Ornella Vanoni non c’è più, si è spenta ieri sera all’età di 91 anni a causa di un malore.
Questa grande ed immensa artista, che si è guadagnata il posto d’onore tra i personaggi che hanno fatto la storia della canzone e della televisione Italiana, mancherà a tutti.
La sua storia bene o male la conosciamo tutti, chi invece ha voglia di saperne di più troverà tanto materiale e tante storie sopratutto nel libro della sua autobiografia “Vincente o perdente”.
Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di vederla dal vivo, ma è uno di quei personaggi che riusciva a parlare a cuore aperto andando dritto a toccarti l’anima. Per questa caratteristica raggiungeva comunque tutti, grazie al programma di Fabio Fazio, complice anche l’età e la sua ironia senza freni, ormai faceva parte della vita di ognuno di noi.
Strana a volte la vita, i suoi esordi nel programma “Fatti e fattacci” con Gigi Proietti e l’epilogo a “Che tempo che fa”, quasi dovesse chiudersi un cerchio.
In tanti l’hanno amata, in pochi l’hanno odiata, per quella sua necessità di vivere, di essere se stessa senza compromessi.
Molti sono gli artisti, suoi compagni di “viaggio” ed amici che in queste ore la stanno omaggiando con i loro messaggi.
Certi caratteri e personalità devono essere per noi un esempio positivo di come si debba apprezzare la vita in ogni istante anche quando fa più male, perché è in quei momenti che traiamo la forza per risollevarci ed andare avanti e conosciamo meglio noi stessi.
Se leggerete il suo libro capirete cosa intendo.
“Eternità, spalanca le tue braccia – Ornella Vanoni é là- accanto alla felicità che dorme”[tratto dal testo L’Eternità].
Foto: proprietà di @ornellavanoniofficialpage Instagram
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Nato a Militello il 6 giugno del 1936, ci lascia all’età di 89 anni Pippo Baudo, storico presentatore del Festival Sanremo, Novecento, Fantastico ed altri programmi dove la musica ed i loro autori erano al centro della scena.
Per molti Pippo Baudo è stato e resterà il volto della televisione italiana più conosciuto e noto, molti sono i programmi che ha condotto e che lo hanno visto protagonista delle evoluzioni della televisione italiana.
Come ha scritto Fulvio Giuliani, nominare Pippo Baudo è come ripercorre il viale dei ricordi, ricordi che ci vedono tutti seduti davanti alla Tv a vedere il programma canoro nazionale, chi con la famiglia, chi con gli amici, ad ammirare le star italiane ed internazionali in quel mondo fatto di luci e colori. Per molti è stato uno shock non vederlo più condurre il Festival di Sanremo e doversi abituare a continui cambi di registro e conduzione, ma come diceva lo stesso Pippo “ The show must go on”. E fu proprio con queste parole che si sancì il cambio di passo nel modo di fare televisione e di condurre.
In un mondo che ormai corre frenetico e che non ti permette più il tempo di metabolizzare i cambiamenti, sempre più frequenti e repentini in ogni ambito, perdere una figura come Pippo Baudo significa perdere un’altra parte di quella generazione di professionisti, intelligenti e colti che sapevano entrare nelle case delle persone in punta di piedi, che con coraggio si misuravano con star internazionali e novità senza mai essere arroganti.
Un mostro sacro della Tv, difficile da sostituire, che ha saputo condurre il cambiamento del mondo televisivo con disinvoltura lasciando un’impronta indelebile in ognuno di noi.
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Questo di Michela Murgia è il primo libro con il quale sono riuscita finalmente a conosce l’autrice, le sue battaglie e chi era veramente, senza passare dai filtri televisivi o social. Questo libro, pubblicato postumo, permette di riflettere su argomenti delicati e molto importanti grazie a spunti di pensiero differenti.
Argomenti, come il significato queer e la gestazione per procura, che meritano la giusta attenzione, con la giusta profondità, lontani dai “bla bla bla” superficiali e superficializzanti della politica.
Michela Murgia pone degli interrogativi importanti sulla società che cambia (sempre che si permetta che cambi) e le leggi che dovrebbero essere fatte per regolamentare e normare ciò che sta cambiando per evitare eccessi ed orrori.
Consiglio vivamente la lettura di Dare la vita anche ai più scettici, a coloro che la pensano diversamente da lei, perché gli interrogativi che si pone non riguardano una minoranza ma tutti.
