Lago di Bolsena e dintorni

Durante le belle giornate che ancora regala l’autunno, sbalzi da inquinamento a parte, ci si può ancora concedere il piacer di effettuare delle escursioni al di fuori della propria città.

La meta questa volta è il Lago di Bolsena, un posto inaspettato circondato da numerosi paesi ricchi di storia, dislocati sia sul crinale dei monti Volsini, tra cui Montefiscone, dai cui si può godere una spettacolare vista sull’intero lago, sia sulle rive come: Capodimonte; Bolsena, che ha dato il nome al lago; Marta, principale e attivo porto dei pescatori; Valentano, con il suo ampio panorama dominante la conca del lago; Gradoli, su uno sperone di tufo dentro il recinto craterico; Grotte di Castro, con la sua struttura medioevale; San Lorenzo Nuovo, conosciuto per la pianta urbanistica tipica del Settecento.

Si parte con la visita di Montefiascone che si trova a 590 metri sul livello del mare, è uno dei colli più alto dei Monti Volsini e domina la sponda sudorientale del lago di Bolsena. Il borgo è stato edificato in epoca medievale, entrò a far parte dei domini della Chiesa nel VIII secolo, divenendo un importante centro politico economico.

Chiesa di S FlavianoLa chiesa che attira più attenzioni è sicuramente quella di S. Flaviano, eretta tra XI e XII secolo, si contraddistingue per la sua particolare struttura a due piani sovrapposti, la parte inferiore, di origine incerta, fu edificata sulle rovine di un precedente tempio, fu poi ricostruita nel 1032, a seguito delle incursioni barbariche, la parte superiore è composta da tre navate, come quella inferiore, ed ha ingresso separato. Questa chiesa fu molto importate perché situata sulla rotta del commercio, ha da sempre attirato l’attenzione di viandanti e sopratutto della Chiesa, infatti qui sono state inumate nel 1113 le spoglie del vescovo tedesco Johannes Defuk.

Dopo aver assistito all’incoronazione di Enrico V ad imperatore del Sacro Romano Impero per mano di Papa Pasquale II,  durante il viaggio di ritorno da Roma il vescovo si era fermato a Montefiascone attirato dal vino locale, noto ancora oggi come Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, e qui rimase. Alla sua morte il fedele servo ne curò la sepoltura facendo incidere sulla lapide di peperino grigio, l’iscrizione in latino: «Est est est pr nim est hic Jo De Fuk do meus mortuus est» (Est est est propter nimium est hic Johannes De Fuk dominus meus mortuus est) ovvero “Per il troppo EST! qui giace morto il mio signore Johannes Defuk”. Ancora oggi in occasione in occasione della rievocazione storica del vino EST EST EST si ha l’usanza di sparger alcune gocce sulla tomba del vescovo.

Difficile stabili con esattezza quali siano le origini del Montefiascone, si sa che era il colle dove sorgeva il “Fanum Voltumnae”, luogo sacro dove i Lucumoni delle dodici città etrusche confederate si riunivano. Per alcuni studiosi il nome deriva da mons faliscum, in quanto i Falisci si erano stabiliti nella zona dopo la distruzione perpetrata dai Romani ai danni delle loro città. Ma la zona iniziò ad essere abitata solo dopo le invasioni barbariche, quando gli abitanti preferirono le zone alte in grado di dominare le valli e avvistare eventuali minacce.  Alla fine del primo secolo, così come per Viterbo e altre zone, anche Montefiascone entrò a far parte dei possedimenti della Chiesa.

Grazie alla posizione privilegiata, fu sempre oggetto di contese, fortificato e nel 1207 posto a difesa delle terre di proprietà di Innocenzo III, quando la Chiesa stava valutando di rientrare in Italia dal suo esilio ad Avignone, nel 1353 fu inviato il cardinale Albornoz, con il compito di riaffermare l’autorità della Chiesa e trasformò il Castello della Rocca (noto oggi come Rocca dei Papi) nella centrale operativa più temibile dell’esercito Pontificio. Fu Papa Urbano V, nel 13569, a conferire a Montefiascone il rango di Città dotandola di diocesi; successivamente il porgo conobbe un breve periodo di declino che terminò nel 1600,  grazie alla lungimiranza del cardinale Marco Antonio Barbarigo che la riportò agli antichi splendori.

Dai giardini della Rocca dei Papi si staglia un panorama incredibilmente spettacolare su tutta la Tuscia, dai Monti Cimini e dalla Tolfa, al monte Amiata e al monte Argentario, da Viterbo e dalla Conca d’oro di Montefiascone, una  valle ricca di appezzamenti coltivati, allo splendore del Lago di Bolsena con le sue isole.

Chiesa di S MargheritaMontefiascone è un borgo ricco di monumenti visitabili, oltre a quelli già accennati, si ricorda il Duomo noto come Cattedrale di Santa Margherita, iniziata nel 1519 e ultimata a termine nel Seicento, la cui imponente cupola è seconda per dimensioni solo a quella di S. Pietro in Roma.

La chiesa romanica di Sant’Andrea, edificata nel secolo XI, si nota per la sua semplicità. Quanto entrate al vecchio borgo alzate lo sguardo e soffermatevi sulla Porta Aldrovandi, passaggio obbligato, e sul Palazzo comunale.

