L’era della fatturazione elettronica

Salutato il 2018, anche se in tanti già si sono preparati per tempo, giunti nel 2019 si apre l’era della fatturazione elettronica.

La fatturazione elettronica, in termini semplicistici, serve all’agenzia delle entrate per avere un maggiore controllo sugli scambi economici in Italia e dunque evitare l’evasione fiscale.

Già dai primi servizi dei telegiornali ad essa dedicati si intuiscono le difficoltà di approccio a questo nuovo strumento.

I programmi, di per se non sono difficili da utilizzare, sono però lenti, ed in più in alcuni manca una sezione dove compaiono le conferme di ricezione delle fatture inviate.

Insomma il caos, il delirio di questi primi giorni lavorativi dell’anno porta tanti rallentamenti negli uffici; si possono facilmente riconoscere gli “homo flexsus” , coloro che passano le ore piegati sulla scrivania lavorando con i programmi di fatturazione elettronica, dagli “homo erectus” che invece hanno una mansione diversa.

Sui mezzi pubblici poi gli stralci di conversazione che si possono captare sono sempre inerenti a questo argomento, “una volta inserita la fattura ci sono 10 giorni di tempo per inviarla” “no il nostro sistema non so, l’addetta è un’altra ragazza”.

Cosa ancora più brutta, spiacevole meglio, è che la gente ormai è sempre più annoiata, scontenta e parla solo di lavoro, soldi, tasse. Si certo sono argomenti sempre presenti da anni, ma negli ultimi 3 anni si sente parlare sempre più spesso di questi argomenti.

Che tristezza, sono sempre più lontani gli anni cui si vedevano persone serene, visi sorridenti e distesi; ormai siamo tutti in preda a spasmi da ulcera.

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Alla scoperta dei sotterranei di Roma

Qualche domenica fa ho fatto una piacevole scoperta.

Con una amica abbiamo visitato i sotterranei di Roma, non tutta Roma ovviamente, una piccola parte sita nel sottosuolo del rione Trevi, proprio vicino la bellissima ed altrettanto nota Fontana.

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Tempo fa, tra il 1999 ed il 2001, nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex Cinema Trevi sono emerse le strutture di una domus d’epoca imperiale, il castellum aquae dell’Acquedotto Vergine ed i suggestivi reperti (tra cui il celebre volto di Alessandro helios).

Gli scavi furono condotti dalla Soprintendenza Archeologica di Roma (con la direzione scientifica di Claudio Moccheggiani Carpano) portando a conoscenza della presenza nel sottosuolo romano di un complesso edilizio di età imperiale che rappresenta una notevole testimonianza del tessuto urbanistico dell’antica Roma.

Questa area archeologica sotterranea, oggi nota come Vicus Caprarius – la Città dell’Acqua, è oggi visitabile grazie all’intervento economico della società proprietaria della struttura, il Gruppo Cremonini, che ha permesso un pieno recupero e una meticolosa valorizzazione del sito archeologico.

L’area, che si trova tra via di San Vincenzo e vicolo del Puttarello, ha un’estensione di circa 350 mq. Il piccolo tesoro custodito in quest’area regala al pubblico una maggiore conoscenza di quelle che erano le strutture abitative di epoca romana, sono perfettamente riconoscibili infatti due interventi murari distinti che hanno trasformato, nella metà del IV secolo, quella che è stata identificata come insula di circa otto metri in opus latericum (ciò che oggi chiamiamo condominio) , in una domus signorile.

Il nome città dell’acqua si deve all’infiltrazione di acqua della Fontana di Trevi proveniente dall’acquedotto Vergine, se vi capita di visitarlo la guida vi mostrerà l’immanente serbatoio di distribuzione, il castellum aquae, che gli scavi hanno riportato alla luce.

Oltre a queste strutture abitative sono stati rinvenuti numerosi reperti che testimoniano lo stile di vita di coloro che hanno abitato in quegli anni, mentre i materiali utilizzati nella struttura ci dicono come venivano effettuati i lavori di costruzione in quella determinata epoca.

Insomma un piccolo tesoro tutto da scoprire.