Sono interrogativi da cui traspare una persona molto attenta al prossimo e responsabile, molto più di quanto in questi anni abbia fatto la politica.
Bisogna continuare a parlare di questi argomenti finché non si giungerà a delle leggi che le regolamenteranno riconoscendone l’esistenza.
Edizione: Rizzoli
Testo: Dare la vita
Autore: Michela Murgia
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Qualche mese fa sono stata alla chermess di Libri come all’Auditorium parco della musica di Roma, per una piacevolissima presentazione, quella del libro di Francesco Piccolo: Son qui m’ammazzi.
Adesso dopo aver letto il libro posso dire di essere rimasta sorpresa.
Partiamo per gradi. Il libro è un insieme di racconti analitici sul monto della cultura maschilista nella letteratura, ogni capitolo tratta un Romanzo italiano, che quasi tutti noi ci siamo ritrovati a leggere tra i banchi di scuola.
Quando si è ragazzi e soprattutto guidati dagli insegnati quello su cui ci si sofferma nell’approccio ad un libro è sempre il periodo storico, il modo in cui si viveva in quegli anni e cosa lo scrittore espone con quel racconto, mai viene preso in considerazione il modo in cui i personaggi maschili vengono descritti, né come essi pensano, né come si comportano.
Grazie a Francesco Piccolo, tramite una scrittura molto leggera e piacevole, facciamo un viaggio in quelle che sono purtroppo le fondamenta della cultura italiana, una cultura maschista violenta, spesso in modo subdolo, arrogante e piccina.
Una cultura però che tramite la letteratura ha avuto modo di lavorare silente sulle generazioni che hanno letto questi libri.
Perché in questi libri il modo di pensare e di essere di questi protagonisti sembra quasi giustificato dal contesto, ma grazie all’analisi di Francesco Piccolo ci accorgiamo che non c’è nulla da giustificare, che determinati atteggiamenti sono violenti, spesso solo nei pensieri o nel modo di usare le parole, non arrivano a mettere in pratica il desiderio di violenza ma non lontani dai protagonisti dell’attuale cronaca nera che ci racconta ogni giorno di donne uccise per mano di uomini violenti e che in realtà non sanno vivere e stare al mondo.
Edizione: Einaudi
Testo: Son qui m’ammazzi
Autore: Francesco Piccolo
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Questa biografia di Ornella Vanoni è una carezza per l’anima.
Un regalo inaspettato che viene da parte di una donna sorprendentemente normale nella sua straordinarietà.
La sua storia attraversa numerosi eventi e personaggi del panorama storico ma soprattutto culturale.
Ci offre uno sguardo generoso e amorevole anche verso quei percorsi più tortuosi della vita che spesso, lì per lì, ci incupiscono e rabbuiano.
Ci fa comprendere come ogni vita anche quella che pensiamo essere la più elevata di tutte, che troppo spesso a torto vediamo come semplice e senza ostacoli, sia invece come tante altre piena di fatica, di delusioni e tanto coraggio nel viverla.
Non voglio fare spoiler, ma va detto che il racconto si presenta come una piacevole chiacchierata tra Ornella Vanoni ed il suo interlocutore, Pacifico, che la ascolta pazientemente come farebbe un terapeuta. Il linguaggio usato è fluido ed immediato, senza però tralasciare la cura nella scelta delle parole.
Con questo libro Ornella Vanoni dimostra di essere arrivata in un’età in cui ci si assolve per la vita vissuta e si fa pace con se stessi, e si rivolge alla se bambina con tenerezza, senza ammonimenti, anzi in modo rassicurante, con quello sguardo di complicità e supporto che ci può essere tra nonna e nipote.
Grazie per questo bel regalo che ci hai voluto fare Ornella.
Vincente o Perdente di Ornella Vanoni con Pacifico
La Nave di Teseo – Oceani
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Oggi propongo una gita fuori porta nella città natale di Petrarca (per chi abita tra il Lazio, la Toscana e l’Umbria): Arezzo, città Toscana fondata dagli Etruschi.
La città oggi nota come Arezzo, risale al IX secolo a.C. ed il suo nome era Aritim (in latino Arretium), secondo la legenda la città fu fondata dalla dea etrusca Artume, le cui caratteristiche sono molto simili alla dea della caccia greca Artemide, per i latini Diana. La naturale connotazione geografica della città ricorda molto i luoghi sacri alla dea della Artemide, posta su un colle e circondata da boschi e fiumi.