I mesi estivi, sopratutto Agosto, sono ricchi di sagre ed eventi eno-gastronomici come l’importante Fiera del vino dove si  espone e commerciano i migliori prodotti di tutto il territorio, tra cui il locale “Est! Est! Est!”, l’Aleatico di Gradoli o la Cannaiola di Marta.

La Fiera fa da apripista a varie altre manifestazioni, come  In Cantina con Defuk, percorso eno-gastronomico nelle vecchie cantine, spettacoli e concerti serali all’aperto, e   il Corteo Storico che rievoca la leggenda del vino Est!Est!!Est!!!.

Il Lago di Bolsena si trova nel alto Lazio, al confine con Umbria e Toscana, rientra nel complesso vulcanico Vulsinio ed è quinto per dimensioni in Italia. Da Capodimonte, il piccolo centro abitato che domina le sponde del lago è possibile effettuare una visita guidate a bordo di un battello, da qui si possono facilmente ammirare sia l’Isola Bisentina dove sono ospitate numerose chiese ormai sconsacrate e l’Isola Martana, famosa per essere stata la dimora della Regina Amalasunta.

Isola BisentinaL’isola Bisentina è caratterizzata da una natura quasi incontaminata, tra i folti ed antichi boschi di leccio (pianta autoctona) si possono scorgere i numerosi monumenti tra cui la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo del Vignola che risalta per la sua imponente cupola; il convento Francescano; il tempietto di Santa Caterina, conosciuto come la Rocchina, caratterizzato dalla pianta ottagonale del Sangallo e costruita su un colombario etrusco eretto su uno sperone di roccia a picco sul lago.

La nota cappella del Crocifisso che al suo interno custodisce affreschi del ‘400 ed infine la cosiddetta orribile Malta dei Papi, il carcere a vita per ecclesiastici colpevoli d’eresia, la cui strutture si limita ad una buia e piccola cella sita nel interno di una collina, il cui unico punto di luce arriva da piccola botola sita a 20 metri d’altezza. Il battello permette di vedere anche il lato Ovest, il Monte Tabor a Nord, gli strapiombi rocciosi ad Est e il verdeggiante lato meridionale.

Per quanto riguarda la cronistoria dell’isola, poche sono le tracce lasciate da etruschi e romani, ma i monumenti presenti sono la prova di precedente attività urbana; a partire dal IX secolo infatti le popolazioni iniziarono a rifugiarsi qui per scampare alle incursioni saracene, mentre verso la metà del 1200 il sito divenne proprietà dei signori di Bisenzio, che a causa di incomprensioni con gli isolani la abbandonarono dopo avergli dato fuoco.

Fu Papa Urbano IV a riconquistare l’isola nel 1261, ma purtroppo fu nuovamente distrutta nel 1333 da Ludovico il Bavaro, accusato d’eresia e scomunicato dal Papa. Nel 1400 sotto la proprietà dei Farnese conobbe un periodo di grande prosperità e visitata da numerosi Papi; successivamente nel 1635 durante il governatorato del duca di Castro, Odoardo Farnese, il quale determino la completa distruzione di Castro a seguito dell’inasprimento dei rapporti con la chiesa.

Dopo questo ultimo triste capitolo della storia, l’Isola Bisentina e l’isola Martana tornarono di proprietà della chiesa, per poi essere cedute a proprietà private.

MartanaPer quanto riguarda l’Isola Martana, che affaccia di fronte al abitato di Marta ad una distanza di circa 2 km, ha una caratteristica forma a mezza luna dovuta allo sprofondamento nel lago dell’altra metà del cratere vulcanico. La parte Nord dell’isola è caratterizzata da una ripida parete a strapiombo sul lago, invece la parete Sud essendo meno scoscesa favorisce la crescita di lecci ed ulivi.

Due sono gli episodi della della tradizione popolare che contraddistinguono l’isola, una vuole che nel 410 d.C. vi fossero nascoste le spoglie di Santa Caterina per sottrarle alle invasioni barbariche, l’altra invece si svolge durante il dominio dei Goti, qui venne segregata ed uccisa la regina Amalasunta per mano di un sicario ingaggiato dal di lei cugino e consorte Teodato per avidità e potere.  I primi cenni storici dell’isola Martana risalgono ad una bolla papale del 852 d.C. in riferimento al convento di S. Stefano, ivi costruito. Questo convento ha ospitato vari ordini di monaci: i Benedettini, gli Agostiniani e i Paolotti, ma già nel 1459, era ormai deserto.

Nel IX secolo la popolazione che si era qui rifugiata creo un comune dipendente, ma nel 1254 a seguito della nomina a podestà del conte Guittone di Bisenzio, la popolazione che non lo gradiva in poco tempo iniziò ad abbandonare l’isola, da qui in poi le sorti dell’sola Martana seguono quelle della vicina isola Bisentina. L’isola ora appartiene ad una società elettrica che la gestisce e controlla gli sbarchi sull’isola. 

Capodimonte, che come detto sorge sulle rive del lago, fa parte del comune dell’Isola Bisentina e si contraddistingue per il ricco turismo degli appassionati del lago. Si trova a m 334 sul livello del mare ed è distante 25 km a Nord-Ovest da Viterbo.Capodimonte

Lo sguardo viene subito catturato dall’imponente Rocca Farnese, che con la sua pianta ottagonale rappresenta il monumento più importante. La cittadina ha un attrezzato porto per barche a vela e a motore ed una spiaggia sempre affollata, questo ed un territorio ricco di storia la rendono una meta del turismo estivo.
La sua morfologia si deve all’intensa attività vulcanica della catena vulsinea, che cessò durante l’era quaternaria antica, il paesaggio è prevalentemente formato da colline che arrivano ad un massimo di 150 m dal livello del lago.