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Escher e la passione per la Calabria

Catanzaro- Lo scorso sabato ho partecipato ad una visita guidata della mostra Escher. La Calabria, il Mito, inaugurata lo scorso 20 Novembre 2018 presso il Complesso monumentale del San Giovanni di Catanzaro, che raccoglie una raccolta di opere realizzate da Escher durante il tour effettuato in Calabria negli anni Trenta. Conoscevo l’artista perché avevo già potuto visitare la mostra organizzata a Roma presso il Chiostro del Bramante, tenutasi tra il 2014 ed il 2015, ma essendo una mostra a tiratura nazionale non erano presenti tutte le opere dedicate alla Calabria che in questa sede vengono esposte in omaggio a questa terra.

Maurits Cornelis Escher nato il 17 giugno 1898 a Leeuwarden, in Frisia, è ultimogenito dell’ingegnere idraulico George Arnold Escher e di Sara Gleichman.

Innamorato dell’arte, Escher si dedica sin da subito alle arti grafiche con entusiasmo, nonostante gli scarsi risultati scolastici, già adolescente inizia a praticare con abilità l’arte dell’incisione su linoleum. Dopo vari tentativi mirati a seguire la propria vocazione artistica, nel 1919 si iscrive alla Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem, dove apprende i rudimenti dell’intaglio, il padre molto più concretamente lo spinge verso gli studi di architettura, ma le passioni del giovane Maurits continuano ad essere rivolte altrove.

Nello stesso anno fa un incontro decisivo per la propria carriera futura, quello con il grafico Samuel Jessurun de Mesquita, che ne asseconda il talento persuadendolo ad iscriversi presso i propri corsi di disegno. Grazie al Mesquita, Escher definisce i suoi primi orientamenti di gusto, rivelando un’inaspettata predisposizione per la xilografia, procedimento di incisione su matrici lignee che arriva a padroneggiare in poco tempo. Da qui il suo percorso di studio e perfezionamento delle arti grafiche si fa sempre più intenso, tanto da spingerlo in giro per il mondo a raccogliere materiale visivo per realizzare le sue opere.

Uno dei viaggi tra i più importati lo porta in Italia negli anni dal 1922 al 1936. Durante questo periodo visita numerosi posti, tra i quali la Calabria, le cui opere sono il fulcro centrale della mostra che si concluderà il 20 Gennaio 2019.

La mostra si compone di 86 opere, alcune realizzate sulla base di disegni fatti durante il suo lungo tour nel Sud Italia, dove conosce una popolazione inizialmente schiva ma successivamente generosa e accogliente. Percorrendo le terre del Sud si imbatte nei borghi della Calabria, la cui visita inizia il 28 aprile del 1930. Questi paesaggi mediterranei, differenti dal proprio luogo di nascita, suscitano una forte attrazione su di lui; il sole, la luce intensa del Sud, la vegetazione selvaggia, le architetture geometriche del periodo bizantino, le costruzioni arroccate, spesso a strapiombo sul mare, e le stratificazioni di culture antiche gli rimangono impresse, tanto da riproporli successivamente in altri suoi lavori, come Dream del 1935 dove riproduce una mantide religiosa che si era posata sul suo braccio mentre disegnava a Pentedattilo.

Oltre a queste opere, Tropea, Pentedattilo, La Cattolica di Stilo, Fiumara, ci sono le sue serigrafie più note, quelle dell’età matura, periodo dedicato allo studio dello spazio, delle dimensioni e della forma, creando così un proprio stile. Fu capace di realizzare un gioco visivo basato sulla deformazione del soggetto nella sua forma in un continuum creativo, pur mantenendo uno spazio definito. Queste sono opere note come metamorfosi e prospettive impossibili che prendono spunto dalla Gestalt Theory, che studia la percezione ed esperienza dell’individuo, ovvero la capacità del cervello di percepire una forma anche nel vuoto, o di elaborare un’unica immagine o oggetto dall’insieme di forme diverse.

Escher negli anni diventa famoso ed apprezzato più di quanto egli stesso immaginasse, la sua arte ad esempio fu scelta come simbolo dalle comunità Hippy dell’epoca contro la sua stessa volontà e molte furono le commissioni ricevute per la creazione di cartoline e copertine di album musicali, tanti anche gli usi non autorizzati delle sue opere.

