Questo racconto potrebbe iniziare con “C’era una volta” perché il luogo che sto per descrivere ha tutti gli attributi per entrare nel mondo delle fiabe: piccolo, lontano dalla città, circondato dalla natura e dall’acqua.
Dunque come tutte le fiabe che si rispettano val la pena iniziare con una poesia, ma questa in partisolare è stata scritta proprio per questo paese da Luciano Cicioni: Ruscelletti sussurranti Allettanti melodie Scendon freschi e spumeggianti In un dedalo di vie! Giulia intensa e misteriosa Lentamente al cuor ti piglia Il pensier sereno posa_ Ah! Dolcissima Rasiglia!

Proprio come la poesia racconta, Rasiglia è un piccolo e dolce paese, termine che si adatta alla perfezione a questo bomboniera che si sviluppa lungo il costone della montagna, a 600 metri di altitudine, nella conformazione tipica ad anfiteatro.

Sovrastata dall’antica roccaforte, che ancora si erge in tutta la sua maestosità, il paese ha la tipica struttura del borgo medievale, anche se purtroppo distrutto dal terremoto del 1997 è stato poi ricostruito con rispetto ed armonia del territorio e delle strutture originali, anche se poco è rimasto di autentico i segni del passato sono sempre presenti. Gli sforzi fatti dagli abitanti per mantenere viva la memoria storica sono ripagati dalla grande affluenza di turisti.
Nel XIV secolo data la sua posizione Rasiglia rappresentava un punto strategico per il controllo della valle del Menotre ed era inoltre vicina ad un importante snodo commerciale tra Roma e la Marca Anconitana, per questo la famiglia Trinci decise di stabilire alcune sue proprietà, tra cui alcune case, un molino ed una gualchiera. Nel Seicento la posizione di Rasiglia e la facilità di riferimento dell’acqua garantirono il proliferare di attività artigianali, tra cui la tessitura di cui i posso no ancora oggi ammirare telai e cardatori, perfettamente conservati.
A parte la triste parentesi dovuta ai rastrellamenti nazifascisti durante la seconda guerra mondiale, a causa dei quali furono deportati due abitanti del paese; Rasiglia ha potuto godere di una florida economica sopratutto dal 1945 al 1980.
Ciò che colpisce di Rasiglia e che l’ha resa famosa come la “Piccola Venezia dell’Umbria” sono i corsi d’acqua costruiti per poter sfruttare appieno la corsa idrica generata dalla sorgente Capovena.
Il Borgo è veramente graziosa, possiede una forza che catalizza l’attenzione a ti porta a continuare a girare da un punto all’altro per non lasciare nessun’ angolo inesplorato. La cucina è quella tipica umbra e può essere gustata nei piccoli ristoranti ed osterie sparsi per il borgo.
La nuova veste di Rasiglia ha portato anche la nascita di alcuni eventi culturali, di questi si ricordano: Rasiglia, Paese presepe, dal 26 dicembre al 6 gennaio; Penelope a Rasiglia, il telaio tradizionale, che si tiene il primo fine settimana di giugno compatibilmente con le altre festività nazionali.
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