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Rocca Calascio tra sogno e realtà

Con il caldo che impazza ormai ovunque uscire dalla metropoli diventa un’esigenza fisica più che mentale.

A tale fine non c’è nulla di meglio di una gita fuori porta.

Visitare i borghi vicini al proprio abitato, non solo rappresenta uno svago ma anche un modo per arricchire il proprio bagaglio storico culturale.

L’Italia da questo punto di vista offre tanto ed è interessante confrontarsi con luoghi e memorie passate. L’Abruzzo ad esempio è una regione che ospita numerosi paesi di origine medievale, arroccati sulle montagne per tenere d’occhio i nemici, così come si può riscontrare nel fiabesco borgo di Rocca Calascio.

Questo luogo fatato, situato su un crinale a 1.460 mt di altezza, ha ospitato numerosi set cinematografici che hanno contribuito ad accentuare l’atmosfera incantata del posto:  Lady Hawke (USA, 1985)  dove la rocca era il rifugio dell’eremita interpretato da Leo MecKern;  Il nome della rosa (FRA-GER-ITA, 1986) tratto dall’omonimo libro di Umberto Eco;  Il viaggio della sposa (ITA, 1997); L’orizzonte degli eventi (ITA, 2005); fino ad arrivare ai più recenti set, la serie Padre Pio (ITA, 2006) prodotta dalla RAI;  The American (USA, 2010) con George Clooney, questo film è un vero omaggio alla città dell’Aquila e alla sua provincia, tanti i paesaggi immortalati nelle riprese da Castel del Monte, Calascio a Castelvecchio Calvisio.

Raggiungere il borgo di Calascio per chi arriva con mezzi propri è relativamente facile, il percorso verso la Rocca è relativamente breve, anche se tutto in salita ed abbastanza faticoso,  lo spettacolo che viene offerto su in cima ripaga tutti gli sforzi.

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Il borgo della Rocca di Calascio è una piccola bomboniera fatta di tanti ristoranti ed attività commerciali che vivono proprio grazie al turismo locale e straniero, che raggiunge queste zone per ammirare la bellezza dell’Appennino abruzzese e della sua Rocca che domina l’intera valle.

Per apprezzare meglio il paesaggio e la sua struttura occorre fare un passo in dietro e ripercorrere la sua storia, la rocca è stata fondata nell’anno 1000, in realtà il primo documento storico che ne attesta la presenza risale al 1380, ma appare chiaro che era già presente e parte del luogo da tempo.

Come per la maggior parte delle fortificazioni medievali, la sua struttura era stata integrata con un torrione a forma quadrangolare con la funzione di avvistamento; tale rimase finché fu possedimento di Leonello Acclozamora della stirpe di Carapelle (XIV secolo).

La sua struttura fu successivamente integrata, durante la proprietà di Antonio Todeschini della famiglia Piccolomini (XV secolo) che la ricevette da re Ferdinando, con la fortificazione di una cerchia muraria in ciottolame e quattro torri di forma cilindrica per uso militare.  Durante questo periodo, inoltre, si sviluppò ai suoi piedi il piccolo borgo, spinto dalla crescita economica dovuta alla transumanza delle pecore sulla direttrice del reggio tratturo per Foggia. 

L’economia che ruotava attorno alla lana delle pecore crebbe molto nel tempo, tanto da attirare gli interessi della famiglia Medici, che nel 1579 acquistò la rocca ed il vicino borgo di Santo Stefano di Sessanio.

La storia italiana vede spesso il susseguirsi di violenti terremoti, sopratutto in questa zona, infatti la rocca fu gravemente danneggiata da un violento sciame sismico nel 1703 con conseguente abbandono della parte più alta del borgo a privilegio del sottostante paese di Calascio, che iniziò così a svilupparsi.

Nel XX secolo il sito fu completamente abbandonato e dimenticato, il centro abitato si concentrò verso are più agevoli e vicine ai luoghi del commercio, fu grazie alle prime ambientazioni cinematografiche, su tutti Lady Hawke, che alcuni abitanti colsero il potenziale turistico del posto e ricominciarono a popolare la zona convertendola con strutture ricettive e investendo su importanti opere di restauro e consolidamento del castello ed altri siti turistici.

Lungo il percorso che separa il borghetto della rocca dal castello si trova una piccola chiesa dedicata a Santa Maria della Pietà, un piccolo santuario eretto tra il XVI e il XVII secolo, meta di devoti e fedeli. Il luogo dove è stato edificato ha una valenza storico votiva, si narra infatti che in quello stesso luogo la popolazione locale ebbe la meglio su una una banda di briganti che li minacciava, mentre altre fonti fanno risalire la costruzione al 1451 forse su schizzi del Bramante.

Chiesa di Santa Maria della Pietà a Rocca Calascio

La struttura a pianta ottagonale del santuario, con un ambiente adibito a sacrestia appoggiato a una delle facciate ed una cupola ad otto spicchi, fa pensare ad una preesistente edicola rinascimentale. All’interno della chiesa, che presenta un complesso sistema di paraste tuscaniche, è possibile ammirare un dipinto della Vergine ed una scultura di San Michele armato.