Curioso l’aneddoto riguardante l’insistente richiesta di Mick Jagger di poter utilizzare una delle prospettive impossibili di Escher come copertina del album Through the Past, Darkly e più volte rifiuta, prova ne è la lettera che l’artista scrisse al manager della rockstar, Peter Swales : “Voglio dedicare tutto il mio tempo e attenzione ai molti impegni che ho; io non posso accettare qualsiasi altra richiesta o perdere del tempo per la pubblicità. A proposito, si prega di dire al signor Jagger che per lui io non sono Maurits, ma, molto sinceramente, M.C. Escher”

La trasposizione più nota al pubblico è riconoscibile nel film interpretato da David Bowie, Labyrinth, il labirinto che compare nel film è la riproduzione dell’opera di Escher Relativity.

La mostra è prodotta e organizzata da Comune di Catanzaro e Assessorato alla Cultura della Città di Catanzaro con il Gruppo Arthemisia, vede il contributo della Regione Calabria, la collaborazione con la M.C. Escher Foundation ed è curata da Federico Giudiceandrea e Domenico Piraina.

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Pubblicità specchio di un’epoca

Come da una pubblicità si possa capire la società per cui è stata realizzata

In questi giorni passa in televisione lo spot della Golden Lady, luminoso, bello, dinamico, accattivante ed onirico.

La cosa non è passata inosservata, destando in me la curiosità di analizzarla.

Il core di questa campagna Golden Lady, #conlemiegambe, è quello positivo di sostenere le donne a puntare sui propri sogni e realizzarli anche se l’impresa risulta stancante e dura, ovvero tutta in salita.

La campagna del 2017 (clicca qui per vederla) raccoglieva esperienze diverse (una donna in carriera, una mamma e una ragazza alle prese con le scelte della propria età), un miscellaneo di ruoli possibili in cui una donna può ritrovarsi; invece, quella di questo anno  propone la vita di una modella.

Lo spot si apre con una ragazza che ogni giorno affronta un nuovo inizio di giornata. Se ci basiamo solo sul testo, ossia la voce narrante, abbiamo a che fare con una ragazza dalla forte volontà, decisa, che sa bene ciò che vuole e sa che se si impegna può fare qualunque cosa. Guardando le immagini del video, abbiamo davanti la vita di una modella, che passa da uno shooting fotografico ad uscite con gli amici, dalla palestra alle sfilate. Non proprio la vita di tutte le donne.

Questa scelta sembra alquanto insolita per definire la promessa di questa campagna: “con il mio prodotto puoi fare ciò che vuoi anche diventare una modella”, concetto non proprio scontato, visto che per diventare modella bisogna prima di tutto bisogna avere una certa tipologia di fisico e non basta indossare dei collant o dei leggins a marchio Golden Lady per diventarlo. Sul perché scegliere un prodotto a marchio Golden Lady, la campagna torna sul piano della realtà: “basta scegliere bene e puntare su chi ci sostiene”, in tal caso il prodotto dovrebbe garantire questo sostegno e la possibilità di fare tutto con le proprie gambe.

Tornando al core della campagna, realizzare i propri sogni, forse la scelta di questo tipo di professione appare più chiara se guardiamo meglio la società odierna, le giovanissime sono sempre più portate a vedere questa professione come una strada percorribile, inoltre si lega forse di più all’attuale mondo delle fashion blogger (vedi Chiara Ferragni che è diventata testimonial di diverse marche). Sicuramente vedendo la protagonista dello spot si nota che il pubblico di riferimento sono le ragazze in età di Università, giovani donne che non hanno superato i 30.

Insomma, questa appare una scelta sicura per l’azienda produttrice, ma è anche sintomo purtroppo che ancora oggi determinate carriere rimangono appannaggio maschile.

