La natura sa il fatto suo

Qualche giorno indietro, durante la pausa pranzo, ho scoperto un nido di rondine comune tra i rami pendenti di una pianta del terrazzo dell’ufficio. Istintivamente ho pensato fosse pericolante, poi qualcuno un collega mi ha ricordato che se avevano nidificato lì era perché ritenevano sicuro il luogo.

La natura sa il fatto suo è vero!
Ora, però, mi domando, perché noi esseri umani non riusciamo più a creare nulla di solito è sicuro? Perché tutto deve essere asservito al profitto a tutti costi ed a discapito della sicurezza e salute di tutti?

Once upon a time… Rasiglia

Questo racconto potrebbe iniziare con “C’era una volta” perché il luogo che sto per descrivere ha tutti gli attributi per entrare nel mondo delle fiabe: piccolo, lontano dalla città, circondato dalla natura e dall’acqua.

Dunque come tutte le fiabe che si rispettano val la pena iniziare con una poesia, ma questa in partisolare è stata scritta proprio per questo paese da Luciano Cicioni: Ruscelletti sussurranti Allettanti melodie Scendon freschi e spumeggianti In un dedalo di vie! Giulia intensa e misteriosa Lentamente al cuor ti piglia Il pensier sereno posa_ Ah! Dolcissima Rasiglia!

Rasiglia specchi d’acqua

Proprio come la poesia racconta, Rasiglia è un piccolo e dolce paese, termine che si adatta alla perfezione a questo bomboniera che si sviluppa lungo il costone della montagna, a 600 metri di altitudine, nella conformazione tipica ad anfiteatro.

Sovrastata dall’antica roccaforte, che ancora si erge in tutta la sua maestosità, il paese ha la tipica struttura del borgo medievale, anche se purtroppo distrutto dal terremoto del 1997 è stato poi ricostruito con rispetto ed armonia del territorio e delle strutture originali, anche se poco è rimasto di autentico i segni del passato sono sempre presenti. Gli sforzi fatti dagli abitanti per mantenere viva la memoria storica sono ripagati dalla grande affluenza di turisti.

Nel XIV secolo data la sua posizione Rasiglia rappresentava un punto strategico per il controllo della valle del Menotre ed era inoltre vicina ad un importante snodo commerciale tra Roma e la Marca Anconitana, per questo la famiglia Trinci decise di stabilire alcune sue proprietà, tra cui alcune case, un molino ed una gualchiera. Nel Seicento la posizione di Rasiglia e la facilità di riferimento dell’acqua garantirono il proliferare di attività artigianali, tra cui la tessitura di cui i posso no ancora oggi ammirare telai e cardatori, perfettamente conservati.

A parte la triste parentesi dovuta ai rastrellamenti nazifascisti durante la seconda guerra mondiale, a causa dei quali furono deportati due abitanti del paese; Rasiglia ha potuto godere di una florida economica sopratutto dal 1945 al 1980.

Ciò che colpisce di Rasiglia e che l’ha resa famosa come la “Piccola Venezia dell’Umbria” sono i corsi d’acqua costruiti per poter sfruttare appieno la corsa idrica generata dalla sorgente Capovena.

Il Borgo è veramente graziosa, possiede una forza che catalizza l’attenzione a ti porta a continuare a girare da un punto all’altro per non lasciare nessun’ angolo inesplorato. La cucina è quella tipica umbra e può essere gustata nei piccoli ristoranti ed osterie sparsi per il borgo.

La nuova veste di Rasiglia ha portato anche la nascita di alcuni eventi culturali, di questi si ricordano: Rasiglia, Paese presepe, dal 26 dicembre al 6 gennaio; Penelope a Rasiglia, il telaio tradizionale, che si tiene il primo fine settimana di giugno compatibilmente con le altre festività nazionali.

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Campaegli e Cervara di Roma

Nonostante sia ancora presente il coronavirus, che sta mettendo in ginocchio una grande parte dell’economia mondiale, molte attività sono quasi tornate alla normalità.

Complice il caldo insopportabile di alcune metropoli, la necessità di evadere dalla città è in crescita, sempre nel rispetto delle vigenti norme di sicurezza.

Una delle possibili mete per trovare rifugio dalla canicola estiva può essere la montagna. La montagna offre la possibilità di rispettare il distanziamento sociale, ancora raccomandato in questo periodo, e, cosa più importate, fresco, aria pulita e paesaggi sconfinati.

Tra il lazio e l’Abruzzo si estendono i monti Simbruini che fanno parte del Subappennino laziale e che offrono una varietà di percorsi in mezzo alla natura. Si può ad esempio fare una piacevole camminata in località Campaegli portando il necessario per un picnic o prenotando al Rifugio Montano Campaegli.

Passeggiando per questi Monti potrete ammirare la loro conformazione geologica, osservare tutto il promontorio circostante, se non c’è foschia si riesce a vedere fino al mare.

Oltre ad un paesaggio rilassante la montagna offre anche la possibilità di incappare nella fauna locale, come le mucche Podoliche che attraversano le strade ed i pascoli oppure ci si può imbattere in una mandria di cavalli.

Se poi amate la tranquillità dei borghi una meta perfetta è Cervara di Roma.

Appena sotto Campaegli si erge questo piccolo borgo arroccato, farete molta attività fisica a salire e scendere le scale ma le opere che troverete lungo la ben nota scalinata degli artisti valgono la fatica. Inoltre dal punto più alto potete godere di un bellissimo panorama sulla valle sottostante.

Questo piccolo borgo è da sempre una sorta di attrazione per gli artisti, infatti la sua fama risale ai primi anni del 1800 quando venne inserita nell’itinerario degli artisti stranieri, i quali integravano il loro soggiorno romano con la perlustrazione delle località limitrofe.

