che sono in forte crescita.

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