Guardando allo spot dello scorso anno (2017 ndr.), rimanendo nell’ambito dei sogni da realizzare, c’è da aspettarsi che nelle prossime campagne compaiano anche le altre tipologie di carriera affrontate. Si potrebbe anche ricorrere ad altri spunti: chi sogna di vincere l’oro olimpico in qualche disciplina sportiva; chi desidera scoprire la cura di qualche malattia; chi vorrebbe vincere il premio Pulitzer; chi diventare scrittrice di successo; chi riuscire a raggiungere i vertici aziendali. Piccole gocce d’acqua nel mare di esempi a cui si può fare riferimento se parliamo di sogni delle donne.

Ma se vogliamo rimanere con i piedi per terra, guardando alla situazione in Italia, forse le giovani donne di oggi sognano anche solo di riuscire ad ottenere un posto di lavoro che gli permetta di affrancarsi dalla propria famiglia, iniziando ad essere indipendenti e portare così il proprio contributo a chi per anni le ha sostenute.

Perché, parliamoci chiaro, oggi non c’è nulla di più onirico della sicurezza economica e copertura sanitaria.

Dietro spot di questo tipo c’è tanto lavoro da parte di psicologi ed analisti di mercato; oggi giorno per diventare aziende di successo e vendere i propri prodotti ci vuole molto impegno e studio, perché la popolazione dei consumatori è sempre più consapevole dei propri bisogni e non abbocca più alle esche pubblicitarie ad occhi chiusi (ovviamente parliamo di un pubblico adulti e non più facilmente influenzabile).

Tuttavia le pubblicità come questa cercano di captare questi bisogni, ad esempio “compro questo prodotto perché mi sento così, poco importa se la realtà è un’altra, l’importante è che ci credo io”, qui sta racchiusa la moderna società dell’io sempre più incentivata dall’industria del commercio e no.

Questo è solo uno dei motivi alla base delle politiche di mercato fatte in Italia, gli acquisti impulsivi diminuiscono, diminuendo così i guadagni, e di conseguenza le aziende hanno escogitato manovre interne che le proteggono durante le vendite, mentre il consumatore è sempre più esposto a rischi, sopratutto per quanto concerne gli acquisti online che sono in forte crescita.

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Conversazione su Tiresia

Lo scorso martedì (6 Novembre 2018) ho visto lo spettacolo di Andrea Camilleri, Conversazione su Tiresia, trasmesso presso un cinema romano.

Sono rimasta colpita dalla forza di questo uomo di 93 che continua a sfornare opere e a regalare attimi di riflessione di elevata rilevanza e momenti di alta cultura. Sono stata catturata dalla sua passione e trasportata dalle sue parole direttamente nel tempo del racconto. In quest’opera Camilleri si cala nei panni di Tiresia, raccontando in prima persona la storia di questo personaggio della mitologia greca, con una narrazione attuale e leggera. A torto o a ragione, elogia o condanna autori, sceneggiatori, registi ed attori che hanno parlato, raccontato ed interpretato Tiresia, o anche solo nominato.

Un excursus rilevante per chi studia materie umanistiche, ma anche uno stimolante esempio di vitalità, e qui parlo del maestro Camilleri, che tutti noi dovremmo emulare. La cultura ti apre la mente e ti trasporta nella dimensione dell’eternità.

Attraverso questo personaggio, Camilleri ha voluto accostarsi alla trattazione di questo argomento, per dirla con le sue parole “per riuscire anche solo ad intuire cosa sia”. Un esercizio quello di Camilleri che dovremmo fare tutti, sopratutto in tempi come questi che ci stanno allontanando da noi stessi e dalla nostra umanità.

Lo spettacolo Scritto e interpretato da Andrea Camilleri con la Regia di Roberto Andò, le Musiche composte ed eseguite da Roberto Fabbriciani, i Suoni di Hubert Westkemper, i Video di Luca Scarzella, le Luci di Angelo Linzalata è stato prodotto dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico, con Tancredi Di Marco e curato da Valentina Alferj.

Questo spettacolo è stato presentato presso il Teatro Greco di Siracusa lo scorso 11 Giugno 2018, le riprese che hanno permesso la messa in onda nei cinema, sono state registrate e prodotte dalla Palomar di Carlo Degli Esposti, con le riprese in alta definizione di Stefano Vicario.