Qui oltre a tanti dipinti, murales e poesie, c’è impressa nella pietra una melodia “Notturno-Passacaglia per Cervara” composta dal Maestro Ennio Morricone, scomparso da poco, in omaggio al borgo montano.

Se ti interessa l’Abruzzo leggi anche Rocca Calascio tra sogno e realtà

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  • Mandria di mucche a Campaegli
  • Veduta del borgo di Cervara di Roma
  • Opera di Ennio Morricone al Cervara
  • Mandria di cavalli a Campaegli
  • Chiesa di Cervara di Roma
  • Opere nella roccia a Cervara
  • Piazza del centro di Cervara
  • Panorama in località Campaegli

 

Il cuore verde di Roma, Orto Botanico di Villa Corsini

Lo scorso sabato (13/04/2019) su RTL 102.5 hanno presentato il libro “Il potere della meraviglia” di Francesco Dimitri, in questa sede l’autore è intervenuto esponendo l’importanza di ricominciare a catturare i piccoli miracoli nella vita di ogni giorno.

La parola meraviglia è quella più adatta a descrivere lo splendore dell’Orto Botanico di Villa Corsini a Roma.

Uno spettacolo sotto ogni punto di vista.

Giunti a via Corsini da via della Lungara, non ci si rende conto di trovarsi vicini ad uno dei polmoni verdi di Roma,  inoltre non si ha nessuna idea di cosa si celi dietro l’ingresso.

Una volta varcata la soglia della biglietteria lo sguardo si perde nella varietà di vegetazione che cresce rigogliosa, grazie all’opera del Dipartimento di Biologia Ambientale della Università Sapienza di Roma.

L’Orto Botanico, oggi Museo, copre una superficie di circa 12 ettari all’interno del centro di roma, il parco si estende da Via della Lungara al Colle del Gianicolo, l’area comprende anche il sito archeologico denominato Horti Getae, anticamente era la sede delle terme di Settimio Severo. Le origini dell’Orto Botanico risalgono all’istituzione di un pomerium o verziere, il primo di una lunga serie di giardini all’interno dei quali fu sviluppato l’Orto Botanico, durante il papato di Nicolò III (tra il 1277 ed il 1280).

Fu papa Alessandro VII a svincolare dal potere Vaticano l’Orto Botanico, che nel 1660 divenne proprietà dell’Università e la sede fu stabilita alle spalle della Fontana Paolina al Gianicolo. Più tardi, nel 1820, la sede fu spostata presso il giardino di Palazzo Salviati poiché più idonea ed attrezzata alla coltivazione di specie così diverse tra loro; mentre dopo l’Unità d’Italia, nel 1873 la sede fu trasferita nel giardino dell’ex convento di San Lorenzo in via Panisperna, per poter riunire tutti gli Istituti scientifici nella zona del Viminale.

La sede attuale fu stabilita nel 1883 quando la proprietà passò allo Stato, che designò Palazzo Corsini come sede dell’Accademia dei Lincei e i giardini come sede dell’Orto Botanico.

Questo sito organizza anche diversi eventi che mescolano sapientemente arte e natura, come Hanami 2019: Celebriamo la bellezza dei ciliegi in fiore organizzato in collaborazione con l’Istituto Giapponese di Cultura, svoltosi tra il 12 ed il 14 aprile scorsi.

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Presso questo polmone verde è possibile conoscere e studiare le diverse specie vegetali, che in questo luogo hanno trovato un loro equilibrio riuscendo a sopravvivere nel clima mediterraneo.

Per agevolare i visitatori viene fornita una brochure con mappa dei vari siti di interesse e brevi cenni sulla loro storia, ciò rende possibile orientarsi tra i vari tesori coltivati all’interno dell’Orto Botanico: Alberi monumentali, Bambù, il Bosco mediterraneo, Gimnosperme, il giardino degli aromi, il giardino giapponese, il giardino mediterraneo, l’orto dei semplici, la serra Corsini, la serra monumentale, la serra tropicale, la valletta delle felci, le palme, Piante acquatiche, il Roseto.

Camminando tra questa vegetazione si ha la sensazione di entrare in un universo parallelo, da qui sono completamente esclusi i rumori della città si sente solo il respiro della natura.

Quando si giunge al giardino giapponese ci si trova in prossimità del punto più alto del sito, la sensazione è quella di trovarsi realmente in uno dei giardini descritti nei documentari sul Giappone e risulta semplice abbandonarsi alla pace ad all’armonia che questo luogo trasmette; poco più avanti, in oltre, la natura apre un varco regalando una spettacolare vista di Roma.

Questo sito dedicato allo studio delle diverse specie vegetali racchiude diversi spazi verdi che catturano la curiosità, sono così vari che è difficile elencarli tutti, ma tutti indistintamente sono in grato di toccare le corde nascoste di ognuno di noi e scaturire meraviglia.

L’Orto Botanico di Roma è aperto tutti i giorni, inclusa la domenica. L’orario varia a seconda delle stagioni: nei mesi primaverili (da Aprile a Ottobre) l’apertura è dalle ore 9 alle ore 18.30; nel periodo invernale (da Novembre a Marzo) l’apertura è dalle ore 9 alle ore 17.30 .

Il biglietto d’ingresso € 8,00 Ridotto € 4,00 (controllate sempre sul sito per eventuali aggiornamenti)

Si organizzano visite individuali, di gruppo e per le scuole di ogni ordine e grado.

Per maggiori informazioni e prenotazioni fare riferimento al seguente indirizzo email: info-ortobotanico@uniroma1.it

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