La città porta ancora i segni delle varie epoche storiche, dalla fondazione sino agli inizi del XIV secolo, anno in cui iniziarono le fondazioni della Basilica di San Francesco. Ed è proprio sotto la Basilica di San Francesco che si possono visitare questi rinvenimenti archeologici riportati alla luce tra il 1986 ed il 1989 in occasione dei lavori di riassetto della omonima piazza.
Come la maggior parte delle città d’arte italiane, anche qui si è voluto valorizzare il centro storico, che mantiene ancora la pianta e gli edifici medievali ed all’interno del quale non è difficile orientarsi.
La parte più alta della città, sul colle San Donato, è dominata dai resti della fortezza Medicea dalla tipica pianta a stella con cinque bastioni (ideata dall’architetto Antonio da Sangallo il Giovane) ancora oggi visitabile e dalla quale si gode una piacevole vista sulla valle sottostante. Questa fortezza ha origini antiche, ma ciò che vediamo oggi è frutto del lavoro degli architetti fiorentini Giuliano e Antonio da Sangallo, iniziato nei primi del Cinquecento e completato nel 1540 per volere del Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici.
Scendendo più giù si incontra il Duomo dei Santi Pietro e Donato, edificato sulla sommita del colle di San Pietro per volere del papa Innocenzo III nel 1203, anche se la facciata esterna dell’edificio è rimasta grezza, al suo interno regala il fascino della struttura gotica impreziosita da affreschi e vetrate colorati, una visione suggestiva da lasciare senza parole.
Accanto al Duomo si erge Palazzo dei Priori con la sua torre con orologio, risalente alla prima metà del Trecento ed ancora oggi sede del Comune.
Da qui si può raggiungere la Piazza Grande, il fulcro del centro storico e sede dell’antica Giostra del Saracino (rievocazione storica di antiche competizioni cavalleresche di origine medievale), qui si affacciano il Palazzo delle Logge progettato da Giorgio Vasari i cui archi oggi ospitano le botteghe artigiane, accanto ad esso si erge l’abside della Pieve di Santa Maria Assunta, edifico di origini romaniche con qulche rivisatazione data dalla mano del Vasari ed infine troviamo il Palazzo della Fraternità dei Laici, anchesso passato dalle sapienti mani del Vasari, dal quale primeggia l’orologio astronomico sulla sommità del campanile, oggi l’edificio è adibito a museo.
La città di Arezzo, con il suo dedalo di vie che si intersecano tra loro, olltre ad offrive diversi siti culturali, concede anche numerose occasioni di ristoro dove gustare le varie prelibatezze Toscane.
Inutile dire che vale la pena di fare più di una visita per poter meglio apprezzare i sui molteplici e diversi tesori, la casa del Petrarca o i luoghi scelti da Roberto Benigni come set de “La Vita è Bella”.
Ph: proprietà di Culturaalvento.com
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Francesco Nuti è morto ieri 12/6/23 dopo una vita per la maggior parte passata a combattere contro i problemi legati all’incidente domestico occorso nel 2006 che lo portò ad essere ricoverato al Policlinico Umberto I per un ematoma cranico che lo mandò in coma.
Una vita tra alti e bassi, difficoltà nel saper gestire gli insuccessi.
Attore e regista, il successo arriva negli anni ’80 con quel tipo di commedia romantica dal “retrogusto amaro” che ha avuto grande presa sugli autori comici delle generazioni successive.
Con la sua leggerezza e la marcata cadenza dialettale che dava ai suoi personaggi, Nuti è riuscito a conquistare i box office grazie a commedie brillanti dai toni vagamente surreali come: Io, Chiara e lo Scuro, Casablanca, Casablanca, Tutta colpa del paradiso, Stregati, Caruso Pascoski di padre polacco, Willy Signori e vengo da lontano, ancora Donne con le gonne, pellicola di grande successo che negli anni 1991/92 fu su tutti campione di incassi, fu anche il periodo di maggior successo per la sua carriera, in quanto non solo ne fu sceneggiatore e regista ma anche interprete e protagonista al fianco della bellissima Carole Bouquet.