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Rotella Fuori posto. Il docufilm su Mimmo Rotella

Catanzaro- Lo scorso 20 Ottobre presso il Complesso monumentale del San Giovanni si è tenuta la presentazione del docufilm su Mimmo Rotella, artista di fama internazionale nato a Catanzaro, creatore del decollage e rappresentante del Nouveau Realism.

Il film è stato realizzato con l’interpretazione di Alessandro Haber, Diego Verdegiglio e di attori calabresi come Eugenio Masciari, Andrea Borrelli, Paolo Turrà, Pino Torcasio e Adele Fulciniti.

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Questo docufilm rappresenta un viaggio nel mondo dell’arte, quella stessa arte che guidò Rotella verso la fama; una figura libera, lontana dal comune pensare e per questo spesso non compresa, un animo eclettico ed a volte controverso, ma ricco di immaginazione e iper produttivo. Ciò che sfiorava la mente di Rotella si tramutava in opera d’arte, lo provano non solo i suoi decollage e serigrafie, ma anche il Manifesto dell’epistaltismo e suoi poemi fonetici.

Questo documentario, diretto da Eugenio Attanasio e sceneggiato da Davide Cosco, con la post-produzione di Nicola Carvello, rappresenta anche uno sguardo sulla città di Catanzaro, che ha dato i natali all’artista, aiutando così a contestualizzare la sua figura all’interno di un territorio complesso e fertile, in grado di nutrire l’animo di un artista con numerosi frutti.

L’opera è infatti interamente girata nel territorio catanzarese, sia per quanto riguarda gli esterni, che per ciò che concerne gli interni; questi ultimi, luoghi dove Rotella ha vissuto ed è cresciuto formandosi come artista e formando anche artisti: il laboratorio di modista della madre, il laboratorio del maestro Saverio Rotundo detto “u Ciaciu”, l’Accademia di belle Arti, la Fondazione Mimmo Rotella (nata nel 2000 su espressa volontà dell’artista al fine di raccogliere tutte le sue opere).

Molto bella è l’immagine finale, che forse rappresenta la fine del viaggio di Rotella su questa terra, dove il piccolo Rotella incontra l’artista maturo (Haber) in una spiaggia deserta (quella di Caminia); nei titoli di coda compare una donna (Adele Fulciniti) intenta a sfogliare una raccolta di opere di Escher, artista nativo dei Paesi Bassi che passò molto tempo in Italia ed in particolare in Calabria come testimoniano le sue litografie su Pentedattilo, Tropea, Stilo, Santa Severina.

Rotella fuori posto, nome scelto per rafforzare l’idea che ogni artista, in questo caso Rotella, per poter diventare tale deve uscire dal proprio territorio, ma anche per quella sensazione di urgenza ed eterna ricerca che contraddistingue l’animo di un artista; offre allo spettatore uno sguardo che viaggia su più fronti, il documentario con la descrizione dell’opera di Rotella da parte di un esperto conoscitore della sua arte che aiuta a comprenderla da un punto di vista didattico, c’è poi la presenza di documenti video che testimoniano alcuni momenti salienti della vita dell’artista, ed infine c’è la rappresentazione teatrale della vita di un artista (interpretata da Haber) che viaggia in parallelo con quella di Rotella, un dialogo sull’arte a volte di difficile interpretazione, spesso filosofico, che però offre al pubblico il lato umano e complesso della figura di Mimmo Rotella.

Questo lavoro cinematografico, si inserisce all’interno di un progetto comunitario e regionale che ha coinvolto numerose realtà artistiche e didattiche del territorio calabrese: Cineteca della Calabria,  Casa del Cinema – Comune di Catanzaro, Fondazione Rocco Gugliemo, Cineclub Cinemazaro, Zatita production, Accademia di Belle Arti, Liceo Artistico di Catanzaro e Istituto d’arte di Squillace.

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Alla colonna sonora ed alle musiche ha lavorato il maestro Giuseppe Tassoni, la scenografia è opera di Claudio Cosentino, alla fotografia ha lavorato Francesco Lodari, operatore di macchina è stato Vittorio Sala, i costumi sono stati realizzati da Stefania Frustaci, l’edizione è opera di Giovanna Fregola, mentre la produzione si deve a Domenico Levato.