Durante l’escursione a Rocca Calascio vale la pena organizzare anche la vista al vicino Santo Stefano di Sessanio, piccolo ed incantevole borgo medievale sito a circa 1.251 mt sul fronte meridionale del Parco Nazionale del Gran Sasso  e dei Monti della Laga.

Inutile dire che è un vero gioiellino, completamente costruito in pietra calcarea bianca, curato dai suoi abitanti con botteghe di artigianato locale e piccoli ristoranti, i danni del tempo e l’inclemenza dei terremoti che si sono abbattuti negli anni sembrano aver reso questo piccolo borgo ancora più affascinante agli occhi dei visitatori.

Passeggiando per le vie si può facilmente riconoscere l’influenza dei Medici, eleganti decori in pietra e muratura arricchiscono le strutture preesistenti come portali ad arco con formelle fiorite, finestre in pietra finemente decorate e bifore. La famiglia più potente di Firenze per fare in modo che i viandanti riconoscessero il luogo come sua proprietà fece porre il suo stemma sulla porta d’ingresso di sud-est. Nei pressi di questa porta si può vedere una piccola chiesa dedicata a Santo Stefano Protomartire, edificata tra XIV e XV secolo.

 

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Tante sono però le sorprese per i visitatori del borgo, come le abitazioni quattrocentesche, e la Torre del 300 (oggi in ricostruzione) dalla cui sommità si può vedere il panorama che dalle valli del Tirino e del Aterno si spinge sino alla catena del Sirente e della Maiella.

A parere delle guide, si consiglia la visita anche della vicina chiesa della Madonna del Lago eretta appena fuori le mura, nel XVII secolo,  sulle rigogliose rive di un piccolo specchio d’acqua.

Un piccolo suggerimento per gli amanti della gastronomia, il borgo di Santo Stefano in Sessanio è particolarmente rinomato per le sue lenticchie rosse che si possono acqiustare nelle botteghe del borgo.

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Il cuore verde di Roma, Orto Botanico di Villa Corsini

Lo scorso sabato (13/04/2019) su RTL 102.5 hanno presentato il libro “Il potere della meraviglia” di Francesco Dimitri, in questa sede l’autore è intervenuto esponendo l’importanza di ricominciare a catturare i piccoli miracoli nella vita di ogni giorno.

La parola meraviglia è quella più adatta a descrivere lo splendore dell’Orto Botanico di Villa Corsini a Roma.

Uno spettacolo sotto ogni punto di vista.

Giunti a via Corsini da via della Lungara, non ci si rende conto di trovarsi vicini ad uno dei polmoni verdi di Roma,  inoltre non si ha nessuna idea di cosa si celi dietro l’ingresso.

Una volta varcata la soglia della biglietteria lo sguardo si perde nella varietà di vegetazione che cresce rigogliosa, grazie all’opera del Dipartimento di Biologia Ambientale della Università Sapienza di Roma.

L’Orto Botanico, oggi Museo, copre una superficie di circa 12 ettari all’interno del centro di roma, il parco si estende da Via della Lungara al Colle del Gianicolo, l’area comprende anche il sito archeologico denominato Horti Getae, anticamente era la sede delle terme di Settimio Severo. Le origini dell’Orto Botanico risalgono all’istituzione di un pomerium o verziere, il primo di una lunga serie di giardini all’interno dei quali fu sviluppato l’Orto Botanico, durante il papato di Nicolò III (tra il 1277 ed il 1280).

Fu papa Alessandro VII a svincolare dal potere Vaticano l’Orto Botanico, che nel 1660 divenne proprietà dell’Università e la sede fu stabilita alle spalle della Fontana Paolina al Gianicolo. Più tardi, nel 1820, la sede fu spostata presso il giardino di Palazzo Salviati poiché più idonea ed attrezzata alla coltivazione di specie così diverse tra loro; mentre dopo l’Unità d’Italia, nel 1873 la sede fu trasferita nel giardino dell’ex convento di San Lorenzo in via Panisperna, per poter riunire tutti gli Istituti scientifici nella zona del Viminale.

La sede attuale fu stabilita nel 1883 quando la proprietà passò allo Stato, che designò Palazzo Corsini come sede dell’Accademia dei Lincei e i giardini come sede dell’Orto Botanico.

Questo sito organizza anche diversi eventi che mescolano sapientemente arte e natura, come Hanami 2019: Celebriamo la bellezza dei ciliegi in fiore organizzato in collaborazione con l’Istituto Giapponese di Cultura, svoltosi tra il 12 ed il 14 aprile scorsi.

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Presso questo polmone verde è possibile conoscere e studiare le diverse specie vegetali, che in questo luogo hanno trovato un loro equilibrio riuscendo a sopravvivere nel clima mediterraneo.

Per agevolare i visitatori viene fornita una brochure con mappa dei vari siti di interesse e brevi cenni sulla loro storia, ciò rende possibile orientarsi tra i vari tesori coltivati all’interno dell’Orto Botanico: Alberi monumentali, Bambù, il Bosco mediterraneo, Gimnosperme, il giardino degli aromi, il giardino giapponese, il giardino mediterraneo, l’orto dei semplici, la serra Corsini, la serra monumentale, la serra tropicale, la valletta delle felci, le palme, Piante acquatiche, il Roseto.

Camminando tra questa vegetazione si ha la sensazione di entrare in un universo parallelo, da qui sono completamente esclusi i rumori della città si sente solo il respiro della natura.

