Museo nazionale delle arti del XXI secolo tra Architettura, Spiritualità, Immagini e fumetti

In questi giorni presso il MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo) di Roma, sono in corso numerose esposizioni di notevole interesse.

Per quanto ogni mostra riguardi argomenti e materiali differenti il filone che le accomuna si rintraccia nel tessuto sociale che ha creato i protagonisti e dato loro notorietà, lo stesso tessuto sociale che questi protagonisti sono stati in grado di comprendere e, oggi grazie alle loro opere, abbiamo la possibilità di conoscere meglio.

La stessa struttura del museo è opera di uno dei maggiori esponenti del XXI secolo, l’architetto anglo-irachena Zaha Hadid, scelta perché in grado di creare strutture capaci di integrarsi nel tessuto urbano, per le soluzioni architettoniche innovative e per l’abilità di interpretare le potenzialità dei luoghi. Il MAXXI infatti si presenta come una enorme struttura innovativa ed armonica al tempo stesso, che con i suoi ampi spazi riesce a creare un flusso comunicativo tra i vari ambienti, fluido e senza drastiche interruzioni. Permettendo così la convivenza armoniosa tra le diverse esposizioni senza creare confusione o smarrimento nei visitatori.

Ma passiamo ora in esame le varie mostre in corso.

Della Materia Spirituale dell’Arte, che si concluderà giorno 8 Marzo, offre allo spettatore la possibilità di interrogarsi sul concetto della Spiritualità ai giorni nostri, attraverso l’interpretazione fatta dagli artisti in esposizione e poter anche confrontare questa visione con le opere risalenti all’età arcaica di Roma. Infatti insieme alle opere contemporanee sono stati riuniti reperti archeologici provenienti dai principali musei della capitale: i Musei Vaticani, il Museo Nazionale Romano, i Musei Capitolini e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

La mostra, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, riunisce 19 artisti ognuno con un bagaglio culturale ed un background diverso: John Armleder, Matilde Cassani, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Elisabetta Di Maggio, Jimmie Durham, Haris Epaminonda, Hassan Khan, Kimsooja, Abdoulaye Konaté, Victor Man, Shirin Neshat, Yoko Ono, Michal Rovner, Remo Salvadori, Tomás Saraceno, Sean Scully, Jeremy Shaw e Namsal Siedlecki.

Un’altra mostra che vedrà la sua conclusione nel giorno dedicato alle donne è At Home. Progetti per l’abitare contemporaneo, a cura di Margherita Guccione e Pippo Ciorra.

Un insieme di plastici, foto e piantine che riproducono edifici ed interni di abitazioni pensati per adattarsi perfettamente ai luoghi di destinazione e realizzati con materiali sempre più innovativi. Questi progetti offrono uno sguardo sui cambiamenti che si sono susseguiti nel mondo dell’architettura e nel concetto dell’abitare negli anni che vanno dal dopoguerra a oggi, con un excursus delle opere dei grandi maestri del Novecento e delle nuove figure emergenti del panorama architettonico internazionale.

Questa mostra è fortemente legata all’esposizione Kostantin Grcic. L’immaginazione al potere, che si concluderà il 15 Marzo, un’istallazione che riproduce alcune costruzioni presenti in At Home, nello specifico quelle degli architetti Sergio Musmeci, Giuseppe Perugini, Maurizio Sacripanti e  Bernard Khoury, immergendole in un ambiente surreale, ma perfettamente inserite nel contesto creato dall’artista grazie alla loro stessa natura. Questa installazione fa parte del programma Studio Visit che ogni anno invita un designer di fama internazionale a dialogare con le opere della collezione del museo per restituirne una propria personale visione. Il programma Studio Visit, che è inserito nel progetto di collaborazione tra MAXXI e Alcantara spa, ha prodotto numerose mostre che sposano l’idea di sperimentazione e ricerca propri di questa collaborazione nata nel 2011.