L’evento è stato promosso dall’assessorato alla Cultura del comune di Catanzaro, su iniziativa di Ivan Cardamone.

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Aspettando la Festa del cinema di Roma

Roma- Come di consueto anche quest’anno si svolgerà presso l’Auditorium Parco della Musica la tanto attesa Festa del Cinema di Roma. Siamo ormai alla tredicesima edizione e in attesa dello start che avverrà giorno 18 Ottobre, già si accavallano i primi rumors sul calendario di appuntamenti.

Il direttore artistico Antonio Monda, di concerto con Laura Delli Colli di Fondazione Cinema per Roma, affiancato da un autorevole Comitato di Selezione (Mario Sesti, Richard Peña, Giovanna Fulvi, Alberto Crespi, Francesco Zippel e Valerio Carocci), ha annunciato lo scorso venerdì 5 Ottobre il programma completo della Festa.

Previsti gli Incontri Ravvicinati con:

  • Martin Scorsese, acclamato cineasta, che riceverà il premio alla carriera da Paolo Taviani; durante l’incontro il maestro ripercorrerà i suoi cinquant’anni di carriera e illustrerà alcune sequenze selezionate dai film italiani che hanno svolto un ruolo fondamentale nella sua carriera e parteciperà ad un incontro con gli studenti dell’Università La Sapienza  di Roma presentando una versione restaurata di un classico del cinema italiano.
  • Sigourney Weaver, la poliedrica attrice statunitense sarà a disposizione del pubblico per ripercorrere i suoi cinquant’anni di carriera.
  • Giuseppe Tornatore, il regista siciliano si metterà a nudo approfondendo con i presenti la sua passione per il noir, spaziando dalla letteratura al cinema.
  • Pierre Bismuth, il poliedrico artista francese che con sapienza e accuratezza miscela generi diversi come  video installazioni,  pittura e scultura, passando per collage e architettura fino alla musica, dopo aver vinto l’oscar per la scenografia di Se mi lasci ti cancello si è cimentato anche come regista con il lungometraggio Where is Rocky II?. Per una carriera così variegata non poteva esserci migliore location del MAXXI per presentare la sua carriera al pubblico.
  • Luca Bigazzi e Analdo Cantinari, due importanti figure provenienti dal mondo della fotografia e che racconteranno il mondo del cinema dal punto di vista del direttore di fotografia.
  • Giorgio Franchini ed Esmeralda Calabria, dopo il ruolo di direttore di fotografia non poteva mancare quello di montatore, i due esperti di montaggio cinematografico racconteranno la loro carriera e il rapporto con i registi.

Sarà presentato in anteprima il nuovo capolavoro di Paolo Virzì, Notti Magiche, che come lo stesso titolo evoca è ambientato durante i mondiali di calcio del 1990, fim prodotto da Marco Belardi per Lotus Production, società di Leone Film Group, con Rai Cinema e sarà distribuito da 01 Distribution.

Come consuetudine saranno presentati importanti capolavori cinema italiano in versione restaurata, come Italiani Brava Gente di Giuseppe De Santis, restaurato da Genoma Films in collaborazione con Cineteca Nazionale; uno dei fondatori del Neorealismo nonché Leone alla carriera nel 1995, in questo film ricostruiva la tragedia che si è abbattuta sugli italiani nella campagna di Russia durante la seconda guerra mondiale.

Tra i tanti aspetti della Festa del Cinema di Roma compare anche l’organizzazione e sponsorizzazione di mostre dedicate ai volti del cinema. Quest’anno, da Ottobre a Gennaio, sarà possibile visitare presso il Museo dell’Ara Pacis una mostra dedicata ad uno dei simboli del cinema italiano nel mondo, Marcello Mastroianni; la mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con la coproduzione e cura della Cineteca di Bologna ed il sostegno del MiBact e dell’Istituto Luce-Cinecittà.

Il tema della Festa di questo anno è il noir, ed è a questo filone che appartengono i film scelti dal Comitato di Selezione che saranno presentati al pubblico nella sezione I Film della Nostra Vita, seguiti da incontri con autori, attori ed ospiti, inoltre le proiezioni saranno precedute da brevi pillole dei noir più celebri e più amati.