Il suo esordio fu però nel cabaret, i cui monologhi si scriveva da solo; durante una sua esibizione venne notato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci che lo coninvolsero nel gruppo I Giancattivi, e sotto la direzione di Benvenuti lavorò per la prima volta nel cinema in Ad ovest di Paperino (1981), una rielaborazione delle opere del terzetto. Con il trio partecipò anche a diverse trasmissioni televisive di successo, ricordiamo, Non stop (1977-78) del regista Enzo Trapani su Raiuno.
Da qui inizia la carriera solista prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi.
Il blackout arriva nel negli anni ’90 quando i consensi per i suoi lavori non sono paragonabili ai precedenti, da qui la depressione, l’abuso di alcol ed il tentato suicidio; l’epilogo con l’incidente del 2006 che lo allontana definitivamente dal palcoscenico.
Ma noi preferiamo ricordarlo quando ancora i suoi demoni non l’avevano oscurato.
Donne con le gonne
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Arriva oggi, 12/06/23, la notizia della morte di Berlusconi, avvenuta dopo l’ultimo ricovero per problemi ematici.
In tanti hanno espresso cordoglio alla famiglia e stupore per la sua scomparsa.
La notizia rimbalza sui media di tutto il mondo per il ruolo avuto in abito politico ed industriale.
Berlusconi, amato ed odiato per i suoi eccessi, nel bene e nel male ha contribuito a scrivere un capitolo importante della storia dell’Italia, è stato una personalità forte ed accentratrice, concentrando su di se i fari dell’opinione pubblica di Italia e del mondo. È riuscito a governare l’Italia in modo del tutto personale stravolgendo la politica interna, ha saputo intrattenere ottime relazioni in ambito di politica estera, sopratutto agli inizi della sua carriera.
Abile oratore, ha aperto la strada ad un nuovo modo di fare Comunicazione (gli studi di scienze della Comunicazione sono nati a seguito di richieste di queste figure nelle sue aziende e per la sua personale propaganda), la tv privata è stata da lui introdotta per la prima volta in Italia nel 1980, mentre già nel 1964 la sua azienda ha iniziato a costruire quella che poi divenne Milano-2.
In quanto a lungimiranza e spirito imprenditoriale Berlusconi, che fu insignito Cavaliere del lavoro nel 1977, è sempre stato preso ad esempio ed anche oggetto di studio in diverse discipline, la giornalista Ida Dominianni ha anche scritto un libro sulla sua controversa figura e discesa al potere (Il trucco-Futura edizioni).
Come tutti gli uomini di successo, la sua figura è sempre stata molto discussa, tante sono le ombre che lo circondano e che lo hanno portato ad essere al centro di indagini e battaglie legali, incominciando dall’inchiesta di “mani pulite“, che lo vide coinvolto in quanto vicino a Bettino Craxi, per finire al Rubygate.
Nel 1994 quando Berlusconi entrò in politica e vinse le elezioni tentò anche di coinvolgere Di Pietro e Davigo (i pm che avevano aperto l’inchiesta di “mani pulite”) nel tentativo di poter manipolare l’inchiesta a suo favore, proponendo la carica di ministro dell’interno al primo e di ministro della giustizia al secondo, ma entrambi rifiutarono.
Silvio Berlusconi è il politico contemporaneo rimasto più a lungo in carica nel ruolo di Presidente del consiglio (il primo dal 1994 al 1995, due consecutivi dal 2001 al 2005 e dal 2005 al 2006 e, infine dal 2008 al 2011), secondo solo a Benito Mussolini e Giovanni Giolitti.
È stato anche il primo ad aver rivoluzionato la campagna elettorale, presentando la sua candidatura a tutti gli italiani (violando la privacy) inviando per posta alle abitazioni private di tutta Italia il suo curriculum con lettera di presentazione. Un vero e proprio opuscolo che spiegava anche il suo programma elettorale, una novità che ha fatto la differenza rispetto agli avversari, la scelta del colore azzurro ed il tono colloquiale e rassicurante sono riusciti a conquistare la fiducia di gran parte degli italiani portandolo alla vittoria.
Imputato in oltre venti procedimenti giudiziari, dopo la condanna definitiva per frode nel 2013 a 4 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per due anni, decaduta la sua carica da senatore si è ritirato dalla scena politica italiana, cessando di essere anche un parlamentare.