Sempre nell’ottica di progetti abitativi è la mostra dedicata alla produzione dall’architetto Gio Ponti, un omaggio che arriva a quaranta anni dalla sua scomparsa e offre la possibilità di conoscere l’architetto a 360°, attraverso un vasto assortimento di materiali archivistici, modelli, fotografie, libri, riviste, e oggetti.

La mostra Gio Ponti. Amare l’architettura, che si concluderà il 13 Aprile, offre la possibilità di conoscere l’universo dell’architetto,  una vasta e poliedrica produzione che unisce idee e culture differenti nella sperimentazione di nuovi concetti dell’abitare, partendo proprio dall’esigenza di costruire che lo stesso Gio Ponti definì in Vocazione architettonica degli italiani (1940):  «Gli italiani sono nati per costruire. Costruire è carattere della loro razza, forma della loro mente, vocazione ed impegno del loro destino, espressione della loro esistenza, segno supremo ed immortale della loro storia.»

L’esposizione è a cura di Maristella Casciato, Fulvio Irace in collaborazione con Margherita Guccione, Salvatore Licitra, Francesca Zanella.

Architettura, silenzio e luce. Louis Kahn nelle fotografie di Roberto SchezenGli amanti della fotografia industriale potranno visitare l’esposizione Architettura, Silenzio e Luce. Louis Kahn nelle fotografie di Roberto Schezen, aperta al pubblico fino al 2 Giugno presso il centro archivi del MAXXI. Le foto di Schezen restituiscono il pensiero e la ricerca dell’architetto Kahn, che realizzò numerose costruzioni cercando di trarre il massimo vantaggio dalla luce naturale.

La mostra, curata da Simona Antonacci ed Elena Tinacci, mette in risalto anche le visioni stranianti ed estreme proprie del lavoro fotografico di Schezen che, giocando con la luce, le ombre ed i colori, rende le immagini vere opere d’arte.

Un altro spazio dedicato allo sposalizio tra arte e fotografia è offerto dalla mostra Elisabetta Catalano. Tra immagine e performance presso la zona lobby – archive  wall fino al 15 Marzo. L’esposizione, curata da Aldo Enrico Ponis, rappresenta un diario visivo delle fotografie realizzate dall’artista, ogni capitolo corrisponde all’evento o agli artisti da lei immortalati nel suo studio,  tra questi Joseph Beuys, Fabio Mauri, Vettor Pisani e Cesare Tacchi. Attraverso queste immagini Elisabetta Catalano restituisce la performance estemporanea o creata a tavolino che gli stessi artisti le hanno commissionato.

Nell’area distaccata del MAXXI è stata allestita una mostra dedicata alla produzione di Altan, che con le sue opere a fatto ridere e piangere adulti e bambini.

Altan. Pimpa, Cipputi e altri pensatoriAltan. Pimpa, Cipputi e altri pensatori, questo il titolo della mostra che si concluderà il 13 Aprile, e che ripercorre anni di storia attraverso i disegni, i fumetti e la produzione satirica che Altan ha pubblicato negli anni. Le sue opere sono l’espressione della libertà di pensiero, una libertà che mette in dubbio ogni certezza e fa riflettere sull’ambiente circostante. Una produzione così libera da bavagli e catene che riesce ad essere attuale ancora oggi.

 

La mostra, a cura di Anne Palopoli e Luca Raffaelli, è stata realizzata in coproduzione con Fondazione Solares e Franco Cosimo Panini Editore, a cura di Anne Palopoli e Luca Raffaelli.

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Il Realismo Visionario di Esionov

Roma- Lo scorso 26 Settembre è stata inaugurata una interessante mostra di acquerelli presso i Musei di San Salvatore in Lauro, si tratta delle opere dell’artista russo Andrey Esionov.

Realismo Visionario. Gli acquerelli di Andrey Esionov, questo il titolo della mostra che si concluderà il 25 Gennaio 2020, ospita quasi 100 opere, tra acquerelli e disegni,  provenienti dallo studio del maestro dell’arte figurativa russa contemporanea e membro dell’Accademia Russa di Belle Arti.