Quando si giunge al giardino giapponese ci si trova in prossimità del punto più alto del sito, la sensazione è quella di trovarsi realmente in uno dei giardini descritti nei documentari sul Giappone e risulta semplice abbandonarsi alla pace ad all’armonia che questo luogo trasmette; poco più avanti, in oltre, la natura apre un varco regalando una spettacolare vista di Roma.

Questo sito dedicato allo studio delle diverse specie vegetali racchiude diversi spazi verdi che catturano la curiosità, sono così vari che è difficile elencarli tutti, ma tutti indistintamente sono in grato di toccare le corde nascoste di ognuno di noi e scaturire meraviglia.

L’Orto Botanico di Roma è aperto tutti i giorni, inclusa la domenica. L’orario varia a seconda delle stagioni: nei mesi primaverili (da Aprile a Ottobre) l’apertura è dalle ore 9 alle ore 18.30; nel periodo invernale (da Novembre a Marzo) l’apertura è dalle ore 9 alle ore 17.30 .

Il biglietto d’ingresso € 8,00 Ridotto € 4,00 (controllate sempre sul sito per eventuali aggiornamenti)

Si organizzano visite individuali, di gruppo e per le scuole di ogni ordine e grado.

Per maggiori informazioni e prenotazioni fare riferimento al seguente indirizzo email: info-ortobotanico@uniroma1.it

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Pescara tra mare e monti

La città natale di Gabriele D’Annunzio, Pescara, può rappresentare una valida meta per le gite fuori porta dell’ultimo minuto, per chi ha voglia di sfuggire al ritmo incalzante della capitale, ma sopratutto una valida meta turistica.

Per quanto il piano urbanistico post bellico non abbia dato precise indicazioni per la riedificazione, passeggiando per il centro cittadino tra palazzi popolari ogni tanto a sorpresa spunta qualche villa in mattone o abitazione bassa in stile liberty, piccoli gioielli architettonici che catturano l’attenzione.

Singolare è anche la pavimentazione che caratterizza le vie del centro, ricco di ristoranti e negozi, inoltrandosi in questo dedalo di strade si ha la sensazione di essere in un antico salotto. Qui affluisce la maggior parte della popolazione, per godere della cucina abruzzese o semplicemente per una pausa prima di raggiungere il vicino lungomare.

La bellezza e particolarità del capoluogo abruzzese è caratterizzato sopratutto dall’aria che si respira e dal paesaggio che offre; inoltrandosi verso il lungomare infatti si viene raggiunti da una piacevole aria di mare leggermente salmastra che si mischia con quella secca delle vicine montagne, spingendosi in fondo verso il Ponte del mare si può godere di un ricco panorama da un parte la distesa sconfinata offerta dal mare dalla parte opposta le cime dell’Appennino abruzzese.

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Il Ponte del mare, costruito nel 2009,  unisce le due rive del fiume da nord a sud e si estende per 456 metri di pista ciclabile e pedonale, tra i più lunghi d’Europa. La sua forma ricorda quella di una vela, la cui parte sospesa è ancorata ad un pilastro di acciaio edificato sulla sponda nord del fiume ed in posizione obliqua rispetto al corso del fiume.

Visitare i luoghi di interesse di Pescara è semplice e non richiede tempi lunghi di percorrenza. Venendo dalla stazione basta spingersi in linea retta per arrivare in centro e scoprire la Cattedrale della Divina Misericordia (o del Sacro Cuore di Gesù), una bellissima costruzione rivestita di mattoni a vista in stile gotico con un grande rosone  che domina la piazza da sopra il portone centrale a tutto sesto, mentre l’interno è composto da tre navate con volte a crociera in stile neoromanico, la luce arriva da tre grandi vetrate policrome ed istoriate.

La cattedrale fu edificata sul finire dell’Ottocento affinché l’ex comune di Castellammare Adriatico possedesse una propria parrocchia.

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Nella piazza davanti al portone si trova un presepe artistico in pietra, dello stesso stile della Cattedrale, realizzato dal Maestro Del Ponte Petronio Franco in esemplare unico e donato alla città di Pescara dall’Ordine dei Templari Cattolici d’Italia.

 

Per le vie del centro ci si può imbattere in un altra singolare scultura, L’Elefante di Vicentino Michetti collocato in Piazza Salotto.

Elefante di Michetti

Michetti, nato a Calascio nel 1909, si era trasferito nel capoluogo adriatico insieme alla famiglia nel 1920, dove negli anni Settanta realizzò l’opera, frutto di una voluta provocazione dell’artista nei confronti di tutte le opere realizzate per Pescara in quegli anni, che a suo dire sembravano delle costruzioni.

La statua originariamente era di colore grigio, mentre oggi appare di colore rosso mattone, questa seconda vita dell’elefante, a cui l’artista non poté assistere perché scomparve nel 1997,  si deve al finanziamento e sponsorizzazione da parte della Inner Wheel nel 2013 al fine di ripristinare lo splendore della statua fortemente deteriorata dal passare degli anni e da atti vandalici.- fonte IlPescara

Seguendo la via del mare, invece, può capitare di camminare accanto al Villino Nonnina che originariamente era l’abitazione del poeta Luigi Polacchi, vissuto dal 1894 al 1988, la quale tra gli anni trenta e cinquanta fu uno dei salotti letterari più importanti d’Italia a cui partecipavano, tra gli altri, personalità come Giovanni Gentile, Alfredo Luciani (con cui fondò nel 1934 il cenacolo culturale chiamato Casa di Poesia), Ignazio Silone, Domenico Tinozzi, Michele Cascella ed Ennio Flaiano.