La Festa del Cinema di Roma si estende a tutto il tessuto cittadino, come l’Auditorium di Rebibbia Nuovo Complesso e la Casa Circondariale Femminile di Rebibbia, inoltre grazie al successo avuto con il progetto pilota del’anno passato, proseguiranno i Red Carpet nel centro storico romano. Affidato al gruppo di comunicazione HDRA, questo progetto nominato Accadrà sul Red Carpet ha il duplice scopo di diffondere il cinema di qualità e la promuovere la città di Roma. Infatti cittadini e turisti saranno più vicini alle celebrità internazionali, grazie alle attività che vedono protagonisti non solo il cinema, ma anche la cultura, il fashion, il design, le nuove tendenze e la musica d’autore che si snoderanno in un accattivante percorso per vie di Roma.

La festa si concluderà il 28 Ottobre

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IlFotoStudio e la mostra fotografica itinerante

Roma – Giorno 2 Ottobre si concluderà una interessante mostra dedicata a giovani talenti dell’arte fotografica, persone che frequentano i corsi de Il FotoStudio di via Valdinievole 106.

La mostra, inaugurata lo scorso 25 Settembre, ha la caratteristica di essere itinerante, infatti gli scatti sono stati ospitatati in vari locali del quartiere delle Valli dell’Aniene, come il Deriva, Luperini, Zero Bar e altri ancora.
Una bella iniziativa che mira non solo a far spiccare il primo volo ai fotografi che devono fare i conti con la critica, ma è anche un modo per incuriosire gli avventori dei locali dove questi scatti sono ospitati che vedendole forse si pongono delle domande e per chi conosce già la mostra è occasione per sperimentare locali nuovi.

Lo scorso 29 Settembre ho avuto modo di partecipare ad una visita, guidata dal titolare dello studio fotografico, relativa a questa mostra, una vera scoperta. Scatti dalla forte personalità, che urlano la loro presenza nel mondo, difficile distinguerle da quelle di fotografi professionisti e dai nomi importanti.

Francesco Amorosino, proprietario de il FotoStudio, descrive le opere dei propri allievi con orgoglio, racconta come sono stati concepiti gli scatti e quali sono gli argomenti rappresentati, come l’omaggio a Italo Calvino e Le città invisibili, che potrete vedere anche a fine mostra presso il suo studio. Purtroppo le altre foto verranno rimosse dai luoghi di esposizione, ma se siete interessati potete comunque fare riferimento a Francesco, e se sarete fortunati avrete la possibilità di vedere scatti davvero intensi, come quelli che ho potuto vedere io. Al termine della visita è stato possibile visionare in video proiezione le foto assenti, ovvero ospitate in esercizi commerciali già chiusi e così conoscere anche i vari corsi tenuti da Francesco.

Ancora meglio se partecipate all’ultima visita guidata del 2 Ottobre che partirà alle 18:30 presso lo studio per poi spostarsi verso gli altri luoghi che ancora per poco ospiteranno le opere fotografiche.

Qui il link del Fotopercorso con gli orari delle visite.

Si informa che La mostra di Fotopercorso è stata prorogata fino alla fine della settimana! Sabato sera ci sarà un piccolo giro guidato di quelle ancora disponibili!

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Cialtrone sarà lei, alla scoperta di Pasquale Rinaldi

Roma – Lo scorso venerdì (21 settembre 2018) presso la libreria Fahrenheit di Campo dei Fiori si è svolta la presentazione del libro Cialtrone sarà lei di Pasquale Rinaldi, edito da LFAPublisher.

Nella piccola sala delle presentazioni gremita di pubblico, nonostante la pioggia scrosciante fuori, ha avuto luogo un siparietto molto simpatico su alcune parti del libro, rappresentato dall’autore con il supporto eccellente e creativo di quattro simpatiche donne, Ross, Sere, Laura e Vale, organizzatrici, insieme a Stefano Iaconis, e relatrici della presentazione.

Cialtrone sarà lei è un libretto di 80pp. che ironizza su eventi di vita quotidiana dove il protagonista, Cialtrone, cerca di barcamenarsi in differenti situazioni rese pittoresche dalle descrizioni frutto della fantasia e comicità dell’autore.