Grazie alla direzione del curatore Marco Di Capua, le opere sono state inserite in un percorso in grado di stimolare anche l’olfatto, lungo il percorso espositivo infatti sono stati inseriti dei contenitori di fragranze, realizzate appositamente da Laura Bosetti Tonatto, per completare la realtà pittorica delle tele.

Il percorso si apre con una serie di acquerelli realizzati dall’artista sulla base di atti di vita sociale che catturano l’attenzione dell’artista e per questo riportati su tela, man mano che si avanza lungo il percorso le opere iniziano ad acquistare particolari che si scostano dalla realtà ma che rappresentano la percezione che Esionov intende comunicare, fino a raggiungere il culmine nella realizzazione di opere che si contraddistinguono per questo realismo visionario che da il nome alla mostra.

Prima di raggiungere l’ultima sala si accede ad una sorta di mezzanino dove viene proietto un video che ritrae il maestro Andrey Esionov nel suo studio intento a realizzare i suoi quadri. Questo video cerca di avvicinare il pubblico alla particolare tecnica utilizzata dall’autore, egli è solito realizzare dei disegni di ciò che cattura la sua attenzione, nel momento di realizzare l’acquarello riporta il disegno precedentemente realizzato su tela rispettando così non solo le dimensioni ma anche l’idea originaria che ha richiamato la sua attenzione verso quel particolare soggetto. 

L’acquerello viene dunque realizzato partendo prima dai particolari più grandi, quindi dallo sfondo, per poi raggiungere i più piccoli dettagli, tale tecnica riportata nel video accompagnata dai gesti quotidiani dell’artista e dalle pause date dai tempi di asciugatura, cattura l’attenzione dello spettatore divenendo quasi ipnotica. 

L’artista vive e lavora a Mosca, le sue opere oltre ad aver ricevuto numerosi riconoscimenti  sono ospitate in prestigiose raccolte tra cui Mosca (Moscow Museum of Modern Art), San Pietroburgo (Museo di Stato Russo), Firenze (Accademia delle Arti del Disegno), Kazan (Museo Statale di Belle Arti della Repubblica del Tatarstan), TaŠkent (Museo delle Arti dell’Uzbekistan).

L’artista è giunto all’apice della notorietà per i ritratti, olio su tela, di vari intellettuali russi, tra i quali ricordiamo lo scrittore Vladimir Voinovich, i registi cinematografici Petr Todorovsky ed Eldar Ryazanov, il campione mondiale di scacchi Anatoly Karpov, il presidente dell’URSS Michail Gorbaciov. Ma la passione dell’artista resta l’acquerello, la cui reinterpretazione apportata da Esionov lo ha reso qualcosa di straordinario ed al di fuori della semplice riproduzione del quotidiano.

La padronanza della tecnica dell’acquerello acquisita da Esionov, testimonia il percorso artistico da lui intrapreso; nonostante la pausa di 20 anni dalla carriera artistica, lasciata per dedicarsi all’imprenditoria, il suo ritorno sulle scene artistiche nel 2010 non è stato un salto nel vuoto, ma una ulteriore conferma delle sue abilità.

Questo ritorno, che come afferma l’artista ha significato un “riprendere a respirare”, è stata anche occasione per rielaborare le numerose esperienze visive e strutture compositive accumulate per poi essere impresse su tela.

Dalle sue opere emerge un uomo che ama viaggiare, una persona che oltre ad essere un ottimo osservatore di quelli che sono i protagonisti del suo mondo, è anche attento ai mutamenti sociali che lo circondano: dal turismo di massa, proprio della classe più agiata, ai flussi migratori, che di contro caratterizza la parte più povera della popolazione.

Questa esposizione dunque testimonia le contraddizioni dell’umanità in relazione costante con il proprio “io”, la propria coscienza, ancora prevalentemente concentrata sul consumo o sulla bramosia di consumo.

Questa di Roma è la seconda tappa di un ciclo di personali dedicate alla divulgazione in Italia dell’opera di Esionov, la prima si è svolta a Firenze dal 5 Marzo al 28 Aprile 2019, mentre le prossime tappe sono Milano e Venezia.