Solo nel 2018, decadendo l’interdizione dai pubblici uffici, è stato eletto al parlamento europeo alle elezioni del 2019. Anche il 2022 è stato per lui un anno proficuo che lo ha visto entrare nuovamente in senato a seguito della vittoria delle politiche del 25 settembre nel collegio uninominale di Monza.
Le scelte fatte per i format dei suoi canali televisivi, se da una parte hanno portato innovazione portando a conoscenza di tutti ciò che succedeva dall’altra parte del globo in termini di produzioni televisive e innovazioni tecnologiche, dall’altra hanno introdotto una certa mercificazione della donna e volgarità nei programmi televisivi che hanno fatto scempio degli sforzi fatti dalla tv pubblica in precedenza.
Il suo modo di fare politica inoltre ha spazzato via l’attenzione al benessere dei cittadini concentrando tutti gli sforzi verso politiche personali, di cui ancora oggi vediamo le conseguenze.
È stato presidente del Milan per 31 anni.
Berlusconi e Massimo D’Alema Lapress
Berlusconi e Putin Lapress
Berlusconi e Chirac Lapress
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Brecht Dance è uno spettacolo realizzato da Daniela Vitale ed Elena Gigliotti, che prende spunto dalle poesie di Brecht per dare corpo, movimento, suono e voce ai contenuti che veicola.
Una sorta di esercizio teatrale che porta l’attore ad affrontare un percorso di straniamento in cui consapevole di essere visto realmente, una volta staccatosi dal personaggio, dal palco stimola lo spettatore a riflettere sui temi trattati e non ad immedesimarsi in essi!
Questo del 2, 3 e 4 febbraio 2023, è stato un secondo assaggio, il primo è stato presentato a maggio 2021 ancora in tempo di covid all’interno di Atlantide e proseguirà arricchendosi di sempre nuovi contenuti e spunti di riflessione.
Ma come nasce la volontà di realizzare questo progetto? Tutto inizia in periodo di covid quando una comunità di artisti si incontra su piattaforme web, che diventano città virtuali (Atlantide ndr) all’interno delle quali si interrogano sul senso del proprio lavoro.
Da qui parte la decisione di dare vita sul sito produzionidalbasso, alla campagna ideata dagli attori Elena Gigliotti, Dario Aita e Daniela Vitale, finalizzata alla realizzazione dello spettacolo “Brecht Dance” che nasce come una pillola di senso, un’azione artistica in un tempo e uno spazio vivo, del quotidiano; una docu-performance, una terapia urbana collettiva.
Lo spettacolo è sicuramente di successo perché tocca temi attuali, attraverso interviste e testimonianze, va a sollecitare le coscienze che troppo spesso sono sopite da una quotidianità soporifera ed accomodante.
Ciò che avviene durante lo spettacolo è un atto di amore e rispetto verso coloro che hanno affidato le loro testimonianze intrise di sogni, riflessioni e pensieri, si dona visibilità agli umili, troppo spesso negata da una società che non ama condividere e non si incontra, insomma che non è più comunità.
Complimenti a Daniela Vitale che porta in scena con coraggio una parte importante ed intima della propria esperienza, calca da sola l’intera scena con grazia ed un’energia prorompente usando ogni fibra del suo corpo.
Foto: locandina dello spettacolo e Mauro D’Agati
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Soverato (Cz) – Continua la vicenda della ragazza che ieri ha postato sui social il video dell’aggressione, non solo verbale, subita dal datore di lavoro.
Dopo un tam tam sui social dove ha ricevuto sostegno ed offerte di lavoro, la vicenda prosegue dai carabinieri, dove è stata sporta regolare denuncia da entrambe le parti: datore di lavoro e dipendente.
Ognuno fornendo la propria versione dei fatti, secondo quanto riportato dal titolare, la ragazza aveva un regolare contratto di lavoro e si sarebbe presentata al ristorante rifiutandosi di iniziare il turno perché, secondo lei la paga ricevuta e che il titolare del ristorante ha dimostrato di averle corrisposto, non era adeguata al lavoro svolto, nonostante fosse quanto pattuito al momento della firma del contratto.
Da qui l’episodio tristemente noto sul quale farà luce l’attività investigativa dei carabinieri e la successiva valutazione dell’autorità giudiziaria per definire correttamente le responsabilità.
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