Come potete apprendere dal video allegato, la passione per la  scrittura di Pasquale nasce su Instagram, l’ormai famoso social-network nato inizialmente per fotografi ma diffusosi rapidamente anche per usi differenti grazie alla rapidità e semplicità di creazione delle informazioni che si desidera condividere.

Pasquale sul social-network ha iniziato a farsi conoscere proprio con lo pseudonimo di @Cialtrone, ed è sempre su questa piattaforma digitale che ha avuto anche modo di relazionarsi con le sue quattro supporter di fiducia, note come @tre_caffe_e_un_succodimirtilli.

Sovente quando navighiamo su internet, indipendentemente dalla piattaforma che utilizziamo, pensiamo che dietro pseudonimi si nascondano il più delle volte malintenzionati; non si può fare di tutta l’erba un fascio, infatti, ci si può imbattere in persone come Pasquale che usa queste piattaforme per esprimere un lato della propria personalità che nella vita reale difficilmente ha occasione di far emergere.

La presentazione è stata accattivante e ricca di informazioni utili a conoscere l’autore e il suo libro, partendo dalla genesi, il personaggio creato sulla falsa riga di Homer Simpson,  gli spunti per realizzare i racconti, fino alla partecipazione ad un concorso di scrittura che lo ha premiato per il racconto Io Marilyn, in più tanti altri colpi di scena divertenti e la lettura di un estratto del libro.

La presentazione si è conclusa con una serie di domande poste dal pubblico, che hanno svelato informazioni che durante la presentazione non erano state toccate, e come per ogni presentazione che si rispetti l’immancabile firma libro.

Ma adesso non perdetevi il video della presentazione, è un pò lungo ma ne vale la pena.

Per chi non l’avesse letta qui riporto la mia recensione:

“Nell’era digitale ormai ci sono più scrittori che lettori, e barcamenarsi tra le varie proposte diventa arduo. Quando però ti imbatti in qualcosa di piacevole e per nulla banale ti senti rincuorato. Seguo l’autore, Cialtrone, su istagram dove pubblica tutto ciò che la sua mente elabora. I suoi racconti sono un concentrato di pura comicità in grado di farti ridere di cuore, e sappiamo bene che far ridere è molto più difficile che far piangere. Se poi la comicità è intelligente e non banale, in questo Pasquale Rinaldi risulta molto abile, i racconti seppur brevi sono più apprezzati. Non credo di fare uno sgarro alla Littizzetto, nel dire che i racconti di questa nuova promessa della narrativa umoristica italiana, ricordano molto quelli dei libri della Lucianina nazionale. Speriamo che il futuro di questo autore possa regalarci altri momenti di ilarità come questi.”

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Una gita in barca

Rimanendo ancora un po’ sul filone della Calabria, ho recuperato questo video girato la scorsa estate durante una gita in barca con alcuni amici. La barca in questione appartiene a Riccardo che mette a disposizione la barca e le sua esperienza nel campo della navigazione per piccoli gruppi che intendono passare una mattinata vivendo il mare in modo diverso.

Si parte dal Circolo velico attraversando tutta la costa, ogni tanto ti propone anche di prendere il timone se le condizioni sono favorevoli. Nel mio caso abbiamo raggiunto la spiaggia di Caminia, dove siamo rimasti un pò per qualche tuffo con esplorazione delle grotte naturali. Poi abbiamo ripreso la rotta fino alle vasche di Copanello per poi rientrare verso il Circolo Velico di Soverato.

Uno spettacolo molto bello, tra il relax e la meraviglia di vedere la costa via mare, da questo punto di vista tutto sembra affascinante, ti cattura e ti resta addosso, neanche fossi entrato nel mondo delle favole.

Lo consiglio vivamente, a turisti e locali, ai turisti perché così hanno modo di vedere più posti di mare e ai locali per vivere almeno una volta da turisti la propria terra.

Per chi fosse interessato ai servizi di Riccardo può visitare la sua pagina facebook

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Le Trame del destino: Libri e dintorni

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Cialtrone

Laureato in scienze della cialtroneria con master in sorrisi-sparsi.