Qualche mese fa sono stata alla chermess di Libri come all’Auditorium parco della musica di Roma, per una piacevolissima presentazione, quella del libro di Francesco Piccolo: Son qui m’ammazzi.
Adesso dopo aver letto il libro posso dire di essere rimasta sorpresa.
Partiamo per gradi. Il libro è un insieme di racconti analitici sul monto della cultura maschilista nella letteratura, ogni capitolo tratta un Romanzo italiano, che quasi tutti noi ci siamo ritrovati a leggere tra i banchi di scuola.
Quando si è ragazzi e soprattutto guidati dagli insegnati quello su cui ci si sofferma nell’approccio ad un libro è sempre il periodo storico, il modo in cui si viveva in quegli anni e cosa lo scrittore espone con quel racconto, mai viene preso in considerazione il modo in cui i personaggi maschili vengono descritti, né come essi pensano, né come si comportano.
Grazie a Francesco Piccolo, tramite una scrittura molto leggera e piacevole, facciamo un viaggio in quelle che sono purtroppo le fondamenta della cultura italiana, una cultura maschista violenta, spesso in modo subdolo, arrogante e piccina.
Una cultura però che tramite la letteratura ha avuto modo di lavorare silente sulle generazioni che hanno letto questi libri.
Perché in questi libri il modo di pensare e di essere di questi protagonisti sembra quasi giustificato dal contesto, ma grazie all’analisi di Francesco Piccolo ci accorgiamo che non c’è nulla da giustificare, che determinati atteggiamenti sono violenti, spesso solo nei pensieri o nel modo di usare le parole, non arrivano a mettere in pratica il desiderio di violenza ma non lontani dai protagonisti dell’attuale cronaca nera che ci racconta ogni giorno di donne uccise per mano di uomini violenti e che in realtà non sanno vivere e stare al mondo.
Edizione: Einaudi
Testo: Son qui m’ammazzi
Autore: Francesco Piccolo
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