Casa di Luigi Polacchi

Un’altra abitazione storica, dichiarata monumento nazionale nel 1927 e dal 2014 museo in gestione al Polo museale dell’Abruzzo, è la casa natale di Gabriele D’Annunzio che si trova in corso Manthoné 111. L’edificio settecentesco, proprietà della famiglia D’Annunzio a partire dall’Ottocento, fu sottoposto a diversi interventi di restauro sia da parte del D’Annunzio sia a seguito dei bombardamenti subiti nel corso della seconda guerra mondiale. 

Dalla parte opposta della stazione di Pescara, proprio davanti il lungomare, si è accolti da l’Approdo alla Nave (immagine di apertura dell’articolo), l’opera nota semplicemente come Fontana la Nave è un complesso scultoreo realizzato  nel 1987 dallo scultore Pietro Cascella a ricordo della tradizione marinaresca della città la cui forma ricorda molto una galea con tanto di remi.

Insomma questo capoluogo abruzzese ha veramente tanto da offrire che sia per un giorno o per un fine settimana, le attrazioni non mancano di certo.

Per coloro che partono da Roma possono facilmente raggiungere la città tramite autobus dalla Stazione Tiburtina.

 

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Verona e dintorni

Uno dei posti magici d’Italia, a mio avviso, è rappresentato da Verona.

Verona per certi versi si avvicina di più all’animo del borgo che a quello di una città, una piccola bomboniera che ti sorprende sempre.

Diventata famosa grazie al mito shakespeariano di Romeo e Giulietta, Verona racchiude in se storia romana e longobarda insieme, una meravigliosa testimonianza dell’evoluzione umana sia dal punto di vista storico che culturale.

Non capita spesso di poter vedere in una sola città strutture che testimoniano la grandezza del progresso umano di popolazioni antiche come quella risalente all’impero romano e quelle medievali che si mescolano sapientemente con quelle più recenti.

Il centro della città di Verona è rappresentato dall’Arena intorno ad essa di sviluppa un dedalo di vie e strade che portano verso la stazione, altre verso il castello scaligero ed il suo antico ponte che permette di attraversare l’Adige verso il vicino Arsenale, altre ancora verso la Basilica di San Zeno, che vi consiglio di visitare per ammirare la struttura che i veronesi hanno voluto per il loro santo patrono.

Percorrendo corso Porta Borsari, una delle vie che conduce verso piazza delle Erbe, alzando lo sguardo si possono vedere i pandori che ornano lo storico palazzo Melegatti, che ha ospitato l’antica pasticceria di Verona creatrice del Pandoro.

Per gli amati dello shopping non mancano certo i negozi dove fare tappa, personalmente consiglio una visita da Cos e da Benetton, si trovano uno di fronte all’altro in via Giuseppe Mazzini, vi stupirà scorgere importanti reperti archeologici dell’antica Roma sapientemente custoditi ed inglobati in questi edifici moderni.

Passeggiando per la città riuscirete a vedere gran parte dei tesori di Verona, tra cui la casa di Giulietta con il famoso balcone, la cui celebrità si deve alla bravura dei Veronesi nello sfruttare la storia scritta da Shakespeare come cassa di risonanza per implementare il turismo, creando così un itinerario completo. Pensate che sono riusciti anche a trovare la casa di Romeo sita in via delle Arche scaligere, nonostante gli storici attribuiscano la casa come residenza di Cagnolo Nogarola, essa è entrata di diritto a far parte della della dimora dei Montecchi. Questo itinerario comprende anche la tomba di Giulietta, sita all’interno di un ex convento di frati cappuccini che al suo interno comprende anche il museo degli Affreschi “G.B. Cavalaselle”  di cui due sale, la Sala delle Muse da Casa Guarienti e la Sala Giacomo Galtarossa, vengono messe a disposizione per l’organizzazione di matrimoni.

A piazza Erbe potete trovare numerosi locali, aperti di giorno e interessati per l’aperitivo serale, soffermatevi a guardare i suggestivi affreschi dei palazzi che precedono piazza dei Signori dove è stata posta la statua di Dante Alighieri, poi potete proseguire verso la chiesa di Santa Maria Antica, nota per essere stata la cappella privata degli Scaligeri che vollero la struttura in stile gotico.

Proseguendo per via Santa Maria in Chiavica verso via Sottoriva si raggiunge facilmente il lungo Adige che porta al ponte di Pietra, dove solitamente ci sono diverse bancarelle, da qui attraversando la strada potrete accedere al percorso che porta al Teatro Romano, un anfiteatro ancora utilizzato per spettacoli estivi, salendo più su (oggi in alternativa si può prendere la funicolare) si accede ad una vista panoramica di tutto rispetto offerta dall’affaccio adiacente Castel San Pietro. Agli amanti dei panorami mozzafiato consiglio di fare un’ulteriore sforzo e raggiungere Le Torricelle , da qui potete avere una visione d’insieme di Verona da lasciare a bocca aperta.

Tanti sono i luoghi dove potete mangiare o dormire, la scelta spetta a voi in base alle vostre preferenze.