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La mostra è organizzata dai musei di San Salvatore in Lauro in collaborazione con l’Accademia Russa di Belle Arti e promossa da MiBACT, Regione Lazio e Roma Capitale.

Il catalogo, edito dalla casa editrice Il Cigno GG Edizioni, reca i contributi critici del curatore della mostra Marco Di Capua e recensioni scritte dagli storici dell’arte Tomaso Montanari, Alexander Rožin e Victoria Noel-Johnson.

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Dream. L’arte incontra il sogno

Il Chiostro del Bramante ospita fino al 5 Maggio 2019, la mostra Dream. L’arte incontra il sogno; ultimo atto della trilogia curata da Danilo Eccher che negli anni passati ha visto susseguirsi Love. L’arte incontra l’amore (2016) ed Enjoy. L’arte incontra il divertimento (2017).

Come per le precedenti esposizioni, il pubblico è accompagnato lungo il percorso da un audio guida realizzata da Ivan Cotroneo con il supporto vocale di alcuni noti attori italiani, il cui scopo è immergere completamente il pubblico nell’atmosfera della mostra e delle opere.

Gli spazi del museo sono stati riorganizzati in funzione delle opere di artisti contemporanei (dei quali alcuni noti a livello internazionale) come Jaume Plensa, Anselm Kiefer, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Christian Boltanski, Doris Salcedo, Henrik Håkansson, Wolfgang Laib, Claudio Costa, Kate MccGwire, Anish Kapoor, Tsuyoshi Tane, Ryoji Ikeda, Bill Viola, Alexandra Kehayoglou, Peter Kogler, Luigi Ontani, Ettore Spalletti, Tatsuo Miyajima, James Turrell.

Ognuno di loro ha interpretato il proprio concetto di sogno con l’ausilio dei propri strumenti espressivi, chi con il marmo, chi con la tecnologia, chi con la lana, chi con la carta.

Il tema del sogno è complesso perché porta con se un numero infinito di simboli e significati, infatti in mostra sono stati inseriti i più noti e comuni.

Al di là del personale gusto nell’apprezzare o meno una determinata opera, ognuna di esse ha il fine di suscitare una reazione nel pubblico.

Di sicuro osservando la reazione dei presenti, stupore e meraviglia, nonché curiosità sono catalizzate dall’opera di Jaume Plensa, Laura Asia (2015) e Chloe’s World V (2018), che accoglie i presenti nel cortile del museo con due statue di fanciulli ad occhi chiusi che ci introducono nella dimensione onirica; oppure da quella di Tsuyoshi Tane, LIGHT is TIME (2014), che immerge il pubblico in una pioggia dorata; ed ancora l’imponente opera di Alexandra Kehayoglou, What if all is (2018), una foresta pluviale realizzata appositamente per accompagnare i visitatori dal piano terra al piano superiore del Chiostro del Bramante, che  introduce il visitatore all’opera di Peter Kogler, Untitled (2018) anche essa realizzata appositamente per rivestire le pareti del primo piano con un dedalo di linee deformate.

Queste sono alcune delle installazioni che lungo il percorso del museo consentono una reale interazione del pubblico con l’opera, infatti raggiungono la piena realizzazione grazie al pubblico che le attraversa entrando in dialogo con esse .

Il complesso delle realizzazioni esposte, come afferma il curatore della mostra, concorre all’esplorazione dei “vasti e profondi territori dell’anima”; ognuno in modo differente tocca la sensibilità del pubblico che, come accade dopo un sogno, ne emerge con una sensazione di serenità o di inquietudine.

La mostra è prodotta ed organizzata da DART Chiostro del Bramante a cura di Danilo Eccher ed il patrocinio di Regione Lazio, Roma – Assessorato alla crescita culturale, Ambasciata britannica, Ambasciata americana,Ambasciata argentina, Ambasciata tedesca.

Il catalogo è pubblicato da Skira Editore.

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