Se avete un po’ di tempo, con la macchina o con i mezzi pubblici, da Verona avete la possibilità di raggiungere altre vicine destinazioni, come Riva del Garda, Venezia, mete religiose come il suggestivo Santuario della Madonna della Corona situato a Ferrara di Monte Baldo, oppure potete raggiungere mete montane come Bolzano, Trento, Mantova o Innsbruck.

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Sotterranei del San Giovanni

Un’anteprima di quello che vi offrono i sotterranei del San Giovanni di Catanzaro.

Catanzaro è una piccola città, capoluogo della regione Calabria, costruita su una collina che domina il mare. Come molte roccaforti la posizione privilegiata serviva a proteggere la città da possibili aggressioni via mare, ciò garantiva ai cittadini di ripararsi e poter organizzare la controffensiva.

Nella parte più alta della della città, dal parco della Biodiversità, nonché dall’affaccio di Bellavista, si può godere di una ampia vista del mare.

La città ha una storia antica, quale città non ne possiede una, questa però grazie all’opera di alcuni appassionati cittadini sta tornado a destare interesse, molti luoghi di interesse culturale stanno tornando a risplendere grazie al duro lavoro delle associazioni culturali locali e di studiosi che lottano contro l’abbandono, l’incuria e l’indifferenza di amministrazioni ceche e sorde.

Questo percorso dei sotterranei del San Giovanni è uno dei pochi che offre una visione completa della genesi e dello sviluppo della città.

Per altre info su cosa vedere in Calabria potete leggere l’articolo Calabria l’ombelico del mondo

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Alla scoperta dei sotterranei di Roma

Qualche domenica fa ho fatto una piacevole scoperta.

Con una amica abbiamo visitato i sotterranei di Roma, non tutta Roma ovviamente, una piccola parte sita nel sottosuolo del rione Trevi, proprio vicino la bellissima ed altrettanto nota Fontana.

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Tempo fa, tra il 1999 ed il 2001, nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex Cinema Trevi sono emerse le strutture di una domus d’epoca imperiale, il castellum aquae dell’Acquedotto Vergine ed i suggestivi reperti (tra cui il celebre volto di Alessandro helios).

Gli scavi furono condotti dalla Soprintendenza Archeologica di Roma (con la direzione scientifica di Claudio Moccheggiani Carpano) portando a conoscenza della presenza nel sottosuolo romano di un complesso edilizio di età imperiale che rappresenta una notevole testimonianza del tessuto urbanistico dell’antica Roma.

Questa area archeologica sotterranea, oggi nota come Vicus Caprarius – la Città dell’Acqua, è oggi visitabile grazie all’intervento economico della società proprietaria della struttura, il Gruppo Cremonini, che ha permesso un pieno recupero e una meticolosa valorizzazione del sito archeologico.

L’area, che si trova tra via di San Vincenzo e vicolo del Puttarello, ha un’estensione di circa 350 mq. Il piccolo tesoro custodito in quest’area regala al pubblico una maggiore conoscenza di quelle che erano le strutture abitative di epoca romana, sono perfettamente riconoscibili infatti due interventi murari distinti che hanno trasformato, nella metà del IV secolo, quella che è stata identificata come insula di circa otto metri in opus latericum (ciò che oggi chiamiamo condominio) , in una domus signorile.

Il nome città dell’acqua si deve all’infiltrazione di acqua della Fontana di Trevi proveniente dall’acquedotto Vergine, se vi capita di visitarlo la guida vi mostrerà l’immanente serbatoio di distribuzione, il castellum aquae, che gli scavi hanno riportato alla luce.

Oltre a queste strutture abitative sono stati rinvenuti numerosi reperti che testimoniano lo stile di vita di coloro che hanno abitato in quegli anni, mentre i materiali utilizzati nella struttura ci dicono come venivano effettuati i lavori di costruzione in quella determinata epoca.

Insomma un piccolo tesoro tutto da scoprire.

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Una gita in barca

Rimanendo ancora un po’ sul filone della Calabria, ho recuperato questo video girato la scorsa estate durante una gita in barca con alcuni amici. La barca in questione appartiene a Riccardo che mette a disposizione la barca e le sua esperienza nel campo della navigazione per piccoli gruppi che intendono passare una mattinata vivendo il mare in modo diverso.

Si parte dal Circolo velico attraversando tutta la costa, ogni tanto ti propone anche di prendere il timone se le condizioni sono favorevoli. Nel mio caso abbiamo raggiunto la spiaggia di Caminia, dove siamo rimasti un pò per qualche tuffo con esplorazione delle grotte naturali. Poi abbiamo ripreso la rotta fino alle vasche di Copanello per poi rientrare verso il Circolo Velico di Soverato.

Uno spettacolo molto bello, tra il relax e la meraviglia di vedere la costa via mare, da questo punto di vista tutto sembra affascinante, ti cattura e ti resta addosso, neanche fossi entrato nel mondo delle favole.

Lo consiglio vivamente, a turisti e locali, ai turisti perché così hanno modo di vedere più posti di mare e ai locali per vivere almeno una volta da turisti la propria terra.

Per chi fosse interessato ai servizi di Riccardo può visitare la sua pagina facebook

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Calabria. L’ombelico del mondo

Descrivere un viaggio a distanza di tempo è sempre difficile, vuoi per la selettività della memoria, vuoi per la difficoltà di tenere una corretta linea temporale degli eventi. Se non prendi appunti subito è la fine.

Se poi devi anche scegliere tra una lunga serie di viaggi fatti l’impresa è ancora più complessa.

Dunque mi sembra giusto partire da una regione dove torno spesso, e che mi ha anche dato i natali, ma che mio malgrado conosco veramente poco, la Calabria.Vista Parco della Biodiversità- Catanzaro

Vista Parco della Biodiversità- Catanzaro

La Calabria è una regione ahimè sottovalutata, sopratutto dagli stessi calabresi; la Calabria è una regione con un patrimonio culturale, paesaggistico e storico immenso. Non lo dico perché sono calabrese, ma perché i fatti mi danno ragione, ad esempio i tanti turisti che dal nord, che sia d’Italia, dell’Europa o del mondo non fanno altro che osannare la bellezza di questi posti e la scarsa attitudine dei calabresi e valorizzarli, esaltarli e rispettarli.

Io in effetti ne sono una prova vivente, sono emigrata verso il nord denigrando la mia terra perché incapace di darmi le opportunità che volevo, per poi rendermi conto che ciò che ci serve c’è sempre ovunque, basta avere la voglia e la forza di volontà di realizzarlo passo dopo passo.

Ma torniamo al nostro viaggio, tanti associano la Calabria al mare, praticamente ne è circondata ed effettivamente non ha nulla da invidiare ad altre località di mare (se non le infrastrutture), ma non c’è solo questo. Ci sono molti itinerari turistici, viaggiando in autostrada ne ho visti tantissimi che in treno mi perdevo, c’è ad esempio un sito escursionistico molto interessante che ho sempre desiderato visitare nella Presila Calabrese, ma tra una cosa e l’altra non ho mai fatto, denominato Le Valli Cupe  con una varietà di fauna e paesaggi inaspettati, pensate c’è anche un canyon.

Ovviamente la ricchezza della regione non si esaurisce a questo, c’è tanto altro ancora; tralasciando le note località turistiche, come Tropea e Pizzo Calabro ormai famosi pre i tartufi e le cipolle, guardiamo più a sud allo spettacolo visivo che offre Scilla, quel miraggio della Fata Morgana che tentava re Ruggero il Normanno continua a ripetersi, infatti nelle giornate più limpide si può ammirare la vicina Sicilia (questo è il punto più vicino) e credetemi sembra veramente di poterla toccare semplicemente allungando un braccio.

I luoghi di interesse sono veramente tanti, Reggio Calabria con i famosi Bronzi di Riace, San Nicola Arcella, vicino Diamante, con il suo splendido Arcomagno, Roccella Ionica con il festival del Jazz, il Parco del Pollino con i suoi nuovi itinerari, le Serre Calabresi nell’Appennino calabro e tanto altro ancora.

La Calabria è una regione che ti sorprende sempre, sono molti anche i siti di interesse artistico, come ad esempio il Parco Archeologico Scolacium, sulla strada da Catanzaro Lido a Copanello, che è possibile ammirare nel suo splendore soprattutto la sera quando l’atmosfera diventa suggestiva e sembra di essere trasportati indietro nel tempo, proprio quello di Ruggero il Normanno, oggi è gestito dalla Fondazione Armonie d’Arte che organizza numerosi eventi artistici e culturali;  interessanti anche le opere che si possono ammirare presso il Parco della Biodiversità Mediterranea a Catanzaro, purtroppo vandalizzato da ignoranti e incivili, visto che siete a Catanzaro potete visitare il Complesso monumentale del San Giovanni, con annesso museo, informatevi se c’è anche la possibilità di visitare i sotterranei di Catanzaro, date uno sguardo al video Segreti Passaggi realizzato da Giuseppe Racchetta, tanto per capire di cosa si tratta.

Se invece amate la letteratura non mancate di visitare la fiera del libro nell’ambito del Progetto Gutenberg che si tiene ogni anno a fine maggio, qui potrai assistere a numerose presentazioni e conoscere meglio i diversi autori.

La Calabria ha anche una storia nel campo dell’arte tessile, per esempio se andate a San Giovanni in Fiore, a Carucci, a Castelsilano o a Cerenzia, scoprirete che questo mestiere ha radici antichissime, nel 1800, avviata probabilmente da donne di origine greco orientale  immigrate in Calabria con i propri telai e le loro conoscenze.

La Calabria possiede anche radici profonde nell’arte della ceramica, che risalgono alla Magna Grecia e naturalmente alla vicina Sicilia, se volete vedere alcuni laboratori antichi potete andare Squillace, Seminara e Gerace, poi potete anche fare un confronto tra storia modernità visitando il laboratorio di ceramiche a Soverato marina “Le Ceramiche Di Francesca Ciliberti”, così potete anche fare un tuffo al mare e gustarvi la tipica brioche con gelato, o passeggiare sul nuovo lungomare sorseggiando la Brasilena, tipica bevanda gassata al caffè.

La Calabria ha dato i natali anche tanti nomi illustri, il pittore Mattia Preti, l’artista Mimmo Rotella, Mimi Bertè (Mia Martini) e Loredana Bertè, il regista Gianni Amelio, alcuni attori come Francesco Colella, Raul Bova, Emi Bianchi e Daniela Vitale.

La Calabria è proprio immensa, chi la percorre in macchina se ne rende conto, non basta una pagina per descrivere tutto quello che offre, perciò visitatela e scopritela anno dopo anno.

Qui potete trovare l’articolo di Gaetano Moraca su altri eventi culturali che si tengono in Calabria.

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